“Gentili consoci, cari amici” di Remo Romei

Annuario 2006

queste mie righe sono per porgervi, un cordiale arrivederci. Con questo 2006 finisce la mia presidenza. Triennio iniziato non molto facilmente, perchè, come dice Alighieri,”vidi  persone accese in foco d’ira” ma nella vita poche cose sono facili … da portare bene a compimento, ed io sono felice di non aver ceduto alle difficoltà e di non aver ascoltato le parole di “color accecati dal fitto fumo” e d’essere riuscito, con la buona volontà di quelli che hanno lavorato con me, a risistemare le cose strane che erano successe ed aver fatto riacquistare fiducia a quanti conoscevano la nostra Sezione per la sua serietà. Noi abbiamo lavorato a riempire quelle cavità (perchè non siamo speleo, e le buche ci danno noia) ed a migliorare la Sezione nel settore amministrativo-organizzativo ed estetico, come tutti voi avete potuto vedere e constatare.

Remo Romei

Non voglio fare l’elenco di tutto quello che è stato fatto e risistemato, non è nel mio carat-tere compilare liste, rammenterò solo la “giornata della cultura”, tenuta  al rifugio Firenze, con molti rappresentanti della Sede Centrale , scrittori e giornalisti, che ha avuto un buon successo.  Per il resto  ho fatto quello che un presidente deve fare, quello che era mio dovere: essere presente e partecipare alle molte riunioni.  Credetemi è stata dura, non solo per me, ma anche per il Comitato di Presidenza, perchè tutto questo ha richiesto una costante e assidua presenza. Adesso la situazione si è sistemata ed abbiamo ripreso il ritmo. Ai nostri successori, lasceremo qualche “mattone” per poter continuare a costruire, migliorare e potenziare le attività di tutti i gruppi. Noi siamo certi di aver fatto il dovere di amministratori, e niente di più, come deve essere per far progredire una Sezione, senza privilegiare nessuno. Un caloroso ringraziamento a tutti quelli che hanno lavorato  in questo triennio, eletti e volontari. Grazie di cuore. Un grazie particolare a Paola, Letizia, Gian Franco e Rolando per il loro prezioso ed indispensabile aiuto.

Adesso sta ai nuovi eletti nel Consiglio Direttivo condurre la nostra amata Sezione e farla continuare a progredire. Dobbiamo, quando siamo eletti, essere presenti fisicamente in sede per dare il nostro apporto alle varie operosità e non venire solo ai consigli o iscriversi alla gita e poi sparire come normalmente succede. L’appoggio morale è bello, ma il lavoro da fare è molto. La Sezione ha bisogno di tutti coloro che possono dare il loro apporto, di idee e di tempo, anche senza cariche ufficiali. Dovete  organizzare per tutti perché nella Sezione non ci sono bravi e meno bravi, come ho sempre detto e come non mi stancherò di dire, siamo tutti della stessa famiglia, ognuno con un compito  da portare avanti, se si vuol tenere assieme questo Club. Purtroppo anche nelle Sezioni è aumentata paurosamente la burocrazia ed è diventato necessario che alcuni degli eletti svolgano il ruolo di “manager”, ruolo che sicuramente non è gratificante come l’organizzazione di altre attività più legate alla montagna, ma che comunque, alla luce dei fatti, si è rivelata di primaria importanza. E’ necessario che tutti ci accendiamo di entusiasmo per la sostanza delle cose, non per le parole ben connesse all’interno delle frasi.

Cari amici l’essere soci di un Club Alpino non è rappresentato da una  tessera, ma è ben altro, è qualcosa che si deve sentire dentro di noi. Il CAI è sì un Club che  insegna un  bellissimo “sport”,  ma è anche cultura da divulgare ad iscritti e non iscritti, in particolare ai giovani. L’appartenenza al Club Alpino significa essere persone partecipi e motivate, vuol dire offrire le nostre energie per far conoscere e diffondere il rispetto dell’ambiente e far trovare un luogo ricco di cultura e di valori. Al nostro volontariato dobbiamo donare la  gioia di stare assieme a tanti amici, la voglia di vivere in un mondo pulito circondati da una bellissima natura. Io sono certo che nel dare, a qualche nuovo o vecchio socio, riceviamo un qualcosa che ci arricchisce e produce amore verso i nostri simili. Scusandomi per la mia lunga chiacchierata, ringrazio quelli che sono arrivati a leggere fino alla fine.

Alteri vivas oportet, si vis tibi vivere (bisogna che tu viva per gli altri se vuoi vivere per te)

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