Il Viel dal Pan di Stefano Saccardi

La Marmolada (foto S.Saccardi)Annuario 2013 – Alla corte della Regina Marmolada

Lunga, movimentata e non di rado drammatica è la storia della Marmolada, la leggendaria “Marmoleda” dei fassani, e per tutti, la “regina delle Dolomiti”.

Il primo tentativo di ascensione alla cima finì nel 1803 con una sciagura, e solo nel 1864 fu salita per la prima volta la vetta principale, la Punta Penia, con i suoi 3343 metri la più alta delle Dolomiti. Mezzo secolo più tardi la Marmolada divenne un punto chiave, aspramente conteso, del fronte di guerra dolomitico, venti anni dopo vi fu disputata la prima gara di slalom gigante della storia, e un altro ventennio più tardi il monte fu oggetto di una lunga lite amministrativa fra Trento e Belluno per la definizione del confine di provincia e dei conseguenti diritti di sfruttamento turistico sportivo del ghiacciaio.

Impianti a fune aggredirono la “regina”; una funivia arriva a poca distanza dalla vetta. Vi è salito persino il Papa Giovanni Paolo II.

Oltre alle vie di salita per il ghiacciaio del versante Nord e a un percorso attrezzato lungo la cresta Ovest, la Marmolada presenta molte famose vie di scalata sulla vastissima parete Sud. Ai piedi del versante Nord si stende il lago artificiale della Fedaia, sul ghiacciaio, purtroppo in fase di ritiro, si sciava quasi in ogni stagione ma certi crepacci sono adibiti a discarica di rifiuti.

Il Piz Boè e il Sass Becè
Il Piz Boè e il Sass Becè

Molte cose sono dunque avvenute sulla Marmolada nel corso di un secolo, e non di tutte le innovazioni c’è motivo di rallegrarsi. Per chi cerca la montagna “genuina”, la “regina” è oggi assai meno attraente di un tempo. Ciò vale tuttavia per chi l’ha conosciuta molti anni fa e ne calca oggi il ghiacciato groppone. Per chi invece la ammira a debita distanza, essa è ancora una vera regina e la montagna dolomitica dai prestigiosi primati: quella dalla vetta più alta, dal più grande ghiacciaio e dalla più vasta parete (la parete Sud, larga quasi 4 km.).

E per ammirare e riverire una tale sovrana non c’è modo migliore del percorrere il Vièl dal Pan, un sentiero, certo molto antico, di collegamento tra l’alta Val di Fassa e la media Val Cordévole. Era usato dai commercianti di farina del bellunese al fine di attraversare le valli più rapidamente, senza dover percorrere strade di fondo valle. La farina, usata per fare il pane, rappresentava un ottimo prodotto di scambio ed era barattata nelle valli ladine con, ad esempio, prodotti di artigianato.

E’ proprio dalla funzione che aveva questo “vialetto” che il percorso prende il nome Vièl dal Pan. Allargato e sistemato sul volger del 1800 dalla sezione di Bamberga del DOAV, che in onore del suo presidente Karl Bindel lo denominò “Bindelweg”. A quel tempo esso costituiva il tratto più orientale di un’alta via che univa lo Sciliar alla Marmolada attraverso i Passi di Sella e Pordoi, mentre oggi è incluso nell’ ”Alta Via delle Dolomiti n. 2” che attraversa le Dolomiti da Bressanone a Feltre.

Il Gran Vernel (foto S.Saccardi)
il Gran Vernel

L’alto sentiero congiunge il Passo Pordoi con il Passo Fedaia attraverso la lunga ed erbosa fiancata meridionale della giogaia del Padòn, costituita da scure rocce magmatiche, immensa balconata panoramica di fronte al versante Nord della Marmolada con il suo fulgente manto di neve e ghiaccio.

Benchè talvolta troppo frequentato, questo percorso è sempre uno dei più maestosi itinerari di traversata Dolomitici. Punto iniziale vero e proprio del Vièl dal Pan è il Passo Pordoi, ma oggidì molti lo percorrono dal Col de Ross, ultima propaggine occidentale della catena del Padòn, raggiungibile da Canazei con la funivia in due tronchi.

Il percorso ha anche un grande interesse paesaggistico e naturalistico. Si snoda al cospetto dei più importanti gruppi dolomitici: Sella, Sassolungo, Gran Vernel, Marmolada, fino al Civetta. Salendo dal Passo Pordoi (m. 2239) ai Rifugi Sass Beccei (m. 2423) e Fredaròla (m. 2388), sotto il Sas Bece (m. 2534), si può incontrare una nutrita colonia di marmotte. Fino al Rifugio Vièl dal Pan (m. 2415) lungo gli stupendi prati fioriti di ogni specie di flora alpina coloratissima.
Dal rifugio si ammira l’inconsueta ma caratteristica sagoma del Sasso Cappello (Sas Ciapel m. 2587). Da qui il sentiero scende, nell’ultima parte ripido e malagevole, ai m. 2044 del Rifugio Castiglioni al Lago Fedaia.

Qui è interessante visitare il Museo della Grande Guerra situato in prossimità degli impianti di risalita di Pian dei Fiacconi che custodisce l’importante collezione privata di Andrea de Bernardin e la sua famiglia. I reperti, in buona parte raccolti direttamente sulle montagne o frutto di donazioni di privati, hanno permesso di creare, fin dal 1997, un’interessantissima mostra di armi, munizioni, divise, ma anche di documenti e oggetti della vita quotidiana del soldato al fronte.

Il ritiro del ghiacciaio della Marmolada, ha permesso di arricchire, anno dopo anno, la collezione.

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