“Il Rifugio Firenze in Alpe di Cisles” di Stefano Saccardi

Annuario 2010

Questo vuole essere un breve viaggio attraverso l’assegnazione dei Rifugi Firenze e Serristori, avvenuta negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, considerando i tempi che si vivevano per capire perché la Sezione Fiorentina del C.A.I. tanto si adoperò per vedersi assegnati due rifugi che, considerata anche l’epoca, erano a così tanti chilometri di distanza.

Il Regensburger Hutte, a noi meglio noto come Rifugio Firenze, è situato nell’ampia boschiva, prativa  e assolata Alpe di Cisles, poco sopra Santa Cristina di Val Gardena, a 2.037 mt. di altitudine., al cospetto dei Gruppi Dolomitici delle Odle, del Puez e dello Stevia. Facilmente raggiungibile da Santa Cristina, da Ortisei, da Selva, si trova al centro del Parco Naturale Puez – Odle. Fu costruito nel 1888 dalla sezione di Ratisbona del D.O.A.V. (Deutscher und Osterreichischer Alpenverein). Il Trattato di Pace, stipulato alla fine della prima guerra mondiale, stabiliva la ripartizione del dissolto Impero Austro Ungarico e le condizioni per la creazione della Repubblica Austriaca. Fu firmato il 10 settembre 1919 nella località di Saint Germain en Laye (Francia). 381 articoli stabilivano le clausole più importanti; in particolare furono assegnati all’Italia il Trentino Alto Adige, la Val Canale, il goriziano, Trieste, l’Istria, diverse isole dalmate e la città di Zara. I venticinque rifugi, assegnati all’Italia, appartenevano al Club Alpino austro- germanico e avevano tutti il nome della città proprietaria.
Il Rifugio Firenze nel 1924 da una foto tratta dal Bollettino sezionale

L’allora Regensburger Hutte passò di proprietà del Demanio Militare Italiano attraverso il Ministero della Difesa che a sua volta lo consegnò alla Sede Centrale del C.A.I. unitamente agli altri rifugi appartenenti a Società ed Enti ex nemici. La Sede Centrale autorizzò poi la “Commissione sistemazione esercizio rifugi terre redente”, all’uopo creata a Milano, per distribuire gli edifici fra le città italiane sedi di una sezione del C.A.I. e per gestirne l’amministrazione. Dopo la seconda guerra mondiale tutte le competenze furono trasferite al Ministero del Tesoro. Alla data odierna le sezioni affidatarie dei venticinque rifugi sono: Milano (5), Brunico (3), Merano (3), Bressanone (2), Verona (2), Vipiteno (2), Bergamo (1), Bolzano (1), Desio (1), Fortezza (1), Firenze (1), Roma (1), Padova (1), Vicenza (1). E’ bene ricordare che tutti erano inagibili a seguito delle distruzioni subite durante la guerra. Le sezioni affidatarie hanno provveduto alla ristrutturazione,

Il Rifugio Firenze sulla copertina del Bollettino del settembre 1988

manutenzione e ampliamento dei rifugi, dotandoli, con gravosi impegni economici, dei servizi necessari. Occorre inoltre pensare all’importanza che i rifugi hanno avuto per lo sviluppo delle vallate alpine e, se vogliamo, anche ciò che rappresentano, cioè un significativo punto d’incontro e di solidarietà per gli appassionati di montagna di tutta l’Europa.

Una cartolina del 1903 tratta dal sito www.helmacsammlung.de

La sezione di Firenze fece ogni sforzo possibile affinchè  le fosse assegnato un rifugio che potesse portare il nome della città. Furono raccolti fondi in tutta la Toscana per raggiungere lo scopo e fra i primi donatori, il Comune di Firenze con 5.000 lire ma anche nobili fiorentini, una non meglio identificata Cori di montagna con 180 lire, gli alpini, la Deputazione Provinciale di Firenze con 2.000 lire e tanti altri. Leggiamo sul Bollettino Sezionale del 1° trimestre 1922: ”… il rifugio destinato a chiamarsi Firenze, quasi certamente è il Regensburger Hutte a più di 2000 m. di altitudine, in mezzo ad una meravigliosa conca di prati e contornato da un bellissimo gruppo di Dolomiti che si spingono oltre i 3000 m. nell’alta Val Gardena…”. E ancora “….cari colleghi e amici abbiamo bisogno, almeno, di 50.000 lire. Poiché la cosa assume un carattere di dignità cittadina, chi si sente fiorentino di “razza” deve contribuire secondo le proprie forze a questa patriottica iniziativa….”.

