Bat-monitoraggio in ambiente ipogeo di Paolo Agnelli (*) e Eleonora Bettini (**)

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Annuario 2013

(*  Museo di Storia Naturale di Firenze) (** Presidente Gruppo Speleologico Fiorentino)

Cosa spinge gli speleologi ad esplorare e frequentare il mondo sotterraneo, così ostile alla vita umana? E’ difficile capire le motivazioni personali che li portano in questi luoghi, dove tutto è buio, spesso fangoso, freddo, mai agevole. La speleologia non è un’attività sportiva e neppure una scienza, quindi possono essere definiti degli esploratori, dei raccoglitori di dati che nel mondo esterno sono supposizioni ed ipotesi, che solo “andando in profondità” si possono verificare.

I corsi di introduzione alla speleologia ben evidenziano questo aspetto, non tralasciando, oltre alla parte tecnica, anche gli aspetti scientifici e la biospeleologia è infatti un argomento principe nella formazione degli speleologi sempre più attenti a all’ecosistema grotta.

La collaborazione del Gruppo Speleologico Fiorentino-CAI con i ricercatori (quelli veri) del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze è ormai una realtà consolidata negli anni, i loro insegnamenti sull’habitat che frequentiamo con tanta passione sono preziosi e l’interagire è indispensabile per poter apprezzare e conoscere la vita del mondo ipogeo e poterla così rispettare nella sua fragilità ed unicità. Ultimamente sta prendendo forma un progetto di monitoraggio dei pipistrelli in ambiente ipogeo che vede la collaborazione tra gli speleologi toscani e i chirotterologi del Museo di Storia Naturale. Si tratta di mettere a frutto gli avvistamenti di individui e colonie che si fanno durante la frequentazione speleologica e di fornire assistenza tecnica sul campo agli studiosi per affrontare le grotte più impegnative.

Scopo del progetto, denominato ToscoBat, è quello di creare un atlante della presenza/assenza dei chirotteri nelle cavità sotterranee toscane. Si tratta di un progetto “pilota”, che una volta messo a punto potrà essere “esportato” in altre regioni italiane e coinvolgere altri gruppi speleologici e altre strutture di ricerca. Per realizzare questa innovativa ricerca partecipativa, l’Università di Firenze in collaborazione con una società di Internet service, la IMSEO s.r.l., sta curando la realizzazione di un sito web per la raccolta e la condivisione delle segnalazioni provenienti dal vastissimo dedalo di cavità ipogee della Toscana. Attraverso una scheda compilabile “online”, ogni “esploratore” potrà inserire semplici ma utilissime informazioni sulla cavità sotterranea visitata, sulla data del sopralluogo e sulla osservazione o meno di pipistrelli. Ogni segnalazione verrà poi valutata e convalidata dagli esperti per andare ad arricchire il grande database dei Chirotteri toscani del Museo di Firenze. I dati in forma aggregata saranno resi consultabili a tutti gli speleologi registrati sul sito web e la scheda di ogni grotta verrà arricchita con le informazioni bat-biospeleologiche raccolte.

Questo moderno “bat-atlante”, inteso come database georeferenziato, ha davvero una grande importanza per la conservazione del nostro patrimonio di biodiversità sotterranea e non solo. L’elaborazione di questi dati permetterà una migliore conoscenza delle esigenze e delle abitudini di questi straordinari ma fragili mammiferi le cui popolazioni sembrano purtroppo in declino.

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da sinistra: David Di Lorenzo, Gianni Ledda, Eleonora Bettini, dott.Paolo Agnelli, Marco Mangione, dott.ssa Laura Ducci

Gli speleologi, ospiti di un ambiente indispensabile per i pipistrelli, hanno da sempre un gran rispetto e ammirazione per questi animali, tanto da stilizzarli nei loro loghi associativi, questo affetto favorisce dunque la partecipazione a campagne di ricerca scientifica e l’impegno a divulgare la conoscenza dei chirotteri, animali utili e protetti dalla legge, ma purtroppo minacciati da inquinamento e perdita di habitat. Senza contare poi che la stretta collaborazione tra il mondo della ricerca e della speleologia non potrà che portare ad entrambi una maggiore consapevolezza della complessità dell’ambiente ipogeo e, se possibile, una maggiore passione per la propria attività. Il Gruppo Speleologico Fiorentino-CAI già partecipa con entusiasmo a queste attività di monitoraggio, accompagnando i ricercatori nelle grotte tecnicamente più complesse e fornendo loro dati utili ad ogni uscita in grotta o in miniera. Contiamo di proseguire con questo lavoro di monitoraggio faunistico anche per il futuro, interagendo al progetto ToscoBat, che come nelle migliori tradizioni speleologiche ha preso vita davanti ad un buon bicchiere di vino, unendo pensieri e passioni.

Rinnoviamo l’invito, non solo alla comunità speleologica, di rispettare, salvaguardare e segnalare ai ricercatori dell’Università le presenze dei pipistrelli, creature che facilmente si adattano a trovare rifugio anche in miniere, sottotetti, soffitte, alberi e ovviamente nelle bat-box. Buona ricerca!

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