“Lo SCI CAI compie 98 anni” di Daniela Serafini

Annuario 2008

Ripercorriamo gli ultimi 40 anni di vita dello SCI CAI, dal 1968 ai giorni nostri.
A ottobre del 2007, a Montecatini la Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali) ha consegnato un attestato di riconoscimento allo Sci Cai …per 40 anni di affiliazione; questo evento porta quindi a ripercorrere questi ultimi 40 anni di vita del nostro Gruppo, costituito nel 1910. Alla fine degli anni ’60 lo Sci Cai racchiudeva molta dell’attività che veniva svolta in inverno in montagna, comprendeva quindi l’organizzazione di gite per sciatori in pista e le uscite di scialpinismo. Lo scialpinismo era rappresentato dalla Commissione per lo Scialpinismo, di cui Arturo Ponticelli era il Delegato di Zona per la nostra Sezione. L’attività scialpinistica era considerata integrata nell’attività dello Sci Cai; non c’era però una netta divisione fra le varie discipline: lo sci era uno sport ancora riservato a pochi, pochi lo frequentavano soprattutto con nozioni tecniche; il più delle volte era solo salire in montagna con la neve e scendere nella neve fresca in qualche modo; ma qualcosa di nuovo stava accadendo, come scrive Ponticelli sul Bollettino Sezionale n. 3-4, luglio-dicembre 1968: “….Come si vede quindi, non si può parlare di nuova attività ma certo si può ravvisare un «rilancio» di questa attività tanto congeniale ad una Sezione del C.A.I. qual è la nostra. Già da un paio di anni si ravvisa un fermento di nuove e vecchie leve interessate a questa attività. Alcuni buoni sciatori, altri pur essendo buoni alpinisti, assolutamente ignari dei misteri dello «sci». Per tutti la sezione si propone nella prossima stagione di dare una mano per quanto sarà possibile….” Il programma invernale dello Sci Cai comprendeva quindi gite domenicali all’Abetone, con appoggio alla Casa Sucai che poteva ospitare a prezzo ridotto i vari soci e una “sciopoli”, quella che oggi è la settimana bianca, che ogni anno veniva effettuata in località diversa; le gite erano frequentate da gruppi affiatati di persone, che partecipavano ogni anno, si occupava del Gruppo Sci Cai Remo Romei. Fa sorridere, nell’epoca della comunicazione e delle informazioni in tempo reale, dei siti web meteo consultabili “strada facendo” la cartolina con bollettino neve indirizzata allo Sci Cai nel 1971… certo la neve allora era veramente abbondante!   Nel 1972 su richiesta del Consiglio Direttivo, presidente l’avv. Emilio Orsini, viene rivista l’organizzazione del gruppo, entrandone a far parte Sergio Serafini (già presente nella commissione gite, insieme a Enzo Ariani e Antonio Lunghi) e Gianfranco Romei. Lo Sci Cai presenta finalmente un proprio programma invernale in cui vengono inserite oltre alla consueta sciopoli, anche gite domenicali in pullman in varie località o campi di neve, come venivano chiamati allora: all’Abetone, a Madonna dell’Acero, Sestola e Monte Amiata.
L’iniziativa  riscuote molto successo, e il numero di soci partecipanti sale in modo sostanziale, le gite erano aperte a tutti: a chi sciava ma anche a chi voleva effettuare salite a piedi o traversate sci alpinistiche: si ritrova nella relazione gita di allora, la tradizionale traversata Abetone-Lagosanto, e salita a piedi della Pania. Visto questa partecipazione, il gruppo  propone al Consiglio Direttivo l’organizzazione di un vero e proprio corso di sci, rivolgendosi quindi non solo a chi già sapeva sciare, ma a chi voleva apprendere questa tecnica, fino al momento riservata a pochi. Il Consiglio approva e nel Gennaio 1973 ha inizio il primo corso di sci alpino domenicale, al Corno alle Scale, con il supporto dei maestri della Scuola Italiana Sci Val Carlina; il corso registra ben 60 partecipanti e di questi 30 sono principianti giovani; in primavera  viene disputata, oltre alla gara di fine corso, una sociale di slalom gigante.