Il Consiglio Direttivo invitava a prepararsi a partecipare nel Ferragosto successivo all’inaugurazione trionfale del Rifugio Firenze in Val Gardena e al battesimo della sezione di Bolzano. Ma perché fu data tanta importanza all’ acquisizione del rifugio? Soprattutto per motivi politici, scientifici e artistici. Chi avrebbe gestito il rifugio compiva, nel nostro caso in Val Gardena, un’affermazione della propria forza. Il rifugio offriva, inoltre, occasione agli scienziati (geologi, geografi, botanici, glaciologi) la possibilità di poter compiere, in zone poco studiate e lontane da ogni centro di ricerca, un’infinità di osservazioni e prolungati studi nella regione. Anche i vantaggi militari furono presi in considerazione in vista di una possibile guerra all’epoca, e prevedibilmente, quasi essenzialmente di montagna. La sensibilità artistica dei fiorentini ne avrebbe tratto giovamento per avere spettacoli fantastici che la zona, al tempo sconosciuta, offriva. Lo sport della montagna ne avrebbe tratto incoraggiamento perché lo sport di montagna era considerato il più salubre e Firenze e la Toscana tutta ne avrebbero tratto forza, commercio e ricchezza. Il Bollettino Sezionale del 1° trimestre 1924 riporta questa notizia: “… al momento di andare in macchina ci giunge la comunicazione ufficiale dell’assegnazione alla nostra sezione del Rifugio Cisles il più frequentato dell’Alto Adige. Il nostro scopo è così raggiunto, le nostre fatiche premiate. Intensifichiamo ora la propaganda per raccogliere le somme necessarie all’arredamento e all’allestimento del rifugio, cui sarà imposto il nome di Rifugio Firenze…”. Presidente della Sezione era, a quel tempo, Sebastiano Sberna (1924-1944) successore di De Falkner (1921-1923).
Nel Bollettino Sezionale del 2° trimestre del 1924 si rileva che a tale data furono raccolte 20.000 lire, somma regolarmente versata al CAI Centrale. Ma altre lire occorrevano per metterlo in efficienza come si deve, il rifugio doveva fare onore alla città. “.….i soci devono ricordare anche che tutto il nostro Appennino è assolutamente privo di rifugi; anche per questo bisogna perciò provvedere. L’opera è ardua ma della massima importanza perché i rifugi sono le opere più belle che avvicinino l’uomo a dio sulle alte montagne, e devono servire non soltanto agli alpinisti, ma anche per tutti quelli che sentiranno il bisogno morale e fisico di andare a respirare l’aria buona e pura lontana dalle noie più assillanti della vita….”. Dal 16 al 24 agosto 1924 fu organizzata un’escursione al Rifugio Firenze: sabato 16, partenza da Firenze, ad ora da destinarsi, per Santa Cristina di Val Gardena; domenica 17, salita al Firenze dopo tre ore di cammino.
Ma veniamo al Rifugio Serristori che è, invece, situato nel comune di Stelvio (BZ) in località Solda, nelle Alpi Retiche Meridionali, nel gruppo dell’Ortles Cevedale a 2.721 mt. Posto nell’alta Valle di Zai (Zaytal) presso i Piani della Crodetta ai piedi della Cima Vertana, offre una vista d’insieme a sud sulla Valle di Solda e sulle pareti nord dell’Ortles, del Monte Zebrù e del Gran Zebrù. La sua costruzione risale al 1892, quando la valle era territorio austriaco, e, come vedremo, dal 1924, passò alla Sezione di Firenze. Nel 1929 fu trasferita la proprietà alla Sezione di Milano che la detiene ancora adesso.
Sempre nel Bollettino Sezionale del 3° trimestre 1924 rilevo la notizia intitolata “Un altro Rifugio in Alto Adige assegnato alla nostra Sezione”: “… al momento di andare in distribuzione il presente notiziario, c’è comunicato che, mercé l’attivo interessamento del nostro Vallepiana, è stato assegnato alla nostra sezione un altro magnifico rifugio in Alto Adige. E’ questo il Rifugio Vertana (già Dusseldorfer Hutte) situato nella zona dell’Ortles a mt. 2707, a sole due ore da Sulden. Il Rifugio, ora in piena attività, è una solida costruzione in muratura a tre piani; contiene sedici letti e sedici pagliericci e può dare alloggio, con paglia a terra, a 100 persone. Sarà dedicato al nostro compianto Dedo Serristori tragicamente perito sul Bernina, di cui assumerà il nome. La cerimonia di consacrazione avrà luogo alla fine di agosto, e vi assisteranno il padre Senatore Conte Serristori, e il Presidente del Club Alpino, Comm. Porro….”.
Dal Bollettino Sezionale del 4° trimestre 1924: “… con stagione poco propizia, ma con molto entusiasmo, e con molta cordialità, il  24 Agosto fu riconsacrato il graziosissimo Rifugio Firenze. Alla cerimonia simpatica e commovente erano presenti il Prof. Caccia in rappresentanza del Sindaco di Firenze, il Sindaco e il Parroco di Santa Cristina di Gardena, nella cui circoscrizione è situato il Rifugio, la Guida Mulknedt in rappresentanza del Corpo delle Guide di Val Gardena, il nostro Presidente con un gruppo di soci, fra cui l’infaticabile Contessa Capponi, nonché alpinisti italiani e stranieri, villeggianti e montanari gardenesi. Quindi il

