Annuario 2014 – Grado, Assemblea Nazionale dei Delegati
Lo ammetto: sulla carta poteva sembrare un fine settimana rubato alla Montagna, ma questa mia seconda Assemblea nazionale dei delegati si è rivelata una bellissima avventura! È inutile girarci intorno: se possiamo godere di tanti momenti in Montagna con il CAI è anche grazie al fatto che dietro alla passione di tanti volontari c’è una macchina organizzativo-amministrativa enorme che per funzionare ha bisogno anche di questi eventi.
La Società Alpina Friulana, che quest’anno ha preso in carico la realizzazione dell’Assemblea, ci accoglie a Grado, cittadina sull’Adriatico, diventata famosa in antichità soprattutto perché “porto” della vicina, più famosa e ben più affascinante Aquileia. È una piccola laguna e questo dettaglio deve aver colpito molto il nostro Presidente Masoni che, nelle due passeggiate che ci siamo concessi a giro per la cittadina balneare, ci ha coinvolto in maniera energica nella ricerca di un “Canal”: nessuna laguna ne può essere priva!
Circa 354 delegati (con 364 deleghe per gli assenti) sono arrivati da tutta la penisola (e da Lima, dove ho scoperto che il CAI ha una sezione!). Tra di loro ci siamo anche noi fiorentini: Roberto Masoni, Eriberto Gallorini, Fabio Azzaroli e la sottoscritta con le deleghe anche delle altre due delegate della nostra sezione. Confesso che sono molto riconoscente in particolar modo nei confronti di Eriberto e Fabio perché per una matricola come me è stata una fortuna poterli seguire e tentare di imparare qualcosa dalla loro più che decennale esperienza all’interno delle dinamiche del Sodalizio. Il sabato pomeriggio rimarrà impresso nella memoria dei presenti per la proiezione di due filmati relativi ai protagonisti delle due spedizioni che hanno vinto il premio Paolo Consiglio 2014: si tratta di un riconoscimento in denaro (ca 2.000 €) che ogni anno il CAI rivolge a delle spedizioni extra-europee di particolare rilievo. I vincitori sono stati due coppie di gagliardi alpinisti che si sono contraddistinti in Patagonia: Matteo della Bordella e Luca Schiera sulla via “Notti magiche” alla Torre Egger; Tomas Franchini e Francesco Salvaterra sulla via “Ruleta Trentina” sul Cerro Rincon.
Le menziono anche perché hanno rappresentato il momento più poetico e trascinante dell’Assemblea. In un modo o in un altro la Montagna penetra sempre, si fa largo, come in una nuova orogenesi, tra le terre di prosaiche pratiche amministrative di un Ente che a volte può sembrare un po’ distante dalla vita di sezione. L’anno scorso ci hanno pensato Annibale Salsa ed Armando Aste a far ribollire il sangue, il primo raccontandoci il senso e i motivi del Bidecalogo di fresca pubblicazione, il secondo stilando un appassionato ritratto di Pierre Mazeaud. Dodici mesi dopo, sono questi quattro ragazzi a farci volare alto con immagini mozzafiato delle vette patagoniche. Semplicità e tanta passione è il filo conduttore che li collega e che, a mio avviso, marca tante espressioni del CAI.
La domenica mattina parte con la relazione morale del Presidente Generale, Umberto Martini. Molti gli argomenti trattati, ve ne evidenzio solo alcuni:
1 – la necessità di uno snellimento e modernizzazione delle strutture degli Organi centrali mediante la revisione del loro competenze finalizzata ad un maggior consolidamento delle responsabilità dei Gruppi regionali (progetto “Il CAI di domani”).
2 – L’importanza della divulgazione della comunicazione all’interno e all’esterno del CAI, settore in cui gli sforzi non sono sembrati proporzionali ai risultati. Quanto al primo aspetto, l’intervento di uno dei delegati ha lamentato l’assenza di strumenti di comunicazione interna tra sede centrale e territorio, aggravata dalla edizione solo on-line dello Scarpone; quanto al secondo è stato rimarcato l’obiettivo di intensificare la presenza sui social network (facebook, twitter) e di continuare l’opera di pubblicazioni non periodiche a livello divulgativo, accessibile anche dai non soci. In questo senso, infatti, sono apparsi buoni i risultati ottenuti dalla collaborazione con il Corriere della Sera (il “Libro dei rifugi”) in termini di copie vendute e soprattutto di visibilità esterna del Sodalizio.
3 – il notevole sforzo economico affrontato dal Fondo Rifugi, istituito dal CAI nel 2007. Due i fattori che hanno portato al quasi esaurimento delle risorse disponibili per quest’anno: i danni provocati da una stagione climaticamente difficile e le ingenti somme richieste dalla necessità di mettere “a norma” i rifugi, spesso scambiati dal legislatore per alberghi di fondo valle piuttosto che come ripari in terre alte e ostiche.
La necessità di sopperire a tali esigenze è stata una delle ragioni predominanti che, nel prosieguo dell’Assemblea, hanno portato all’approvazione dell’aumento di 1,40 € della quota del tesseramento per soci ordinari destinata alla Sede centrale.
