ENERGIE RINNOVABILI? CERTAMENTE SÌ MA NON A TUTTI I COSTI!

Di Giancarlo Tellini, Coordinatore del Gruppo Sentieri della Sezione CAI di Firenze

Siamo sicuri che per dare un contributo positivo alla crisi energetica, valga la pena di peggiorare ancora crisi climatica e degrado ambientale?

Da gennaio 2020 sono trascorsi più di due anni con continue discussioni, confronti, richieste e proposte di soluzioni alternative senza nessun riscontro positivo. La decisione di realizzare il nuovo impianto eolico al Giogo di Villore, nel luogo scelto dalla società proponente, era già maturata nelle decisioni politiche regionali e locali.

Per coerenza rispetto alle idee portate avanti abbiamo deciso, come sezione CAI territorialmente competente, di impugnare davanti al TAR Toscana l’atto finale del procedimento amministrativo in quanto, a nostro parere, nella soluzione adottata sono presenti numerosi aspetti in contrasto con la normativa vigente. Queste criticità erano state segnalate anche in fase di conferenza dei servizi, senza però nessun esito. L’auspicio è che il giudizio sulla legittimità delle autorizzazioni concesse dalla Regione Toscana riconduca la realizzazione del progetto nell’ambito di quanto, con tolleranza diversa, viene richiesto di rispettare ai cittadini e alle imprese, anche per progetti che sono certamente di minore impatto ambientale: il rispetto della legge.

Le leggi, se ci sono si rispettano: non si puo’ saltarle a piè pari solo per accondiscendere a ciò che il popolo vuole, spesso senza ragionare sul prezzo che si pagherà.

La propaganda politica definisce la nostra opposizione, e anche quella della Soprintendenza, ideologica e di principio ma sbaglia profondamente. Troppi argomenti di questo progetto non vanno.
Noi come CAI siamo favorevoli alle energie rinnovabili ma non possiamo condividere una soluzione che ignora le regole che la società si è data e siamo sorpresi che eminenti rappresentati della politica deliberatamente ignorino questi aspetti.

Un giudice valuterà se ci stiamo sbagliando.

Girarsi dall’altra parte, con un progetto che presenta tante anomalie, sarebbe stato, per noi che amiamo la montagna e che vogliamo veramente che sia attenuata la crisi climatica, un comportamento ingiustificabile.

Riteniamo che il luogo scelto, sia per la distanza dalla viabilità principale, sia per la criticità geologica dei luoghi interessati che per la “misteriosa” qualità del vento (non resa nota e quindi non comparabile con quella dell’atlante dei venti che indica il luogo inadatto a tali realizzazioni) non sia adeguato. Ma questo è un aspetto che non incide nell’iniziativa di ricorrere al TAR, che ovviamente si riferisce esclusivamente agli aspetti di illegalità.

Il sito scelto per l’impianto
La Valle di Corella

A noi il progetto non convince. In sintesi:

a)-Non si tiene conto dei danni all’ambiente del crinale principale dell’Appennino e delle conseguenze legate allo svolgimento dei lavori sulla viabilità per permettere l’accesso di enormi mezzi per il trasporto del materiale, soprattutto nella valle laterale di Corella. Si ignora il progetto di istituzione dell’“Appennino parco d’Europa” molto importante per la tutela della salute e l’assorbimento del CO2, che verrà penalizzato dall’abbattimento di circa 90.000 mq (!) di bosco secolare, e i già avviati progetti di turismo sostenibile, quali il Sentiero Italia CAI e il sentiero Europeo E1. Le ipotesi di ripristino ambientale post cantiere sono vaghe e poco sviluppate.

b)-Siamo consapevoli della rilevante necessità di energia determinata dalle nostre abitudini e dalla grave dipendenza di approvvigionamento cha abbiamo da Stati esteri per le scelte politiche degli ultimi decenni. Scelte che siamo costretti a ripercorrere nel momento in cui si creano, come oggi, gravi tensioni con i fornitori di energia, ma che ci indirizzano ad altri soggetti alcuni dei quali non appaiono particolarmente affidabili. Quindi, certamente, le energie rinnovabili sono una necessità per acquisire maggiore autonomia, ma vanno fatte scelte razionali, minimizzando l’inevitabile impatto ambientale.

