“Alto Atlante Centrale e valle della Felicità” di Giuliano Pierallini

Maggio 2006

Da cosa e quando è nata questa idea? L’occasione mi è stata fornita dal Club Alpino Italiano: ero in Karakorum, lungo il ghiacciaio del Baltoro, partecipante alla memorabile iniziativa escursionista che permetteva, a semplici appassionati camminatori, come me, di vivere …lungo il tratto di avvicinamento al campo base del K2, in occasione del supercelebrato cinquantenario della prima ascensione, quelle emozioni a lungo sognate, che mai avrei pensato di poter provare direttamente in tanto mitico luogo, quando, una sera assalito dalla nostalgia, mi son trovato a pensare ai miei cari lontani, al mio mondo così diverso, all’attività che ormai svolgo da oltre cinquant’anni e mi son detto, perché no?
Perché non proporre ai Soci della Sezione fiorentina di vivere un bel sogno, una traversata di alta montagna, in un ambiente pochissimo frequentato come quello dell’Alto Atlante centrale marocchino che ebbi modo di conoscere, in anni passati, grazie all’organizzazione dello stesso tour operator che ci assicurerà la fattibilità in questa occasione?

Ecco, il sogno ha preso forma, abbiamo studiato un programma interessante, non ci rimane che prepararsi a dovere perché, pur raggiungendo “solo” quattromila metri in un paio di occasioni, la camminata non sarà banale ed anche se potremo fruire certamente di una buona assistenza, dodici giorni di continui saliscendi non risulteranno certamente uno scherzo. Ritengo che il gruppo escursionistico sezionale si meritasse questa proposta, per realizzare anche noi la nostra modesta “impresa”, così come abbiamo visto fare, in più di un’occasione, agli amici alpinisti, certamente più bravi, che son partiti con ben altri traguardi. Noi, com’è nel nostro spirito, stiamo, in tutti i sensi, con i piedi per terra, e questo non ci impedisce di pensare che, in futuro, altre mete, possano essere alla nostra portata, sempre che, questa proposta, per certi versi inedita, riscuota il gradimento che auspichiamo.

La maggior parte delle organizzazioni di viaggi alternativi prendono in considerazione il citato Toubkal, situato a circa 200 chilometri da Marrakech, noi agiremo invece, alla stessa distanza, ma in direzione ovest rispetto al passo Tichka che risulta quindi la porta di accesso alle due aree dell’Atlante.
L’Atlante, nel suo complesso, è una delle più vaste catene del mondo, gran parte delle sue vallate sono poco frequentate o addirittura sconosciute, non sappiamo quanto questa situazione potrà durare, il Marocco è sicuramente uno degli stati arabi più progrediti e, si sa, il progresso non conosce ostacoli, scuole di alpinismo e stazioni per gli sports invernali stanno sorgendo ed in un futuro più o meno immediato, la situazione potrebbe risultare diversa da quella attuale. Proprio perché ritenevamo che la nostra offerta non dovesse ricalcare scenari e programmi abituali, per ambire a chiamarsi spedizione, abbiamo individuato l’area del M. Goum (mt.4068) quale teatro, il più possibile vergine, per i nostri passi. Saremo probabilmente uno dei pochi gruppi a percorrere un buon tratto della lunga traversata che si estende per circa 700 chilometri, forse una novità in ambito CAI.

Saremo sicuramente a contatto con una natura aspra, con colori e contrasti che sono fra i più affascinanti di ogni continente. Dall’alto delle cime, a nord e a ovest avremo l’Atlantico, a sud il deserto, tempo permettendo poiché le condizioni del periodo scelto sono statisticamente buone, potremo godere di vedute lontanissime, spaziando in ogni direzione, come avviene quando si guardi dal finestrino dell’aereo, con la possibilità di individuare le montane onde rugose formatesi, in tempi remoti, per il movimento del continente africano. Il nostro trekking si svolge, guardando la carta geografica, all’interno dell’ansa formata dal Col di Tichka, il centro di Ouarzazate, Les Gorges du Dades; la catena del M. Goum la completa quasi per intero a nord, mentre il Rat insiste su di uno spartiacque di poco superiore. Non vi sono, fra partenza ed arrivo, insediamenti di rilievo, il paesaggio è prevalentemente brullo, sassoso, la vegetazione scarsa, legata esclusivamente alla presenza di acqua che scende dalle montagne ove la neve si trattiene da Novembre a Maggio.

