“In ricordo di Roberto Frasca” di Piergiorgio Baldracco (Presidente Nazionale CNSAS)

Annuario 2007

Roberto entra nel soccorso alpino nel 1981 ed in breve percorre tutta la carriera che lo porta ad essere dapprima Capo Stazione dell’Appennino Toscano, poi Delegato … della Zona Apuana e quindi a contribuire alla fondazione del Servizio Regionale Toscano di cui diventa primo Presidente.

Dagli inizi degli anni ’90 partecipa attivamente alla vita del CNSAS nazionale come componente dell’Assemblea e poi, dal 2001 al 2003, entra nel direttivo in qualità di Consigliere Nazionale, dove mette al servizio di tutti le sue conoscenze professionali nel campo dell’immagine e le sue innate doti di diplomatico con una lungimiranza non comune nell’anticipare i tempi.

Grazie al suo costante impegno, vengono raggiunti dei traguardi non indifferenti come la stesura dei protocolli operativi sulla livrea degli automezzi del soccorso e della divisa unica per i Volontari. Sua è anche la proposta, poi realizzata, di creare uno stand espositivo itinerante che illustri l’attività del Corpo in manifestazioni di particolare prestigio a supporto delle realtà più deboli.

Tiene i contatti con l’ambiente universitario che sfociano nella stesura di convenzioni e si occupa delle manifestazioni del 50° anniversario della fondazione del Soccorso Alpino, tenendo anche una relazione dal titolo “Verso il nuovo Statuto del CNSAS – figura giuridica – struttura organizzativa”. Lasciata la carica di Consigliere, continuerà a lavorare intensamente diventando Commissario straordinario per il Servizio Regionale Marche e facendo parte della Commissione per la revisione del nuovo Statuto di cui avrà il piacere di presentare il documento finale all’Assemblea dello scorso dicembre.

Pur essendo malato, il suo impegno nei confronti del soccorso, specialmente di quello nazionale, non accenna a diminuire e con l’ottimismo che l’ha sempre contraddistinto, dà vita ad un gruppo di studio per la creazione della Scuola Quadri del CNSAS e per il varo di un corso per Direttori delle operazioni di ricerca persone disperse.

Quando sembrava che ci fosse la speranza di risolvere al meglio il male che lo affliggeva, come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia della sua scomparsa. Di lui oggi ci rimangono tante cose, tante idee, tanti e buoni progetti che abbiamo il dovere morale di portare a termine.

A tutti noi che abbiamo avuto il piacere e la fortuna di lavorarci assieme, magari in interminabili riunioni protratte fino a notte fonda, ci resta quella bella immagine di un gentleman compassato che sapeva mantenere la calma “quando tutti intorno a te fanno rumore” e  riportare il buon senso che se ne stava andando proprio come le ore di sonno perse. Un signore raffinato, profondamente umano e gentile, che ci ricorda nei modi quelle belle figure di alpinisti di fine ‘800, quella generazione di “signori delle cime” tanto bravi sia con la piccozza che con la penna.

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