“Lo sci di fondo” (Sottosezione di Scandicci)

Gennaio 2010
Lo Sci di Fondo, chiamato anche Sci Nordico, per evidenti motivi di nascita, tradizione e diffusione, è da considerare l”altro sci”, contrapposto, ma con sproporzione notevole, allo Sci Alpino. Ora la situazione e la proporzione è migliorata rispetto a quasi venti anni fa, ricordo: corso CAI di Sci Alpino al Corno alle Scale e corso di Sci di Fondo a Madonna dell’Acero; si partiva da Firenze con due Pullman, ma a Madonna dell’Acero c’era qualcuno, sempre lo stesso, che immancabilmente annunciava: “chi è venuto per sciare prosegue, gli altri scendono qui!”. Appunto gli altri, gli sciatori di fondo; noi una decina, gli altri cinquanta, sessanta e magari di più.
Mi ritornava in mente quella frase quando, nell’autunno scorso (2008), contattavo il Centro di Fondo di Boscoreale (Piandelagotti) per organizzare, per la Sottosezione CAI di SCANDICCI, un “Corso di Sci di Fondo – Base”, corso che mancava da molti anni dall’ambiente CAI Fiorentino, e non solo.Telefonavo: “senti Max (Massimiliano, responsabile dei maestri)  saremo certamente cinque o sei, forse arriveremo a dieci, vorremmo organizzare un corso di base; qualcuno ha già qualche esperienza di sci alpino, altri sono principianti”.
Il corso lo abbiamo organizzato, è iniziato Domenica 18 Gennaio ed è finito Domenica 8 Marzo, con tre intervalli ed un fine settimana ad Asiago. Abbiamo avuto trenta partecipanti al corso, con netta maggioranza femminile, ed altri 14 sono occasionalmente venuti a sciare, senza prendere lezione. Il successo e la soddisfazione sono stati evidenti, sia negli organizzatori che nei partecipanti e Mercoledì 11 Marzo la pizza e la consegna degli attestati di partecipazione è stata la festa che ha confermato le amicizie e le simpatie che ci stimolano a rimettere in moto la macchina organizzativa per il 2010: 2^ Corso di Sci di Fondo. Lo aspettano, per molti sarà il secondo, per altri sarà l’occasione mancata l’anno scorso. Cercheremo di accontentare tutti.
Dice Viviana: Sono sempre andata in montagna, ma con lo Sci (alpino) non avevo mai avuto a  che fare. Poi ho preso qualche confidenza con sci e scarponi e fatto due o tre uscite sulle piste, ma la coda per lo skilift, la musica assordante, il pericolo costante di sbattere con uno snowbordista e la grande quantità di gente che ti frulla intorno a gran velocità No! Troppo caotico per una che passa l’inverno con racchette e ramponi, nei boschi o sulle creste, nel totale silenzio  in compagnia di uno zaino e alcuni compagni di escursione! Decisamente lo Sci Alpino non fa per me.
Poi la Sottosezione CAI di Scandicci propone un corso  di Sci di Fondo, base, per tutti. La solita mia curiosità per le attività nuove che riguardano la montagna sale prepotente. M’informo ovunque posso: Sci di Fondo classico o pattinato,  Sci di Fondo escursionistico, su percorsi che ricordano tanto i posti che frequento di solito. Allora ho fatto il Corso e Conclusione?…. Richiede fiato e coordinazione, ma con questi due ingredienti s’impara facilmente. Dopo quattro lezioni a Piandelagotti siamo andati sulle piste di Asiago e sono  stata in grado di fare percorsi più lunghi, stando fuori tutto il giorno.
Ti muovi spesso in pieno bosco, senza troppo affollamento, e respiri in pieno l’energia che l’ambiente montano ti da. E’ uno sport che puoi fare anche se non sei  a grandi livelli. Ci sono piste per tutti. Ben tracciate ed è impossibile sbagliare.  Scegli quella più adatta a te e ..via!  Il corpo si affatica,  ma la testa si libera da tutti i pensieri  e sei in pace col mondo! Ho trovato un altro modo di amare la montagna e non vedo l’ora di rifarlo il prossimo inverno.