L’anno successivo lo Sci Cai ripropone il corso di sci e le varie gite, ma non sempre tutto sembra semplice; sono gli anni dell’austerity e anche Firenze come altre città in Italia vengono interessate  a questo fenomeno: “i pullman non possono circolare la domenica”; forse questo poteva essere un  motivo per frenare le uscite domenicali, invece per superare il problema viene elaborato un sistema di trasbordo in emergenza! Il pullman viene preso dove è possibile e cioè a Porretta, che viene raggiunta in treno! Quindi già solo il viaggio era un’avventura: partenza da Firenze all’alba per raggiungere la stazione centrale in autobus, poi treno fino a Pistoia e quindi attesa del locale per Porretta…. poi arrivati a Porretta praticamente il più era fatto: pullman fino al Corno alle Scale!
E così accade anche in occasione della gara sociale del 74 che vede la partecipazione, come spettatore, anche del Vice Presidente generale, Giorgio Sestini, che raggiunse il Corno alle Scale con il treno e poi con il pullman. Alla gara partecipano anche Ponticelli come apripista in costume degli anni 30 e altri 42 partecipanti di cui riporto qui di seguito i primi 10 con il miglior tempo, e fra questi notiamo con piacere: Carlo Natali, Andrea Bafile. Eriberto Gallorini. E’ l’epoca della “valanga azzurra” riferita alla squadra nazionale di sci alpino che negli anni dal 1971 al 1975 riuscì ad aggiudicarsi cinque coppe del mondo, due ori, due argenti e due bronzi olimpici, due ori, un argento e un bronzo mondiali e decine di piazzamenti da podio. Gli anni 70 e il fenomeno di espansione dello sci come sport di massa arriva anche al Cai; infatti gli iscritti alle varie attività invernali, ai corsi di sci e alle gite in genere si moltiplicano e si espandono a macchia d’olio…in breve tempo gli iscritti al corso di sci diventano 120! Pensiamo anche che erano poche le associazioni che organizzavano questo tipo di attività con il pullman. Questo fenomeno se da un lato abbassa il “livello qualitativo” dell’andare in  montagna inteso in senso assoluto, dall’altro, ha permesso a molti giovani, perché ovviamente la maggior parte di questi lo erano, di avvicinarsi alla montagna e al Cai, dando così la possibilità alla maggior parte di loro di apprezzarla e a qualcuno di farne diventare poi una grande passione.
Anche l’attività sci-alpinistica ha proprio nel 1974 una ripresa, elementi nuovi si aggregano al gruppo e questo risveglio, come dice Ponticelli in parte è proprio dovuto alla ripresa dell’attività dello Sci Cai, perché a molti dei giovani la pista non basta più e sentono il desiderio di avventurarsi oltre. Nel 1978 si comincia a pensare all’organizzazione di Corsi di Sci Fuori Pista e Corsi di Introduzione allo Sci Alpinismo, tenuti da Andrea Bafile (Primo Istruttore di Sci alpinismo della Sezione di Firenze) e Arturo Ponticelli. Parallelamente ai corsi di sci invernali, è organizzato dallo SCI CAI un soggiorno estivo sulle Alpi, in località adatte allo sci sul ghiacciaio e gite escursionistiche e alpinistiche per chi non voleva dedicarsi allo sci; ricordiamo il Ghiacciaio della Val Senales, il Monte Bianco, la Marmolada, Ghiacciaio del Presena… In seguito lo sci estivo è stato abbandonato e ha preso sempre più forma la settimana “verde” in molte località alpine, i cui partecipanti, grazie alla presenza degli accompagnatori: l’indimenticabile Roberto Frasca, che ci ha lasciati lo scorso anno, Istruttore della Scuola Tita Piaz

Festeggiamenti per gli 80 anni del Gruppo, nel 1990 da sinistra: Remo Romei, Sergio Serafini, Arturo Ponticelli, Gianfranco Romei, Giabcarlo Dolfi

e incaricato dello Sci Alpinismo all’interno dello Sci Cai, e Giancarlo Dolfi, hanno avuto la possibilità di effettuare, in base alle proprie capacità escursioni e ascese alpinistiche di vario livello. Giancarlo, Istruttore Nazionale di Alpinismo e accompagnatore del gruppo fino al 2004, dal 2000 è stato affiancato da Sergio Cecchi e Piero Lazzerini, Accompagnatori di Escursionismo.
Oltre alle gite in Appennino proseguono però anche le gite “a largo raggio” nelle maggiori località delle Alpi italiane

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