“Ciao Roberto” di Roberto Masoni (Direttore Alpinismo Fiorentino)

Annuario 2007

Ci sono circostanze nella vita che non lasciano varchi, vie d’uscita. Circostanze che vorresti non arrivassero mai e che, simili ad un nodo che si scioglie improvvisamente, lasciano  dentro, nel profondo di noi stessi, un senso di impotenza e talvolta di ribellione tanto sono sofferte, tanto sono insopportabili…

Insopportabili, ecco … questo è il termine giusto. Sono qui seduto davanti al computer e mi chiedo quanto sia buffo il mondo … solo pochi mesi fa, davanti a questo stesso computer, avevo scritto nell’editoriale che erano entrati a far parte della nostra redazione due nuovi componenti. Uno eri tu Roberto. Ricordo come accettasti con entusiasmo la mia proposta, sicuramente quella di minor importanza e minor prestigio fra i tanti ed autorevoli ruoli che hai ricoperto negli organismi del Club Alpino Italiano. Sicuramente questo sarebbe stato anche quello meno faticoso rispetto all’impegno profuso ogni qual volta sei stato chiamato a svolgere ruoli di ben altra responsabilità e sicuramente avresti svolto questo nuovo compito con la tua consueta serietà. Mi sembrasti contento di questa mia proposta, un modo come un altro per “servire” la nostra Sezione come hai sempre fatto e come, negli ultimi tempi, non ti riusciva più fare o non ti era proposto di fare. Improvvisamente, quel nodo di cui parlavo si è sciolto lasciandoci sbigottiti di fronte ad una eventualità  che, purtroppo,  potevamo razionalmente immaginare ma che in cuor nostro, tutti noi credo, credevamo ancora lontana, un’eventualità che non attendevamo così presto. Mi sono illuso, ci siamo illusi, che la tua volontà, la tua voglia di reagire – e ne hai avuta tanta a quanto ne so – potesse sconfiggere quella belva maledetta che si era annidata nel tuo organismo. Purtroppo ci siamo sbagliati, non sei più con noi. Te ne sei andato in silenzio, senza clamori, oserei dire con l’eleganza, nei modi e nel pensiero, che sempre ti ha caratterizzato e, come sempre succede in questi casi, ci vorrà del tempo per capire, ammesso di esserne capaci, e rassegnarsi ad una scomparsa che oggi, e chissà per quanto ancora, ci lascia smarriti.

Non più tardi di alcune settimane fa, a margine di una riunione della Scuola, mi chiedesti una sigaretta. Rimasi stupito eppure compiaciuto da quella tua decisione di fumarsi, anche se raramente, una sigaretta. Mi sembrò, paradossalmente, un segnale di speranza, la voglia e la forza  di tornare alla normalità. Ricorderai come restammo un po’ a chiacchierare amichevolmente dei tuoi problemi, dei tuoi programmi per il futuro, di Mattia  e dei progressi compiuti nei confronti del male che ti tormentava, mi desti già qualche consiglio per questo nostro Bollettino, non ti mancava certo il gusto estetico. Come sai è l’ultimo ricordo che ho di Te. Ci avviammo in direzione dell’auto, ti salutai come faccio ora, semplicemente … “ciao Roberto, ci vediamo …”. “Ciao Roberto, speriamo …” mi rispondesti.

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