Annuario 2011
Io non so, credetemi, se sarò capace di ricordare Massimo con la serenità che dovrebbe distinguere il ricordo di un amico. E’ ancora la rabbia terrena, purtroppo, a prevalere sull’amarezza, sulla tristezza di una morte così improvvisa.
Massimo lo conoscevo da diversi anni. Era un’amicizia che fondava sulla stima reciproca e, ancor più, sulla comune affinità d’interpretare le cose del CAI, talvolta anche in senso critico, certo, ma mai provocatorio. Anche quando, ultimamente, un’intervista pubblicata sulla nostra Rivista aveva partorito qualche “turbolenza” nel Coro, cose d’altronde che accadono in tutti i Gruppi, e a causa della quale ci parlammo in più di un’occasione ma sempre nel rispetto dei ruoli, delle opinioni, con l’educazione che, sempre, distingueva Massimo in ogni Sua azione.
Massimo sapeva ascoltare, ed è una dote di pochi, e unire la concretezza allo stile. Lo stesso stile, la stessa dignità con la quale ha affrontato quest’atroce e fulminea malattia che lo ha strappato alla famiglia, agli amici, al CAI Firenze. Alpinismo Fiorentino si associa con dolore al dolore, nell’auspicio che il tempo riesca, se non altro, a lenire la rabbia ben sapendo, tuttavia, che non riuscirà a colmare il vuoto che ha lasciato. Ciao Massimo.