Dice Lorella: Ho scoperto un modo tutto speciale per godere del divertimento della neve insieme alle magiche emozioni che la bellezza della montagna d’inverno può dare: lo sci di fondo. Per una fortunata coincidenza sono venuta a conoscenza del corso di sci di fondo organizzato dal CAI di Scandicci. Subito ho trovato un ambiente gradevole e molto familiare che mi ha permesso così di imparare e praticare uno dei miei sport preferiti, di vivere la montagna d’inverno e di conoscere persone, con cui la condivisione di questa passione è stata la base per avviare una grande amicizia. Questo sport, che pure contempla sia un notevole allenamento fisico che l’agonismo, nello stesso tempo è filosofia di vita e sfida con i propri limiti quindi un mezzo straordinario per conoscere se stessi. Lo sci nordico come la corsa e il ciclismo sono discipline che vanno ben oltre la sola attività fisica, richiedono uno stile di vita e una forza mentale che ti spingono ad un continuo confronto con  te stesso e con le angolature del proprio carattere. Sono sufficienti pochi centimetri di neve che imbiancano i fianchi delle montagne per cambiare profondamente il paesaggio e la natura che ti circonda in montagna.
Quando, nel Gennaio scorso, siamo arrivati a Piandelagotti per la prima volta abbiamo trovato un ambiente veramente suggestivo. La neve copiosa e abbondante faceva si che tutto intorno prendesse un aspetto di candore e nello stesso tempo il freddo e le condizioni climatiche che spesso ci hanno riservato vento e neve ci hanno messo tutti a dura prova. Ma una volta che hai iniziato a scivolare sul binario oppure a pattinare, facendo scorrere gli sci sulla neve, in pochi minuti tutto cambiava profondamente intorno a me. Lo sci nordico per la sua ambientazione e per il fatto di decidere tu come praticarlo, scegliendoti sia la velocità che la difficoltà di esecuzione, ti permette di penetrare nel silenzio dell’ambiente montano in punta di piedi. Gli sci diventano il mezzo ideale per avvicinarsi a questo magico ambiente, permettendo molte opportunità di osservazione. Frequenti anche le occasioni di incontro con uccelli che si possono trovare negli habitat più tranquilli mimetizzati nel folto bosco. Ricordo ancora quando il silenzio è stato bruscamente interrotto da uno scalpitio, che mi ha fatto fare un sobbalzo per lo spavento, sono scivolata e mi sono trovata a faccia a faccia con un capriolo, che, in quel momento provato e spaventato più di me, ha capitombolato nell’alta coltre di neve nel tentativo di darsela a gambe per il curioso e inatteso incontro. Nello stesso modo mi è stato concesso di osservare un gruppo di camosci costituito da due esemplari adulti seguiti due cuccioli che nelle radure del bosco erano in cerca di pascolo.             .
L’esperienza del corso di sci di fondo con il CAI di Scandicci è stata veramente strepitosa permettendomi di vivere queste bellissime emozioni con persone che condividono con me l’amore per la montagna, per lo sport, il rispetto per la natura, insieme alla voglia e alla disponibilità a saper cogliere il meglio da tutto questo per condividerlo. Al rientro la domenica sera tutti noi eravamo stanchi ma con la gioia negli occhi per l’avventura vissuta e condivisa. Un ringraziamento speciale a tutte le persone del CAI di Scandicci che ci hanno messo a disposizione con molta pazienza, la loro esperienza e le loro conoscenze perché potessimo imparare facendoci superare tutte le nostre difficoltà e paure. Condividere l’esperienza ad Asiago con tutti loro mi ha permesso di capire dove mi trovassi e da cosa fossi circondata. Imparare ad orientarsi nello spazio montano in cui ti trovi affina lo spirito d’osservazione e alla fine uno sport faticoso come lo sci nordico  diventa un gioco divertente, intelligente e gratificante se affiancato dalla conoscenza dell’ambiente e dalla possibilità di condividerlo.
Dice Laura: Ho fatto diversi anni di sci alpino, ma ho scoperto un nuovo sport in cui riesci ad apprezzare la natura che ti circonda e ti avvolge coi suoi silenzi.  Sulle piste di discesa sei troppo preso dal brivido e dall’adrenalina per soffermarti e guardarti intorno e notare le piccole cose, come i cristalli di neve sugli alberi o le impronte di qualche animale sulla neve. A fine giornata ti senti rigenerata dal contatto con i boschi e con le persone che praticano questo sport, che sono più tranquille rispetto agli sci alpinisti, c’è più tempo per parlare e per far nascere grandi amicizie.
