di Carlo Barbolini (CAAI)
Piero ci ha lasciati l’8 settembre 2020 all’età di 92 anni, era nato il 4 dicembre del 1927. Dicembre 2020, è il 16 dicembre ed insieme all’amico Franco Cervellati e alla figlia Flavia, sono a casa Zaccaria a Firenze dove, accolti da Graziella, abbiamo ricordato, riso, raccontato aneddoti e storie talvolta dimenticate su Piero e su di noi. È stato un pomeriggio veramente bello, forse complice il buon prosecco tirato fuori dal frigo da Graziella. Nato a Trieste e vissuto poi a Firenze dal 1954 per lavoro, Piero aveva allora già una notevolissima attività alpinistica in particolar modo dolomitica ed infatti era stato nominato Accademico nell’aprile del 1949, ancora non aveva 22 anni!
È sempre stato socio della Sezione CAI XXX Ottobre di Trieste ma una volta a Firenze ha legato, insieme a Graziella e poi anche con la figlia Flavia, con l’ambiente alpinistico fiorentino facendo molta attività. Non ho arrampicato molto con Piero ma ricordo che, negli anni 70/80 era sempre presente a Maiano tutti i pomeriggi primaverili e non solo. Non parlava molto in pubblico ma in privato era sempre pronto alla battuta e molto ironico a differenza di Graziella che aveva un carattere esuberante. Franco Cervellati (SISS – Società Italiana di Storia dello Sport Centro Studi ASSI Giglio Rosso Firenze) ha redatto un bell’articolo su di lui che è stato pubblicato sul n 178 di Alpinismo Triestino, aprile-maggio-giugno 2021 e che sarà presente sul prossimo annuario del Club Alpino Accademico Italiano.
Dal suo scritto:
“Nelle prime incerte tracce della nostra ricerca abbiamo trovato citato il nome di Zaccaria nell’elenco degli allievi di un corso della Scuola di Alpinismo Emilio Comici datato al 1943 e due anni dopo è fra i fondatori del Gruppo Rocciatori dell’Associazione XXX Ottobre. Passato il peggio, dopo quelle dure esperienze e con la città liberata, Zaccaria tornò alla pratica metodica del suo giovanile divertimento, arrampicando sulle impegnative pareti della Val Rosandra o su quelle più brevi della “Napoleonica” a Prosecco. Eppure continuavano ad essere dei tempi duri, quelli: l’amministrazione militare alleata che governava sul Territorio Libero di Trieste imponeva rigidi controlli sui flussi di frontiera, in città si respirava aria di forte contrapposizione tra gli appartenenti all’etnia italiana e quella slava e la situazione di grande incertezza sul futuro di quella terra contesa si protrasse per ben nove anni, dal 1945 in poi.
Nel 1946 entrò a far parte, come istruttore, della Scuola Nazionale di Alpinismo Emilio Comici di Trieste.”
Il lungo articolo di Franco è frutto di una sua ricerca molto accurata e rimando ad esso una migliore e completa trattazione della storia e della vita di Piero. Ovviamente, dopo il trasferimento a Firenze, fu chiamato nella Scuola Tita Piaz nel 1957.
Termino solo con un ultimo estratto dal suo scritto:
“Piero Zaccaria ha avuto in dono dalla natura una salute invidiabile, mai qualcosa più di un raffreddore, mai un mal di denti, ha passato i 90 anni di slancio, mai voluto fare analisi del sangue, nonostante la sua formazione scientifica. Stava bene, punto.
Nella primavera del 2020 ha voluto acquistare l’ultimo modello, assai grintoso, di una scarpa da escursionismo della più nota azienda nazionale, in previsione delle sue amate escursioni estive altoatesine. Non le ha potute utilizzare, purtroppo, perché dal mese di giugno – a Vipiteno – è iniziato il suo rapporto del tutto improvviso e invalidante con il “male del secolo”, così usiamo definire più signorilmente lo scomodo e difficilmente pronunciabile termine di tumore. L’8 di settembre – a Firenze – le sue sofferenze, tenute a bada dalle cure palliative, sono giunte al termine, accompagnato fortunatamente per lui, dalla presenza costante e dall’affetto della moglie Graziella e della figlia Flavia.”
In uno scambio di messaggi con Flavia la stessa mi scrive:
“Ai suoi 80 anni abbiamo fatto un’ultima arrampicata alle Torri del Sella insieme, lui ovviamente da primo sennò non è arrampicare…“