Maggio 2008
Centoquaranta … tanti sono gli anni di vita della nostra Sezione. E’ una tappa importante, testimone di una vitalità che ci accompagna dal 1868. Sono trascorsi dieci anni da quando, su queste stesse pagine, fu pubblicato “Ieri, oggi, domani”, scrissi brevemente della storia della nostra Sezione nei 130 anni della sua fondazione. Sembra ieri …
Ho ancora vivo il ricordo del clima piacevole e scanzonato delle serate trascorse con Marco, allora fresco Presidente della Sezione e con altri amici, nelle quali ognuno di noi dava il proprio contributo all’organizzazione di quelle attività che dovevano, almeno nelle intenzioni, lasciare una traccia di quella celebrazione. Altri dieci anni sono passati, il domani che ieri ci pareva lontano nel tempo oggi è quotidiano e come in tutte le cose della vita, nonostante il tempo non sia gentiluomo, anche nella nostra Sezione, pur con l’avvicendamento dei compiti e dei ruoli, non è venuto meno quello spirito di migliorarsi che accresce valore alla nostra tradizione e che conserva quella continuità, quella costanza di programmazione e di preparazione finalizzata alle nostre attività.
Una vitalità, come dicevo, che ci distingue dal 1868. Erano gli anni di Firenze Capitale, anni di scelte importanti per il Paese. A Torino, città che ha dato i natali al Club Alpino Italiano, oltre che importanti furono anche dolorose. La notizia di trasferire la Capitale a Firenze aveva provocato non poche proteste; i cittadini torinesi, per lo più sudditi piemontesi, consideravano, oltretutto, questo trasferimento come un segnale di decadenza della loro città. In questo clima, il 13 febbraio 1865, La Marmora, allora Presidente del Consiglio, si trasferì, armi e bagagli, a Firenze. Circa tre anni dopo, il 1 luglio 1868, nel Gabinetto di Geologia del R. Museo di Fisica e Storia Naturale di via Romana, Igino Cocchi fondò la Sezione Fiorentina del Club Alpino Italiano. La prima in Italia a nascere, lo stesso anno di fondazione di quella di Agordo. A dirla tutta, erano già nati altri due punti di riferimento, cioè Aosta eVarallo, eppure, in quegli anni, non furono mai considerate Sezioni ma Succursali della sede di Torino.
Di tutto ciò, e di altro ancora, avremo tuttavia modo di parlare sia in questo, sia nel prossimo numero di questa nostra rivista. Dedicheremo infatti uno spazio consistente a questa nostra celebrazione in modo tale da integrare, con l’attività degli ultimi 40 anni, il contenuto del pregevole e prezioso volume stampato per i 100 anni della Sezione nel 1968.
Molti, quasi tutti i nostri Gruppi sono nati in questi ultimi quarant’anni, ad ognuno di loro abbiamo chiesto uno sforzo di collaborazione, una memoria delle loro attività. So bene quanto sia costato in termini di impegno e di tempo, so bene quanto la nostra Redazione sia stata insistente nelle richieste. Non posso che ringraziare tutti, un grazie sincero a tutti i Responsabili, Consiglieri e collaboratori dei Gruppi. Un grazie, di cui loro, per primi, devono rallegrarsi. E’ una testimonianza di attaccamento, di passione, di dinamismo, di quell’energia vitale presente dal 1868. Permettetemi un unico rimpianto, scevro da alcuna polemica. Purtroppo non tutte le nostre realtà hanno percepito l’importanza di questo nostro invito. Peccato.