E proprio durante questo inverno si è costituito un bel gruppo di donne che sono diventate grandissime amiche e che tutt’ora, a sei mesi dalla fine del corso, si ritrovano per il rito dell’aperitivo e si scambiano gli ultimi pettegolezzi. Queste donne, che si sono ribattezzate “Sex and CAI” hanno deciso di proseguire con questo sport bellissimo e costituiranno senza dubbio lo zoccolo duro della prossima stagione sciistica.
“Sex and CAI”! Ricordo che cantava De André nella “Città Vecchia”: “… dove sono andati i tempi di una volta, per Giunone!? Quando per fare il mestiere …. “,  ma queste sono brave ragazze, Quintino può riposare in pace, la loro è ironia tutta femminile, ed anche tanta amicizia, fortuna quando c’è; ce ne vorrebbero metri, come la neve dello scorso inverno.
Se lo “Sci di Fondo” è in grado di provocare tanto entusiasmo, fra gli appassionati (appassionate!) di montagna, andiamo a vedere più da vicino la storia e le caratteristiche di questo bello Sport.
La storia
Lo sci come mezzo di locomozione nacque dall’esigenza dei popoli nordici e asiatici di muoversi in un ambiente coperto dalla neve per molti mesi all’anno. Ecco che per semplice caso o per intuizione geniale, un giorno qualcuno iniziò a mettersi ai piedi cortecce, rami intrecciati in grado di sostenerlo sulla neve. Con l’andare del tempo queste rudimentali racchette da neve subirono una lenta, ma costante evoluzione che le portò, soprattutto nelle regioni dove il terreno era ondulato, a scivolare in modo da rendere meno faticosa e più veloce la marcia. Nelle regioni scandinave incisioni rupestri, graffiti e dipinti preistorici mostrano cacciatori con ai piedi lunghe assi ricurve, inseguire cervi e bisonti. Da alcuni reperti ritrovati nelle torbiere della Svezia si ritiene che si utilizzassero uno sci più corto e uno più lungo. Quello corto, ricoperto di pelle, serviva per dare la spinta, per frenare e per cambiare direzione; quello lungo serviva per scivolare in velocità.
Numerose sono le testimonianze storiche che parlano degli sci. A partire dalla mitologia scandinava, in cui si narra di un certo Leminkeinnen che usava uno sci corto e uno lungo. Addirittura Senofonte, storico greco vissuto attorno al IV secolo a.C. parla di popoli asiatici che usavano calzature speciali per avanzare agevolmente sulla neve.
Testimonianze più recenti ci giungono dai paesi scandinavi. Nel 1520 in Svezia Gustavo Vasa, ribelle contro la dominazione danese, mentre si recava in esilio fu raggiunto sul confine da due sciatori mandati dagli insorti per farlo ritornare e guidare la rivolta. Epico fu il suo ritorno da Salen a Mora dove, unitosi ai ribelli, scacciò gli invasori e fu coronato re di Svezia con il nome di Gustavo I. In ricordo di questa epica impresa nel 1922 fu istituita una gara di gran fondo, la Vasaloppet (corsa di Vasa), di 90 km che si snoda sullo stesso percorso. Fu nella seconda metà dell’Ottocento che lo sci assunse anche connotati sportivi. La prima gara di cui ci sono notizie documentate risale al 1843. Si disputò a Tromso (Norvegia) e fu vinta da un lappone che percorse i 5 km in 29 minuti. Nel 1884 si svolse la prima gara di gran fondo sulla ragguardevole distanza di 200 km, vinta in 21 ore dal lappone Lars Tourda. Confinati sia per conoscenza che  per utilizzo nelle regioni scandinave, gli sci ebbero il loro momento di notorietà internazionale grazie all’impresa del norvegese Fridtjoff Nansen che, nel 1888 compì la traversata dell’inesplorata Groenlandia, utilizzando appunto gli sci.
Le attuali tecniche dello Sci di Fondo su pista.
La tecnica classica
La tecnica classica, detta anche a passo alternato o, per brevità, alternato, è stata l’unica fino agli anni 80 e si esegue utilizzando il binario tracciato su neve battuta, che consente allo sciatore un facile appoggio dello sci e una guida sicura in fase di scivolata. I bastoncini trasmettono la spinta degli arti superiori e si piantano nella neve per mezzo del puntale, mentre gli sci per trasmettere la spinta degli arti inferiori necessitano di sciolina di tenuta, o di altri sistemi, che consente “l’ancoraggio” della soletta, condizione indispensabile per ottenere la spinta.