Il Rifugio Serristori in un'immagine degli anni '20 (da www.montagnedifoto.it)

Prof. Caccia, dopo aver portato il saluto e l’adesione del nostro Sindaco, mostrò con alate parole come questo lembo di Firenze fosse una sentinella avanzata nelle nostre meravigliose Dolomiti, presso i nuovi confini d’Italia. Ricordò ai valligiani presenti la loro origine ladina, e disse che dovevano perciò sentirsi orgogliosi di essere anche loro, figli di Roma; e consegnò al Dott. Sberna, perché la facesse conservare nella biblioteca del Rifugio, una copia delle opere complete di Dante, inviata dal Sindaco di Firenze, facendo notare il significato e l’importanza del dono…. Infine il nostro Presidente Dott. Sberna ringraziò tutti gli intervenuti, e affidò al Sig. Giovanni Nepomuceno Demetz la custodia del Rifugio, dopo avere molto opportunamente notato che alla buona tenuta del medesimo devono contribuire specialmente gli alpinisti e le popolazioni della vallata….Terminati i discorsi, il Parroco benedice i locali del Rifugio; quindi al suono della Marcia Reale, fu scoperta, benedetto e battezzata col tradizionale champagne, la bellissima lapide di marmo (dono del Comune di Firenze) recante il nome di “Rifugio Firenze” lo stemma del Club Alpino e il Giglio Fiorentino. Dopo molti alalà e cori alpini, autorità e alpinisti si riunirono insieme a banchetto. La sera, poi, il Rifugio fu graziosamente illuminato con i colori nazionali”.

