“Una corda per confine” di Giorgia Contemori

Maggio 2009

“Non gettiamo la vita che è già breve.
Se ognuno di noi saprà depositare un granello di sabbia, la Montagna nascerà.
Un piccola citazione da “Al di là della Marmolada” scritto da Stefano Melani nel 2007

Stefano Melani in vetta alla Marmolada

Stefano è nato a Firenze il 4 ottobre 1964, diplomato all’Istituto Magistrale G. Capponi dopo quattro attestati e una borsa di studio si è dedicato con anima e corpo ad una grande passione: la montagna.  Amante delle cose naturali, è riuscito ad affermarsi a livello nazionale per le sue imprese. E’ iscritto al CAI di Maresca – montagna pistoiese – e presso il gruppo Ambarabà di Scandicci dove svolge anche il ruolo di consulente tecnico e pratico nei percorsi montani.
Non importa riuscire a conquistare la vetta più alta del mondo, l’importante è essere lassù”. Ogni uomo ha i propri limiti, e spesso il silenzio è quel luogo di tormentato approfondimento dove è possibile trovare o ritrovare se stessi. Il luogo del silenzio può rendere più libero ogni uomo”.
Il silenzio e la montagna si incontrano spesso nella ricerca di Stefano Melani sempre attento alle molte attività sportive della sua città, Scandicci. Quando ha scritto “Al di là della Marmolada” ancora una volta ha raccontato, con fotografie e riflessioni personali, un po’ della montagna ed un po’ di quanto possa significare per un uomo cercare oltre la visione convenzionale della propria fisicità. Perché, come dicono spesso in montagna, quando si prendono certe vie non si può che continuare ad andare avanti.
L’ultima impresa è del 15 luglio 2008, quando ha compiuto la traversata del Monte Bianco percorrendo in quattro ore il tragitto da Aiguille du Midi a 3842 mt sul versante francese, fino a punta Helbronner sul lato italiano a 3462 mt di altitudine.  Non si era dato per vinto dopo altri tentativi nella settimana precedente che erano andati a vuoto per una bufera di neve a metà percorso con nebbia fitta e vento forte. Per la prima prova Stefano Melani è andato con la guida Marco Turchi, mentre martedì 15 luglio era accompagnato dalla guida alpina Max Gianchini di Courmayeur.
Il primo tratto della salita è stato duro da affrontare perché percorre una cresta molto sottile; inoltre la difficoltà era data dagli oltre sette chilometri da superare a quelle quote, dovendo affrontare anche due crepacci, uno molto impegnativo e da superare per la larghezza”.

Nel Gruppo del Monte Bianco

Stefano Melani ha all’attivo altre imprese come il primato italiano della Marmolada dalla via normale, fatta in sei ore: anno 2006/ P.ta Penia 3342 – anno 2007/ P.ta Rocca in 6ore e 30 min. tutte e due insieme alla guida Hubert. Stefano non si era dato vinto per la sua passione della montagna neanche di fronte alle difficoltà derivanti dalla paraparesi spastica da cui è affetto sin dalla nascita, che comporta un’invalidità fisica ed impedisce corretti movimenti degli arti e di conseguenza impedisce una corretta postura. Per Stefano praticare la montagna è impegnativo e gli costa molta fatica. Per lui avere scarso controllo dei movimenti e degli arti significa dover sviluppare un processo motorio con continui aggiustamenti e sempre rinnovati procedimenti fisico mentali.