c)-Sarebbe necessaria una maggiore onestà intellettuale, da parte di tanti, che dovrebbero smettere di considerare immotivata ogni opposizione, in nome di esigenze superiori (come il questo caso la crisi energetica, in altri casi aspetti economici prevalenti sulla tutela ambientale). Noi siamo d’accordo sulle criticità dell’approvvigionamento di energia ma non può esserci attribuito, come CAI, l’atteggiamento di chi si oppone alla realizzazione di soluzioni nei pressi della propria casa. Il CAI vorrebbe che ci fosse più rispetto alla montagna che troppo spesso è solo un luogo da sfruttare o comunque “valorizzare” e non da tutelare in quanto tale per il valore ecologico e culturale che custodisce. La difesa del paesaggio non è solo la tutela del panorama (che comunque è grande motivo d’orgoglio del nostro territorio), come inopportunamente viene spesso ripetuto, ma di tutto l’ambiente naturale e della sua biodiversità. Basterebbe ricordare che la nostra Costituzione, unica in Europa e spesso ignorata, lo definisce un valore identitario e culturale.

d)-Ci sono studi che da molti anni prevedono la situazione ambientale di cui oggi abbiamo maggiore consapevolezza: la crisi climatica e la crisi energetica, che non sono lo stesso problema. È documentato che la crisi climatica dipende solo in parte da problemi di energia e che la crisi energetica era prevista a causa dell’esaurimento delle risorse naturali la cui estrazione, nel tempo, diventa sempre più costosa. Quindi, parlando di energie rinnovabili, oggi, dopo un ostruzionismo politico a queste soluzioni che dura da troppo tempo (penso per esempio ai vincoli per i pannelli solari), non è accettabile che ogni proposta debba essere accondiscesa senza alcuna seria valutazione oggettiva, solo perché c’è bisogno di energia. E ancor meno accettabile è che la scelta del luogo dove fare nuovi impianti sia fatta dalle aziende interessate e non dalle amministrazioni competenti, intese quali enti esponenziali del territorio.

e)-Ci chiediamo perché gli uffici della Regione Toscana abbiano prodotto, in fase di conferenza dei servizi, una lunga serie di osservazioni sul progetto dell’impianto eolico (ben 12 pagine), che hanno avuto riscontri solo parziali, ma che comunque, alla fine, hanno dato origine al parere positivo per la fattibilità dell’impianto. A noi sembra che la volontà politica sia prevalsa su ogni altra valutazione oggettiva. Quindi, un progetto con molti aspetti tecnici irrisolti. Vista la mancanza di un piano strategico pubblico da parte della Regione, il timore è che a questo progetto ne seguano altri, random, un po’ come avvenuto con i tralicci per le antenne radiotelevisive impiantate a caso dagli imprenditori interessati e non in luoghi preventivamente scelti dall’amministrazione dopo le opportune verifiche, con un occhio particolare alla non più rinunciabile esigenza di limitare il consumo del suolo.

f)-Con amarezza constatiamo che solo oggi, scelte del Governo centrale si indirizzano su progetti più virtuosi, dimostrando che progetti come quello del Giogo di Villore sono superati da soluzioni con minore impatto ambientale, soprattutto per la loro costruzione. Ci riferiamo alle “comunità energetiche” e agli impianti in mare.

No, la nostra non è opposizione ideologica, ma coerenza a quei principi che portiamo avanti da oltre 150 anni e – guarda un po’ – codificati nel Bidecalogo, messi nero su bianco in tempi non sospetti.

Per la posizione ufficiale del CAI sulla posizione relativa alle energie rinnovabili:
https://www.cai.it/wp-content/uploads/2021/07/Transizione_ecologica.pdf

Altre informazioni per chi vuole approfondire le criticità del progetto:
https://www.cai.it/gruppo_regionale/gr-toscana/eventi-e-attivita/escursione-al-giogo-di-villore/

http://www.devurbe.net/Il-Mugello-le-turbine-eoliche-la-guerra

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