Fra l’imperversare della tormenta, senza feste e senza canti di gioia, che sarebbero stati fuori luogo, il 28 dello stesso mese fu riconosciuto il Rifugio Vertana, battenzandolo col nome del nostro carissimo socio Alfredo Serristori, rimasto vittima di un tragico destino. Il nostro Presidente commemorò con brevi e commoventi parole il Defunto, ricordandone le qualità alpinistiche; e ringraziò la Famiglia che con nobile pensiero aveva voluto che a un Rifugio alpino fosse imposto il nome di Lui. Quindi il Prof. Caccia lasciò, per incarico del Sindaco di Firenze, anche a questo rifugio una copia delle opere complete di Dante. Intervennero alla mesta cerimonia, oltre ad alcuni soci della nostra Sezione, anche il Presidente della Sede Centrale Comm. Porro, accompagnato dal nostro Vallepiana, il Tenente Prampolini e il Rag. Battaglini rappresentanti della commissione Rifugi, il Conte Bossi Pucci e il Conte Baciocchi Del Turco in rappresentanza della Famiglia Serristori”. Tanto il Rifugio Firenze quanto il Rifugio Serristori sono in grado di funzionare con servizio di albergo, ed hanno la scorsa estate funzionato regolarmente con un buon numero di frequentatori. Ma quante cose assolutamente necessarie vi mancano ancora! Le coperte e le stoviglie da tavola sono appena sufficienti per una media affluenza di turisti, deficientissime però quando il Rifugio è al completo; non vi sono più gli armadi farmaceutici con gli strumenti necessari per il pronto soccorso; al Rifugio Firenze è ancora disarredato il grazioso fabbricato annesso, detto Rifugio d’Inverno: vi mancano letti, pagliericci, materassi, coperti, lenzuoli ecc..
Il reddito annuo modestissimo per il Rifugio Serristori, buono per il Rifugio Firenze, è sufficiente alla costosa manutenzione dei due Rifugi: ma come provvedere alle spese straordinarie d’impianto e di ripristino? La Sezione ha fatto quello che ha potuto per le necessità più urgenti e quest’anno ha dotato il Rifugio Firenze di due nuove lampade a vapore di spirito, di una cucina economica per la stagione invernale (nella quale il Rifugio è molto frequentato, essendo in posizione eccezionalmente adatta per sciare), ha acquistato le stoviglie più indispensabili. Ma le spese necessarie sono ingenti, e non posso essere sostenute senza un forte aiuto straordianario da parte dei soci. Nessuno potrà esimersi dal contribuire in modo adeguato a un’opera di così grande importanza: la nostra dignità d’italiani, l’onore di Firenze esigono che i nostri Rifugi siano in condizioni anche migliori di quello che erano durante la dominazione austriaca. I tedeschi sono tornati in gran numero a frequentarli: quale sarebbe il loro giudizio a nostro riguardo, se li trovassero trascurati e deficienti, o anche semplicemente privi di quelle comodità di cui erano, nei tempi passati forniti? Si ricordino i soci che molti dei Rifugi dell’Alto Adige avevano impianti centrali d’illuminazione, alcuni (fra cui il Rifugio Firenze), perfino il telefono; pensino che altri lavori sono resi necessari da nuove esigenze (fra gli altri, l’ingrandimento della sala da pranzo del Rifugio Firenze, nella quale spesso, i visitatori non trovano posto per sedersi a tavola), e non tardino a versare quella somma che tante volte abbiamo loro richiesto. Se prima poteva essere giustificati un rifiuto motivato dall’essere ancora incerta, l’assegnazione dei Rifugi, ora che ogni dubbio è dissipato ora che i Rifugi sono definitivamente nostri, non c’è giustificazione per chi non adempie il proprio dovere.
E chi ha già dato qualche cosa, faccia ancora una seconda offerta. Ne vale la pena. I nostri due Rifugi, sia per la loro struttura, sia per la comodità per l’accesso, sia per la loro invidiabile posizione (l’uno sulle più amene praterie ai piedi delle Dolomiti superbe, l’altro sull’orlo dei ghiacciai meravigliosi) sono fra i più belli dell’Alto Adige. Che nessuno dei loro visitatori, trovandoli in condizioni non adeguate debba dolersi che siano stati assegnati alla sezione di Firenze!”.
