I Monti Tatra di Laura Caradonna

Personalmente preferisco il mare ma – chissà come … – nel corso dei nostri viaggi in camper un po’ in tutta Europa si finisce sempre per essere attratti da qualche montagna. Fra le varie località visitate mi hanno colpito in particolare i Monti Tatra, il più alto massiccio montuoso dei Carpazi occidentali e frontiera naturale fra la Polonia e la Slovacchia. Ci siamo stati due volte, da entrambi i versanti, ma sempre con tempo incerto.

Alcuni li chiamano «le montagne tascabili» a causa della ridotta estensione, ma sono davvero splendidi; la loro vista colpisce, soprattutto arrivando da nord, perché si stagliano imponenti contro il cielo provenendo dalla sterminata pianura polacca; i luoghi circostanti sono davvero affascinanti, col versante nord più verde e ricco di laghi che fa da contraltare a quello meridionale, decisamente più impervio e aspro. Nonostante la modesta superficie, il massiccio possiede tutte le caratteristiche geologiche alpestri; gli Alti Tatra, con le loro 25 cime a più di 2500 metri sul livello del mare, sono le uniche montagne a carattere alpino nei 1200 kilometri di Carpazi. La maggior parte delle vette della catena si trova in Slovacchia; la cima più alta, situata a 2655 metri, è il Gerlach, in Slovacchia, mentre il Rysy, a 2499 metri, si trova sul confine Polonia-Slovacchia.

Entrambi i versanti – nonostante la presenza di alcuni impianti di risalita e varie piste da sci – sono tutelati e decisamente interessanti da visitare. Il Parco dei Tatra Polacchi cerca di preservare le uniche vette con caratteristiche alpine di tutta la Polonia. Il Parco dei Tatra Slovacchi, creato nel 1949 come primo parco nazionale del Paese, abbraccia invece una superficie ben maggiore ed è dislocato su due regioni, a occidente il comprensorio di Žilina e a oriente la regione di Prešov. L’insieme dei due parchi è l’unica zona protetta di flora e fauna alpina tra le montagne europee situate a nord delle Alpi, con aspre vette, ripide pareti granitiche e conche postglaciali.

Nella fascia più bassa si trovano vaste foreste di abeti rossi, con la presenza sporadica di larici e abeti bianchi, e poi faggi e aceri, in alcune zone dominanti. Nella fascia mediana prevalgono i boschi di abeti rossi con poche aggregazioni di cembri. Nei livelli superiori boschi di bassi pini si diradano in praterie d’alta montagna fino alla fascia dei picchi rocciosi. Nella flora dei Tatra, oltre a varie specie tipiche dell’alta montagna, si incontrano molte piante endemiche come la Cochlearia Tatrae o la Saxifraga Aizoides; tra i relitti dell’era glaciale vi sono il Ranunculus Alpestris, il Dianthus Glacialis, la Gentiana Frigida, la Primula Minima e il salice nano.

La fauna, oltre a varie specie alpine quali la marmotta, la lince, la martora e il lupo, annovera anche il Camoscio dei Tatra (Rupicapra Tatrica, sottospecie endemica dei Tatra), senza dimenticare l’orso bruno. Tra gli uccelli spicca l’aquila reale.

Sul versante polacco il centro principale è Zakopane, detta «Capitale d’Inverno della Polonia», una bella cittadina di oltre 30 mila abitanti, stesa in posizione panoramica tra le propaggini dei Tatra e il dolce pendio del monte Gubałówka da cui si gode di una splendida vista di tutta la catena. La vocazione turistica nacque alla fine del XIX secolo con l’arrivo ferrovia da Cracovia e crebbe velocemente negli anni ’30 con il repentino aumento della popolarità dello sci; nel 1936 fu costruita la funivia che porta sul Kasprowy Wierch (1.998 m); due anni dopo fu inaugurata la funicolare che porta sul monte Gubałówka, tuttora ampiamente utilizzata anche nella stagione invernale. Se al tempo del comunismo reale i turisti erano sostanzialmente polacchi, al giorno d’oggi la frequentazione è divenuta decisamente internazionale. Ma non è solo turismo di massa: basta uscire dai luoghi più noti e frequentati per trovare angoli di natura incontaminata al di fuori dei circuiti turistici classici con vere chicche, come le innumerevoli chiese di legno, decisamente affascinanti; in particolare segnalo la piccola chiesa di Dębno, una delle più rappresentative del tipico sistema costruttivo medievale, giunta intatta fino e noi … un relitto da una altro tempo in un contesto paesaggistico e abitativo affascinante: non a caso è stata inserita nel Patrimonio UNESCO.

Anche il versante a sud dello spartiacque, quello slovacco, è molto conosciuto ed apprezzato per gli sport invernali e per le località turistiche, come Poprad e Vysoké Tatry (letteralmente «Città degli Alti Tatra», nata nel 1999 dalla fusione delle comunità di Štrbské Pleso, Starý Smokovec, e Tatranská Lomnica). Le varie località –in origine tutte insediamenti di genti sassone che hanno conosciuto il massimo splendore al tempo dell’impero asburgico come rinomate località di villeggiatura montana – sono oggi collegate da una moderna ferrovia a scartamento ridotto, di recente opportunamente potenziata per evitare l’ingolfamento delle strade che nei periodi di maggior affluenza sono chiuse al traffico. Anche da qui innumerevoli sono le possibilità di escursione, sia a piedi, magari verso la vetta del Rysy, ma anche con la funivia che raggiunge il Lomnický štít (2.634 m), seconda vetta slovacca.

In conclusione, si può fare un po’ di tutto: arrampicare, passeggiare nel verde, ravanare su affilate crestine «alla Alfio», fotografare il panorama o – perché no – semplicemente riposarsi.

Con queste poche righe e alcune immagini non ho la pretesa di aver messo insieme una guida turistica; spero però di aver instillato la curiosità per andare a scoprire altre montagne che poco hanno da invidiare a quelle pur belle di casa nostra … e poi – diciamocelo – l’orizzonte va oltre il crinale appenninico!

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