4 – L’avvio della nuova piattaforma per il tesseramento dei soci che sta impegnando le segreterie delle tante sezioni territoriali in una non facile opera di informatizzazione e ammodernamento.
5 – Il progetto di razionalizzazione degli Organi tecnici centrali operativi che punta alla trasversalità e alla condivisione di una base culturale comune in modo da giungere alla formulazione di un’agenda strutturale unica sulle attività di formazione e sui convegni di studio dei vari OTCO.
6 – L’avvenuto completamento delle procedure di ratifica di tutti i protocolli di attuazione della Convenzione delle Alpi dal parte del Parlamento italiano.
7 – L’impegno di pubblicare in futuro un libro sui 150 anni del CAI e sulle attività svolte durante l’anno celebrativo appena conclusosi.
Tra gli interventi dei delegati che sono seguiti alla relazione del Presidente Generale, ve ne sono due che hanno lasciato nei delegati diversi spunti di riflessione. Il primo è di Giancarlo Del Zotto, past president del CNSASA, il quale, di fronte alle sempre maggiori difficoltà incontrate dagli istruttori CAI (in termini di tempo, di disponibilità economiche e di compatibilità con i ritmi della vita quotidiana), ha proposto l’introduzione di qualche forma di remunerazione. L’evidente fine provocatorio dell’intervento ha risvegliato l’aula ed ha scatenato un “acceso dibattito” a favore del volontariato nel CAI. Il fervore che ha riscaldato gli animi dei presenti ha dimostrato l’opportunità di tale provocazione: il tema della compatibilità del volontariato (essenza del CAI) con le difficoltà di una congiuntura economica e sociale come quella che attraversiamo è decisamente attuale e non trascurabile, tanto che sarà specifico oggetto del futuro 100° Congresso del CAI.
Il secondo è quello della Presidente del CAI Lombardia, Renata Viviani, la quale ha giustamente richiamato l’attenzione sulla tendenza di alcune regioni italiane, ed in particolar modo la Lombardia, ad aprire l’utilizzo dei sentieri CAI a mezzi motorizzati. La Viviani ha pubblicizzato la campagna di sensibilizzazione fatta dal CAI e la sua petizione contro l’emanazione di normative in tal senso. Da Montagne 360 di settembre si apprende, ahimè, che la battaglia è stata persa,
almeno in Lombardia.
Dopo la presentazione del bilancio d’esercizio 2013 e la relazione del Collegio Nazionale dei Revisori dei conti, l’Assemblea si è conclusa con le votazioni per il rinnovo di alcune cariche elettive, tra le quali ricordo quella del nuovo Vice Presidente generale (Paolo Borciani, già Presidente del CAI Emilia Romagna, componente del Comitato direttivo centrale) e del Collegio dei Probiviri nazionali. Permettete di lasciarvi con un’affettuosa nota di colore che ha allietato proprio il momento dell’elezione dei Probiviri. Prima della votazione il nostro Roberto Masoni è salito sul palco per annunciare e sponsorizzare la candidatura di Fabio Azzaroli, decisa proprio nei giorni dell’Assemblea di Grado. Forse preso dall’emozione del pubblico, forse un po’ confuso dai discorsi soporiferi che lo hanno preceduto, il nostro Presidente ha avuto quello che poi si è rivelato un guizzo di genio: ha annunciato la candidatura di Azzaroli a Vice Presidente generale invece che a Proboviro!
Le centinaia delegati che stavano sonnecchiando nella routine di questi annunci si sono finalmente svegliati e una serpentina di commenti e domande sempre più rumorosi ha cominciato a diffondersi nella sala. A questo punto abbiamo assistito allo scatto felino di Fabio sul palco per confermare la sua candidatura soltanto a proboviro e per tranquillizzare il povero Borciani, fino a quel momento sereno per l’assenza di concorrenti.
Questi toscanacci son riusciti a risvegliare l’attenzione e il sorriso di tutti, fingendo (non si sa fino a che punto) un’allegra confusione sulle candidature. Risultato: tutta l’attenzione della sala, finalmente partecipe, è andata sul nostro Fabio, la cui competenza e serietà sono da anni conosciuti anche a livello nazionale tanto che ha raccolto moltissimi voti come proboviro. Purtroppo, alla fine, l’elezione del nostro Azzaroli non è stata considerata valida per uno di quei cavilli che fanno cadere le braccia anche ai più fantasiosi “don Abbondio” del Foro (pare che la candidatura dovesse provenire dal Gruppo Regionale oppure essere approvata dal 20% dei presenti in quella nazionale).
Morale? Il famoso “Canal” di cui parlava il Masoni e che tanto abbiamo cercato, a Grado non l’abbiamo visto. Forse il “Canal” è la linfa nuova di cui c’è estremamente bisogno nella gestione della sede centrale. C’è bisogno di soci che, provenendo dalla vita di Sezione, sappiano portare a Milano la stessa semplicità e passione che il CAI ci ha fatto conoscere in tante sedi sparse per l’Italia. Alla prossima Assemblea, a Sanremo!