Anche i sentieri di accesso e di collegamento dovevano essere ricostruiti, come pure doveva essere rifatta la segnaletica, allora scritta solo in lingua tedesca. Numerosi i Soci coinvolti nella gestione del Rifugio come Ispettori con l’incarico del disbrigo e nella sorveglianza della gestione dei due Rifugi. Numerosi in quegli anni anche gli accantonamenti sezionali svolti al “Firenze” e le permanenze offerte agli orfani di guerra.
Come detto il “Serristori” passò, nel 1929, alla Sezione di Milano. Leggiamo infatti sul Bollettino Sezionale del 4° trimestre del 1928: “Quando lo scopo cui miriamo può essere più utilmente raggiunto facendoci sostituire nel nostro lavoro da altri che meglio possono adempiervi, malinteso zelo e deplorevole orgoglio sarebbe il nostro, se volessimo ostinarci a non cedere loro il posto! Questa convinzione, profondamente meditata, ci ha fatto acconsentire con entusiasmo alla proposta della consorella di Milano di cederle il Rifugio Serristori in Val di Solda. La Sezione di Milano, sia per i suoi maggiori mezzi finanziari, sia perché proprietaria di tutti gli altri Rifugi della Val di Solda, meglio di noi potrà certamente provvedere quanto occorre a quel Rifugio, e sorvegliarne il buon funzionamento; compiti cui noi non potevamo adempiere che in misura molto inferiore. Fu nostro vanto impegnarci a provvedere al rifugio in quell’epoca in cui le maggiori Sezioni del Club alpino non avevano ancora compreso la necessità di sottoporsi a gravi sacrifici pur di riscattare, riattare e far funzionare i Rifugi ex austriaci delle Terre Redente; e con lo stesso spirito patriottico e alpinistico con cui all’ora ne assumemmo la gestione, ora vi rinunziamo perché altri meglio può adempiervi. Siamo sicuri che il nostro compianto Dedo Serristori (cui, naturalmente, il Rifugio continuerà a esser dedicato) sarebbe il primo ad approvare il nostro operato.
Dalla cessione, gli interessi dei Soci non verranno in alcun modo danneggiati, e anzi ne riceveranno vantaggio; perché la Sezione di Milano si è impegnata a dare in perpetuo a tutti i Soci della Sezione di Firenze gli stessi diritti e le stesse facilitazioni di cui godranno i Soci della Sezione di Milano non solo per il Rifugio Serristori, ma anche per i prossimi Rifugi Città di Milano e Dux. Inoltre per simpatica iniziativa dei nostri amici milanesi, sarà imposto il nome di “Firenze” al sentiero che congiungerà direttamente il Rifugio Serristori con il Rifugio Città di Milano”. Dunque dal 1929 rimase alla nostra Sezione unicamente il “Firenze” la cui concessione in uso da parte dello stato avveniva attraverso la stipulazione di apposita. Convenzione con la quale furono regolamentati i vari aspetti relativi alla conduzione del Rifugio. In particolare la Sezione aveva l’onere di pagare un canone annuo simbolico di affitto, di curare la manutenzione e il miglioramento dell’edificio, di assumersi alcuni oneri assicurativi di ricostruzione in caso d’incendio, la cura nella manutenzione dei sentieri di accesso al Rifugio. Il 21 dicembre 1998 è stato approvato il Decreto Legislativo n. 495/98 …”recante norme in materia di trasferimento alle Province Autonome di Trento e Bolzano dei beni demaniali e patrimoniali dello Stato della Regione.” Nell’allegato B di tale Decreto sono elencati i beni trasferiti alla provincia autonoma di Bolzano, tra cui i venticinque rifugi ex MDE (Ministero Difesa Esercito) dati in concessione alla Sede Centrale del C.A.I., e da questa affidati alle quattordici Sezioni di cui sopra. L’art. 3 (che tratta dei Rifugi alpini) del Decreto, dispone al comma 1, che le concessioni sono prorogate al 2010 e che il rinnovo delle concessioni dopo il 2010 è effettuato con procedura a evidenza pubblica; il concessionario uscente è preferito a parità di condizioni. Al comma 2, l’art. 3 dispone che sono fatte salve le esigenze addestrative e operative del Ministero della Difesa.
Nel 2011 i venticinque Rifugi finora gestiti dal CAI passeranno alla Provincia di Bolzano.
Cartolina del Rifugio Firenze datata anni '30