Per affrontare i rischi di una scalata, devo allenarmi molto, ma credo nelle mie possibilità. Con l’esperienza maturata in venti anni d’alpinismo, ho perfezionato una tecnica personale che mi consente di sfruttare al meglio le forze e di economizzare le energie. Ogni salita è come una maratona solitaria, che devo e voglio portare a termine senza l’aiuto di nessuno”.
Quando Stefano mi ha fatto questa descrizione mi è sembrata strana e volevo togliere l’aggettivo “solitario” perchè credo sia una delle persone più socievoli e cordiali che io conosca: ma lui mi ha spiegato meglio che in montagna “è solitario”, e solo in quella dimensione.
Pensaci, solo in quella dimensione puoi ritrovare te stesso e gli istinti soppressi dalla vita quotidiana. Solo in quella dimensione posso provare tutto questo. Stare insieme alle persone mi piace, mi coinvolge lo scambio di idee e di esperienze fatte. Ognuno ha il suo cammino e la sua “via” però!”.
Ha salito in cinque ore la ferrata Olivieri alla Punta Anna, nel gruppo delle Tofane, scendendo al Rifugio Dibona.  Un tempo buono anche per escursionisti allenati. La ferrata Olivieri è considerata piuttosto impegnativa. Gli escursionisti esperti la valutano così perché è priva di scalette, ed anche i tratti più esposti e verticali sono attrezzati quasi esclusivamente con funi metalliche
Nello svolgimento di quella scalata non ho avuto un attimo d’esitazione, neanche quando la pioggia aveva reso scivolosa la parte finale della parete. Un percorso svolto con decisione e caparbietà, sono rimasto molto concentrato nello svolgimento delle difficoltà ma non ho perso mai la mia serenità. Ero con Alfredo Pozza (guida alpina) e con mio padre Franco, ma ho cercato la mia strada e non mi sono basato sul chiedere loro aiuto. E così ho vissuto anche la salita della Ferrata Brigata Tridentina al Pisciadù, la salita al Monte Averau, la Ferrata Siggioli al Pizzo d’Uccello. Mi sono impegnato anche in escursioni invernali, su vie di ghiaccio con pendenze attorno ai 50′. Quando sono stato all’Alpe delle Tre Potenze ed in un’altra occasione allo Spigolino del Lago Scaffaiolo sono stato molto contento sia per il percorso svolto sia per l’ambiente”.
Stefano ha dovuto lottare con l’ignoranza di persone poco sensibili e diffidenti nei confronti di chi fa qualcosa fuori dagli schemi.  Ma è anche stato più volte protagonista di servizi fotografici su riviste specializzate come “No Limits” e “Plein air” che hanno raccontato le sue imprese. Ha raccontato la sua esperienza ad incontri e convegni ( ultimo della serie Doping Vs Sport Comunicare valori crescere veri sportivi promosso dalla Regione Toscana e CONI nel 2007). Con la sua indole socievole e comunicativa ha collaborato alla realizzazione di alcune serate di incontro con grandi nomi del mondo alpinistico assieme alla sottosezione Cai di Scandicci, l’assessorato allo sport del Comune di Scandicci e non ultimi gli sponsor Salewa e Climb.
Nell’Ottobre 2007 una serata assieme a Maurizio Zanolla detto Manolo ed al racconto della sua storia alpinistica e personale, nel dicembre 2008 la serata conferenza dedicata all’avvincente racconto per parole e immagini delle spettacolari imprese di Christoph Hainz. Durante l’anno Stefano si allena costantemente insieme alla squadra di calcio locale. L’allenamento prosegue anche nel fine settimana sulle montagne. Collabora alla gestione del Rifugio del Montanaro (Maresca) assieme agli altri soci ed amici. Il programma delle sue attività è in sviluppo continuo, seguendo le varie fasi di vita.
Nella mia vita quotidiana la ricerca dell’avventura è uno stimolo, mi entusiasmo nella sfida delle difficoltà e nel lottare per un obiettivo. La montagna mi ripaga da tutte le fatiche. E’ un’esperienza unica la gratificazione che provo dall’infrangere le barriere, materiali, ideali o culturali che siano. I miei limiti fisici mi condizionano meno di quelli psicologici.  Tutti possiamo ottenere di più, basta volerlo”.
Patrick de Gayardon perse la vita nel 1998, nei cieli delle Hawaii durante un lancio di prova con la sua tuta alare. Il primo paracadute si aprì in maniera errata e lui fu costretto a sganciare quello di riserva che si avvinghiò all’altro impedendone la discesa. A questa notizia la sera andai a dormire con una grande tristezza nel cuore, lui mi piaceva perchè mi stimolava la fantasia. La mattina dopo mi risvegliai con una frase in mente che mi sono scritto e che da allora mi accompagna in tante occasioni: “Il nulla è impossibile, l’infinito è possibile immaginarlo, l’impossibile è tutto da scoprire ed io lo scoprirò”.
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