Annuario 2011
E finalmente eccomi qua. Sono arrivata a questo fatidico passo del Cancellino del quale il nonno mi ha parlato fino alla noia.
Devo dire però che aveva ragione, è un posto bellissimo, da un lato ho il Corno alle Scale e dall’altro il monte Gennaio. Da questo passo si dipartono due grandi valli: una verso il pistoiese e l’altra verso l’Adriatico.Mi distendo su una morbida erbolina accarezzata da un fresco venticello che scorre sul mio viso attenuando il calore del sole.
Mi vengono alla mente le due gite precedenti: alle Burraie e al Cimone. Ricordo che avevo paura a entrare dentro quella piccola casetta: la Burraia. Era buia e tetra, c’era un rumore d’acqua che scorreva dentro alcune vasche di pietra. Mi feci coraggio ed entrai a prendere dell’acqua. Poi, però, mi soffermai a lungo pensando alle persone che, un tempo, facevano il burro in queste piccole casette; mi pareva quasi di vederle lavorare alle zangole.
Ma una voce mi distolse dai ricordi: era il nonno che non vedendomi tornare mi chiamava. Mentre mi riposo ancora sull’erbolina morbida ricordo anche la bella, ma faticosa, gita al monte Cimone non paragonabile a quella di oggi. Salimmo al Cimone partendo da Piaggia Grande e percorrendo non la via “normale” ma salendo, prima per una vecchia pista da sci e dopo risalendo grandi e ripidi prati di mirtillo sotto un sole cocente. Questa fatica però è stata ripagata dalla fantastica vista che mi si è presentata davanti con sullo sfondo le imponenti Alpi Apuane.
Ma come tutte le cose belle anche questa finì e iniziò la lunga discesa per la “via normale”per tornare alla macchina. Come al solito il nonno mi distoglie dai miei ricordi. Dobbiamo raggiungere la fonte dell’Uccelliera, che è una sosta “obbligatoria”se ci troviamo da queste parti, per poi tornare a casa con tantissime emozioni da raccontare.