La loro gestione dovrebbe essere affidata a un consorzio specifico del quale faranno parte la Provincia di Bolzano, il CAI e l’Alpenverein; questi, per lo meno, sono gli auspici di Luis Durnwalder (presidente della Provincia) e di Vincenzo Torti (vicepresidente del C.A.I.). In effetti, il passaggio alla Provincia è già avvenuto nel 1999, però il contratto della loro gestione affidata al C.A.I. scadrà a fine 2010. Pare addirittura che per l’Alpen Verein si tratti di un “esproprio illegittimo” perché i rifugi in menzione non erano menzionati nel Trattato di Saint Germain.  Anche polemiche dunque in barba alla fratellanza e alla solidarietà che dovrebbe accomunare tutti quelli che vanno in montagna!

La cosa che colpisce in tutta questa vicenda è comunque l’assoluta mancanza di notizie e comunicazioni da parte delle Autorità in essa coinvolte, e non si comprende il perché. Sono da chiarire anche aspetti economici della vicenda perché vi sono i diritti di prelazione del C.A.I. per gli investimenti economici eseguiti dal C.A.I. medesimo nei rifugi dopo il 1999 data del passaggio alla Provincia e agli indebitamenti contratti per l’esecuzione di detti lavori. Una volte definite le varie questioni, ancora in discussione inizieranno le operazioni per il nuovo consorzio di gestione, la redazione degli statuti, la composizione degli organismi, i finanziamenti ecc. Tutto questo doveva essere chiarito entro la primavera 2010 ma niente è stato comunicato in proposito.
Sappiamo come il Rifugio Firenze abbia assunto negli anni una rilevante importanza turistica a livello locale, regionale e nazionale. La nostra Sezione affidava a sua volta la gestione diretta della struttura attraverso apposita convenzione fissandone i criteri, i modi, le competenze economiche e gestionali. Dal 1940 custode e gestore del Rifugio sono la Famiglia Peratoner. Prima con il capostipite Matteo deceduto nel 1962 e poi con  i figli Resi e Victor con i nipoti. Matteo aveva gestito e custodito il Rifugio negli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale riuscendo a preservarlo intatto. I più “anziani” lo ricorderanno come gran lavoratore, con il grembiulone blu tipico del Sud Tirolo, gran conoscitore delle condizioni meteo della Val Gardena. Era stato anche un ottimo alpinista, soprattutto nelle cime circostanti quali Odle e Fermeda; queste sue famose frasi: ”In roccia non si prova, si fa un passo quando siamo sicuri di poterlo fare” e “mai sbagliare in roccia, in roccia si sbaglia una volta sola!”. Nel Settembre 1988 furono celebrati i 100 anni di vita del Rifugio unitamente dalle Sezioni Cai Firenze e Alpenverein di Ratisbona. Numerose le manifestazioni programmate ed effettuate tutte con ottima riuscita.
Il "Firenze" nel primo dopoguerra (wikimedia.org)

Sabato 24: escursioni al Rifugio Puez, la gita a Seceda, la “via ferrata” del Sass Rigais, una solenne Messa cantata dal Coro Sasslong di Santa Cristina e celebrata a pochi passi dal Rifugio in uno degli scenari più belli delle Dolomiti, a conclusione il “concerto” di due corni alpini svizzeri. Inoltre pranzo e cena conviviali ufficiali o meno, complessini tipici jodel. Domenica 25: varie manifestazioni a Santa Cristina e al Monte Pana; corteo folcloristico per le vie del paese con i tipici costumi della vallata. Anche il Coro La Martinella partecipò a questa manifestazione.

A ranghi quasi completi, sotto la direzione di Claudio Malcapi, il Coro si esibì nel Salone dell’Azienda di Turismo, e la domenica, all’aperto, alternandosi al locale Coro Sasslong, e cantando infine il Signore delle Cime a cori riuniti. Anche una rappresentanza degli sbandieratori fiorentini, nei loro pittoreschi costumi, partecipò all’evento riportando un notevole e apprezzato successo. “Buffet” apprezzatissimi e l’esibizione della locale banda Musicale (Musikapelle) fecero ulteriore corona alle manifestazioni. Alpinisticamente parlando fu colta l’occasione da parte di Giancarlo Dolfi e Aldo Terreni per aprire una “prima” alla torre del massiccio dello Stevia, una parete di 250 mt. alla quale imposero il nome di “Scalata del Centenario”. Un vero successo svolto in un’atmosfera di cordialità e simpatia fra gente di varia provenienza, cultura e tradizioni; in affratellamento come solo la montagna sa fare!
Il Coro La Martinella sfila per Santa Cristina

