“Gita sci alpinistica di fine stagione” di Massimo Squarci

Annuario 2006

Sembra strano ma quest’anno il 2 giugno il tempo (che sempre fa quello che vuole!)  porta il freddo alle porte dell’estate e fa scendere una perturbazione che riversa neve anche sul nostro Appennino Tosco-Emiliano e in quello Reggiano!
Con Vittorio ci sentiamo per telefono il 2 giugno e decidiamo di salire sabato 3 giugno il monte Cusna con gli sci da scialpinismo. Avevo notato la settimana prima, dall’autostrada A1 Parma-Bologna tornando da un gita scialpinistica in valle d’Aosta, che c’era ancora qualche lingua di neve che scendeva dalla vetta e quindi a tratti era sciabile; ora, con la nevicata del 2 giugno era tutto più fattibile!
Quindi ore 5.30 del mattino il 3 giugno partiamo da Prato Est; alle ore 8.20 dopo varie strade sbagliate (causa luoghi non frequentatissimi da entrambi) siamo a Febbio, parcheggio che serve il rifugio Zamboni (1.148 m); sci in spalla ci accingiamo a percorrere il sentiero 617, che arriva proprio sulla vetta del monte Cusna (2.120 m). All’inizio tutto come da programma,  incontriamo subito il rifu-gio Zamboni (che attualmente fa solo da ristorante, dove, tra l’altro, al ritorno, prendiamo un ottimo piatto di pasta), salutiamo il gestore, chiedendo quanto tempo occorre per salire al Cusna, poi, via… a trovare la neve caduta il giorno prima! Eccola! A quota 1.500 m circa la coltre bianca, che riesce a coprire il terreno del bosco sotto agli alberi già pieni di foglie verdi…sembra impossibile che la neve abbia raggiunto il terreno riuscendo a passare attraverso le fronde già verdi.

A quota 1700 m circa la neve non ci mostra più il sentiero che a questo punto è introvabile…prima ci dirigiamo verso il crinale nord (quello sulla destra degli impianti di risalita di Febbio 2000) poi lo ritroviamo prendendo la cresta nord che porta in vetta seguendo il sentiero 607. Tempo di percorrenza 3 ore circa come aveva stimato il gestore dello Zamboni. In vetta al monte Cusna il vento fortissimo di tramontana abbassa la temperatura a circa 2° e ci costringe a scendere immediatamente a quota 2.050 m circa, dove è più calmo, fortunatamente…. Finalmente ecco il momento più aspettato da entrambi, mettiamo gli sci ai piedi e  scendiamo, prima per il canale nord poi il canale nord-est che si dirige sempre più verso est, sciando su neve dell’inverno scorso e su quella nuova del giorno prima che ci permette di fare delle serpentine a dir poco entusiasmanti, basta vedere le foto! Con gli sci riusciamo a scendere fino a quota 1.650 m per il canale che si conclude con il rigagnolino di acqua del fosso degli Arali.

Insomma una sciata bellissima, non solo per l’insolita neve fresca a giugno in Appennino, ma anche per il paesaggio circostante che dai 1.500 m in su era invernale e sotto quella quota era già estivo. Per me e Vittorio è stata la prima sciata a giugno in Appennino e addirittura su neve farinosa….che dire….scendere la neve dal cielo ed essere sciata è stato un sincronismo perfetto….memorabile!
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