Maggio 2007
Ancora una volta le parole struggenti di Signore delle Cime si sono levate, commosse ed un po’ malferme, per salutare un amico, uno di noi. Franco Del Buffa, entrato fra i primi a far parte del Coro della Sezione … ha salutato tutti in punta di piedi, come era nel suo stile, sempre schietto e generoso, ed ha raggiunto la ormai folta schiera degli amici che lo avevano preceduto ed alla quale anche noi ci riuniremo per cantare ancora.
Da sempre in forza nella sezione dei Baritoni, per moltissimi anni è stato un simbolo del Coro, coprendo il ruolo di presentatore dei canti durante i concerti e le altre mani-festazioni. Sempre impegnato a dare il suo contributo disinteressato in ogni situazione, con passione e amicizia, anche quando, a causa di qualche acciacco dovuto all’età, ha dovuto un po’ “rallentare” il ritmo della sua partecipazione non ha mai fatto mancare il proprio contributo di esperienza, buon senso, collabo-razione. Accanto a lui, partecipe a tutte le trasferte, a tutti i concerti, a tutti i momenti belli e non del coro, era sempre la sua cara Marta e vederli insieme era un messaggio forte di un amore coniugale vero, totale, forte. Un messaggio bellissimo per tutti noi più giovani: non sbandierato, non esposto, non insistito, ma semplicemente e serenamente vissuto insieme, espresso dai fatti e dal modo di essere. Ricordo la commozione di tutto il Coro quando, durante una trasferta in Svizzera, tutti insieme festeggiammo le nozze d’oro di Franco e Marta: anche in quell’occasione festosa e un po’ rumorosa, un affetto composto dal quale traspariva appena la gioia grandissima.
Franco è stato una figura di spicco e di riferimento per larga parte della cultura fiorentina, attraverso la sua libreria di via del Corso nella quale si potevano trovare vere e proprie golosità per gli appassionati. Era instancabile anche nell’attività di volontariato: oltre al suo contributo essenziale alla vita del Coro, altrettanto attivo era in altre realtà, come ad esempio al Santuario della Madonna del Sasso, doveva si era ritagliato il suo angolino di paradiso, una casetta dove lui e Marta si rifugiavano appena avevano qualche ora di tempo libero. Quella casa rispecchiava in modo evidente la serenità dei suoi abitanti: semplice e accogliente, calda di vita serena, ospitale. Come era lui.
Il Coro ha perso un amico sincero, leale, generoso. Resta la consolazione di sapere che, insieme a Ruggero, a Luciano, a Valdemaro e a tutti gli altri, continua a cantare con noi, come continua a cantare nei nostri cuori.