“A proposito del volume dei 50 anni della Scuola” di Paolo Melucci

Annuario 2006

Carissimo Roberto,

ho regolarmente ricevuto, qui nel mio “eremo” valdostano, il volume celebrativo dei 50 anni della Scuola che hai avuto la gentilezza d’inviarmi. Ti confesso che ormai stavo perdendo la speranza: se fosse stato pubblicato per il…Centenario non avrei potuto certo vederlo!
Detto questo devo fare a te e a tutto il Comitato di Redazione i più vivi complimenti per il risultato: non penso certo che sia stato per soddisfare l’Ego di quanti nella Scuola hanno nel tempo operato con tanta fatica e passione, fra tante inc…avolature ma anche tantissime soddisfazioni, che il volume sia stato voluto. Penso piuttosto che sia la doverosa testimonianza d’una delle varie attività della Sezione Fiorentina, senza dubbio quella alpinisticamente più rilevante, che deve essere opportunamente documentata, valorizzata e trasmessa a…futura memoria. Quanti fra i Soci ancor oggi non sono ancora riusciti, per vari motivi, a comprenderne appieno il valore possono andare a leggersi il curriculum alpinistico degli Istruttori e riflettere sul fatto che, se riuscissero a realizzarne – nell’arco alpino e sulle montagne del mondo – la centesima parte, potrebbero considerarsi degli alpinisti di prim’ordine. In particolare, mentre lo sfogliavo e lo leggevo con attenta commozione, ho riflettuto sul fatto che il periodo della mia attività alpinistica principale e quello del mio impegno didattico hanno praticamente coinciso.

Nel 1954, cioè due anni prima di diventare Istruttore Nazionale d’Alpinismo, avevo superato al Gran Sasso gli esami di “Portatore” (oggi si chiamano “Aspiranti Guida”): all’epoca però era richiesta la residenza nel Comune alpino d’abituale esercizio della professione e tutto, quindi, restò a livello di puro “divertissement”… Nel 1956 poi, ai Brentei, l’esaltante esperienza del corso per I.N.A., diretto dal coriaceo Riccardo Cassin: se penso a quanti, fra Istruttori e Allievi, se ne sono nel frattempo andati mi vien la pelle d’oca.

Ma torno al volume: sintetizzando in pochi aggettivi il giudizio direi che il risultato é attraente, agile, esauriente e dotato d’un ottimo apparato iconografico. E scusate se è poco…!! Poiché però nessuna opera umana è purtroppo perfetta, espressi i dovuti complimenti devo anche, doverosamente, rimarcare i fortunatamente scarsi difetti. Proprio alla fine dell’opera, a conferma del detto “in cauda venenum”, il Curriculum degli Istruttori presenta inspiegabili lacune, anche sotto il profilo cronologico: sono ad esempio accreditato della prima ripetizione della Punta Lenzi al Pizzo delle Saette ma non se ne cita la mia prima salita, con R. Lenzi e G. Toderi, né la mia prima solitaria. Del pari sono privato della prima ripetizione e prima invernale della “Olimpia” all’anticima est del Catinaccio (De Francesch) così pure come della Comici al “Salame” del Sassolungo, entrambe con G. Biasin. Potrei continuare ma non voglio tediarti ulteriormente. Per contro l’amico Lea mi attribuisce la “prima” ripetizione, nel 1962, al diedro Oggioni alla Brenta Alta: forse intendeva dire prima ripetizione…”fiorentina”! Non ho peraltro trovato menzione d’una importantissima salita di un caro amico, tutt’ora in piena attività, Istruttore presso la Scuola Centrale d’Alpinismo: Umberto Ghiandi e la sua Nord del Cervino… Per concludere voglio comunque citare il detto: “l’ottimo è nemico del buono”. Ergo, caro Roberto e cari amici tutti: grazie per aver fatto un BUON lavoro! Ad majora.
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