Vero fiore all’occhiello della nostra Sezione il Rifugio è stato meta per le vacanze di tantissime persone sia italiane sia straniere. Nel 1888 il Rifugio era un semplice e piccolo ricovero incustodito che fu modificato nel 1897 e poi ampliato nel 1907. Nel tempo il Firenze ha subito variazioni con aumenti di superfici e volumi. Nel 1940 il Rifugio era costituito da due corpi di fabbrica separati, di cui il più piccolo, detto locale d’inverno, conserva l’originario aspetto del 1924. Nel 1952 era ancora nello stato di fatto del 1940. A tali epoche era presente una sala da pranzo, sei camere e un dormitorio nel sottotetto, oltre i servizi igienici. In un corpo adiacente vi erano la cucina e i locali per il personale. Il locale d’inverno era dotato di sette camere, una cucina e un servizio igienico. In totale al 1951, trenta posti letto nelle camere e venti nel camerone dormitorio. Nel 1956 fu realizzata al piano terra un’ampia sala soggiorno-pranzo, nuovi servizi igienici, un nuovo camerone nel sottotetto, anch’esso con servizi igienici. Dal 1956 al 1989 furono eseguiti vari lavori di ristrutturazione che modificarono la ricettività con quattro camere a un letto, sei camere a due letti, una camera a tre letti, tre camere a quattro letti, sette cameroni con svariati posti letto. A piano terra vi sono due sale soggiorno- pranzo, la cucina, le dispense e i depositi. I servizi igienici sono sette w.c., nove lavabi, due docce. Nel complesso il rifugio può ospitare 99 persone, di cui 71 nel nucleo principale e 28 nel locale d’inverno che conserva sempre lo stato originario.

Più recentemente, nel 2003, sono stati fatti modesti interventi migliorativi la funzionalità dell’edificio. Dal 1992 al 2005 è stato eseguito l’allacciamento alla rete elettrica con il contributo finanziario dei gestori. Negli anni 1992-1993 è stata realizzata la fognatura dell’Alpe Seceda, Mastlè e Cisles permettendo così al Rifugio di normalizzare gli scarichi di acque reflue bianche nere; la spesa a totale carico della Sezione per complessive lire 51.360.000. Per quanto riguarda l’adeguamento alla normativa in materia d’incendi, il Rifugio è stato messo a norma nel 1999; in particolare con luci di sicurezza, impianto di allarme e di rilevazione incendi. Dal 1999 al 2003, con il contributo della Provincia autonoma di Bolzano, sono stati eseguiti lavori riguardanti l’illuminazione del camerone sottotetto e di un locale adiacente il locale docce.
Vi sono anche progetti non realizzati, come l’aumento del volume del locale d’inverno, di modifica alla dependance, la modifica dell’accesso al rifugio. Le ultime esigenze riguarderebbero il deposito dell’acqua insufficiente a soddisfare le esigenze odierne; un adeguamento dei servizi igienici al piano terra, che si trovano in vicinanza del bar e della sala da pranzo; un miglioramento degli spazi esterni con l’ampliamento della terrazza. Nelle belle giornate e nei periodi di maggior affluenza numerose sono le presenze dei turisti che affollano il rifugio sia internamente sia esternamente. La nuova vicina cabinovia del Col Raiser contribuisce a far affluire un sempre maggior numero di appassionati di montagna. Mi piace infine ricordare le famose partite a scopone che il mai dimenticato Presidente della Repubblica Sandro Pertini vi giocava con il Comandante del Centro Addestramento Sportivo Carabinieri di Selva Val Gardena, e come lo stesso Presidente abbia sempre gradito la bellezza del posto e la cortese ospitalità della Famiglia Perathoner.
Voglio ringraziare per il cortese aiuto nel reperimento di dati e notizie i Soci: Annalisa Berzi, Valerio Sestini, Remo Romei, Carlo Marinelli e Marco Bastogi.

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