Alcune note di carattere generale:

II periodo a cavallo fra l’estate e l’autunno, epoca del nostro viaggio, gode di una buona, favorevole stabilità; la stagione è secca, non vede ancora la neve alle più alte quote, si pensa, salvo condizioni al momento imprevedibili, di non dover utilizzare piccozza, ramponi o altri mezzi di sicurezza. In ogni caso, poiché ogni stagione fa storia a sé, vedremo, sentiremo la Guida e conseguentemente ci adegueremo.

Documenti e moneta: E’ necessario il passaporto in corso di validità per almeno sei mesi, non sono necessarie vaccinazioni particolari. Per quanto riguarda il cambio, poiché il dirham non ha circolazione al di fuori del territorio nazionale, cambieremo l’Euro subito dopo il nostro arrivo. Per le piccole spese personali, in ogni caso, la moneta comunitaria, è accettata, in particolare nelle località più importanti.

Per quanto riguarda il fuso orario, normalmente vi è un anticipo di un’ora. Nel periodo dell’ora legale, queste diventano due.

Cosa mangeremo?
Nelle due,tre giornate, fra andata e ritorno, che trascorreremo a Marrakech, potremo gustare, sia la cucina internazionale che quella tipica marocchina ove spicca il couscous, le carni (pollo e montone), le verdure e la frutta, particolarmente gustose. La bevanda nazionale e il the, particolarmente ricercato quello di zafferano. Durante il trekking, ovviamente, il menù sarà molto più limitato ma non per questo meno abbondante ed adatto alle lunghe camminate, soprattutto per il reintegro dei sali. Artigianato e mercati sono fra i più attivi di tutto il nord Africa, sia nei villaggi che in città avremo modo di ammirare ed eventualmente anche acquistare prodotti interessanti di fattura locale a prezzi, per la nostra moneta, non eccessivi, previa un’adeguata contrattazione ed eventualmente consiglio dei nostri accompagnatori con i quali potremo intenderci in francese ed eventualmente in inglese.

Cultura e religione: la cultura tradizionale sopravvive soprattutto nei villaggi rurali, nelle grandi città si mescola all’atmosfera di tipo occidentale, costrettavi dall’importanza degli scambi internazionali e da una certa propensione dell’establishment che appare il più aperto di tutto il nord Africa. Ciò non toglie che in presenza di manifestazioni folcloristiche genuine o di manifestazioni di culto, il nostro atteggiamento debba essere rispettoso e consono ai costumi più sentiti dalla popolazione. Danze e canti sono stretta parte integrante della tradizione, non essendovi che un tipo di conservazione orale, sono pervenuti a noi i testi, mentre le melodie sono affidate all’estro dei musici ed alla loro improvvisazione. In alcuni locali, non assimilati al turismo consumistico, si può ancora godere di queste forme espressive, genuina rappresentazione dell’animo arabo.

La religione islamica è profondamente sentita dal popolo, in particolare alla periferia dell’immenso territorio, nei villaggi, ove le tombe dei santoni vengono venerate e tassativamente proibite ai non munsulmani. La presenza di numerose scuole coraniche, nei grandi centri, testimoniano la volontà di profondere, anche alle nuove generazioni i messaggi fondanti della fede. La preghiera serale del muezzin, che scende dal minareto della capitale, o quella che si diffonde nel più sperduto avamposto, trovano, da parte della popolazione, sincero raccoglimento, così come i pellegrinaggi che, nei mesi estivi, si succedono in ragione di varie centinaia, per tutta l’estensione del paese.

(tutte le foto sono di G. Pierallini. Si riferiscono al trekking effettuato al Jebel Toubkal – m.4.167 – massima cima del Marocco)
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