Giancarlo Migliorini – Sottosezione di Stia
Da diversi anni, a Stia, si nota un certo “traffico” di escursionisti che, provenienti da Firenze, si dirigono verso il Santuario della Verna. Si tratta di un transito quasi quotidiano, di persone singole o di gruppi, quasi esclusivamente stranieri che, a piedi con lo zaino in spalla, sono diretti verso i luoghi santi francescani.
L’interessante itinerario, poco conosciuto dai nostri escursionisti, è descritto da anni in guide realizzate in lingua olandese e tedesca. La recente pubblicazione, in italiano e inglese, intitolata “Da Firenze alla Verna passando per Ama” di Don Francesco Pasetto, di cui citiamo qualche passaggio, è finalmente un’occasione per valorizzare questo percorso anche nel nostro paese. Sicuramente siamo in un epoca nella quale cresce la voglia di fare escursionismo e i pellegrinaggi religiosi sono un “motore” importante, incentivato anche da interessi culturali e da valori spirituali, per affrontare un viaggio, anche impegnativo sia dal punto di vista fisico che da quello economico. Il luogo di richiamo principale della cristianità (insieme alla Terra Santa) è da tanti secoli la città di Roma e tutti i percorsi tendono, intersecandosi e sovrapponendosi fra loro, ad arrivarci; molti studiosi hanno ricostruito, a loro modo di vedere, le varie direttrici anche se, è bene ricordarlo, nei secoli passati le strade non avevano la stessa “stabilità” di oggi, si trattava di percorsi che andavano da un luogo all’altro modificandosi in funzione di tante situazioni diverse (stagioni, meteo, difficoltà dei guadi, pericoli, guerre, ecc.). I riferimenti certi, che aiutano le varie ricostruzioni, sono le pievi, gli spedali con la loro storia individuale e i racconti tramandati nel tempo. Esistono e si moltiplicano, inoltre, tanti percorsi dedicati a santi e/o a monaci ricchi di vicende affascinanti; fra tutti esercitano un richiamo fortissimo i “cammini”, nonché i luoghi, collegati alla vita di San Francesco per la sua unicità e il suo modo di vivere la fede (“la pura e santa semplicità confonde ogni sapienza”).
L’itinerario che raccontiamo vuole incentivare la possibilità che molti pellegrini, o comunque escursionisti, possano ripercorrere i passi di San Francesco, anche partendo da Firenze. L’asse portante delle vie francescane è quello che collega La Verna con Assisi e con Greccio, ma San Francesco si recò, oltre che a Roma, in moltissimi altri luoghi dove sono rimaste tracce del suo passaggio. Nella nostra città e a Fiesole, è noto, sono presenti numerose chiese e importanti conventi francescani.
A Firenze i primi seguaci di San Francesco giunsero nel 1209. Il santo venne, insieme a Fra Silvestro, nel 1211 fermandosi, secondo la tradizione, nell’Ospizio di Santa Lucia dei Magnoli. Lì vicino, in un isolotto dell’Arno, sarebbe stata donata a San Francesco una cappella dedicata alla Santa Croce, dalla quale avrebbero poi preso il nome la chiesa e il convento realizzati nel 1228. Nel 1294 venne costruita la splendida chiesa attuale, con il contributo di importantissimi artisti dell’epoca; è da qui che inizia il nostro itinerario che è diretto a Camaldoli ea La Verna (in 6 tappe) ma anche verso Gubbio e Assisi (in 16 tappe), Greccio e Roma (in 32 tappe). Ovviamente, come ogni trekking, ognuno programma il proprio percorso in base alle sue esigenze; in questo caso sono da considerare anche i tempi dedicati alla visita dei vari siti incontrati lungo l’itinerario. Sarebbe importante una maggiore attenzione degli enti pubblici locali e di quelli ecclesiastici per favorire, come avviene in altri casi, l’accessibilità continuativa alle pievi e agli spedali e l’ospitalità a costi adeguati allo spirito che caratterizza i pellegrinaggi, non interessati all’offerta di servizi accessori, ma ad una sosta a prezzi contenuti. La guida sopracitata elabora una proposta che tende ad evitare le strade asfaltate, ricerca i percorsi tracciati dai boscaioli, dai carbonari, dai forestali, dagli abitanti dei luoghi per le loro attività; alcuni di questi sentieri sono mantenuti con grande attenzione dai soci volontari del CAI di Firenze, di Pontassieve e di Stia, ma ci sono altri tratti, non controllati, che possono essere di più difficile percorrenza; confidiamo che l’eventuale aumento dell’interesse escursionistico diventi motivo anche di maggiore attenzione da parte dei Comuni attraversati.
San Francesco, lo ricordiamo con grande gratitudine, oltre a essere sublime nella sua fede e nella sua semplicità, ringraziava Dio per quello che ci ha donato. Le sue parole: “Laudato sii, mio Signore, per Frate Sole e Sora Luna, per Frate Vento e per Sora Acqua e per Frate Foco; laudato sii, mio Signore, per Sora nostra Madre Terra, nostra casa comune, che ci sostenta e ci governa” sono anche per noi, soci CAI, la rappresentazione di ciò che amiamo e che la moderna società spesso tende a distruggere per incuria e per interessi discutibilissimi. Percorrendo i luoghi transitati da San Francesco e frequentando quelli dove visse ci vengono in mente le sue parole e si percepisce la sua presenza; camminare a piedi era per lui, la scuola di tutte le virtù.
Era anche l’occasione per avvicinarsi ai suoi simili, agli animali, alle piante e, attraverso di loro, all’energia creatrice che anima il modo.