Gli sci procedono paralleli, normalmente nei binari, ad eccezione della spina di pesce che si esegue fuori dalle tracce con sci a punte divaricate e disposti sullo spigolo interno. In tecnica classica, con l’aumentare della velocità di avanzamento, i tempi di applicazione della forza si riducono, fino al punto in cui l’ancoraggio dello sci non sarà più possibile e si dovrà procedere con la sola azione di spinta degli arti superiori, per questo con l’aumento della velocità si utilizza il passo spinta e successivamente la scivolata spinta.
La tecnica di pattinaggio  – Skating
La tecnica di pattinaggio, è piuttosto giovane poiché incomincia a fare la sua comparsa agli inizi degli anni 80. Ad alto livello uno degli sperimentatori del nuovo passo fu il finlandese Pauli Siltonen che, nella stagione invernale 1981 – 82, cominciò ad usare un passo che fu poi chiamato dai tecnici federali come “scivolata spinta pattinata”. La conferma della bontà di questo nuova tecnica la diede lo statunitense Bill Koch nella stagione successiva in cui riuscì, primo e ultimo fondista americano, ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo.
Nata inizialmente come tecnica puramente agonistica, è stata ben presto assimilata anche da sciatori meno provetti. Nella tecnica di pattinaggio gli sci non procedono nel binario, ma scorrono alternativamente, divaricati di punta, su un terreno privo di tracce e diagonalmente rispetto al senso di marcia. Il vantaggio, in termini di rendimento, è che durante l’azione di spinta dell’arto inferiore lo sci può continuare a scorrere nella sua direzione consentendo così allo sciatore di mantenere la velocità anche in fase di spinta. La velocità di avanzamento risulta così più elevata rispetto alla tecnica classica.
Questa tecnica richiede maggior intervento muscolare e un buon equilibrio; spesso si può contare su un solo punto d’appoggio e la fase di passaggio del peso del corpo, da un piede all’altro, deve essere molto rapida poiché gli sci seguono traiettorie divergenti.
Attrezzatura
Gli sci sono   privi di lamine e le particolari scarpette si fissano agli sci solo in punta, consentendo al tallone di sollevarsi liberamente.
Per la tecnica classica, gli sci hanno una soletta specifica che impedisce di scivolare all’indietro durante il passo alternato: la parte centrale viene ricoperta da una sciolina particolare (“di tenuta”) o ha delle piccole scaglie rilevate. Quando il peso del corpo poggia su questa zona, lo sci si blocca e non arretra,  le scarpette sono avvolgenti, ma alte fino alla caviglia.
Per lo Skating, le scarpe hanno un gambaletto più alto, la soletta degli sci è uniformemente liscia. La presa sulla neve viene garantita dalla disposizione obliqua e dalla presa di spigolo degli sci.
Per la lunghezza degli sci ci sono tabelle in base all’altezza e si differenziano per tecnica e per uomo e donna, ma  in linea di massima considerare come segue:
uomo, 20-25 cm più dell’altezza; donna, 15-20 cm più dell’altezza.
Bastoncini, per principianti e per tecnica classica considerare 0,80 per l’altezza della persona; per skating considerare 0,85-0,90 per l’altezza della persona.
Abbigliamento
L’abbigliamento del fondista deve ben consentire i movimenti, quindi deve essere elastico, ma deve assicurare l’isolamento termico, l’assorbimento del sudore e la traspirazione.
La biancheria deve essere del tipo che facilita la traspirazione, quindi fatta con fibre artificiali.
Per chi pratica l’agonismo vanno molto bene le tute leggere ed aderenti, ma per i turisti ed a maggior ragione per i principianti che effettuano corsi, sono meglio indumenti più pesanti, ma sempre elasticizzati, esempio salopette specifiche più magliette di materiale sintetico, anche in questo caso ben traspiranti.
Serve poi un giubbino leggero, tipo “wind stopper”, oppure un “pile”, ma non pesantissimo. Importanti i guanti, che devono proteggere il palmo della mano, che stringe il bastoncino, ma anche proteggere dal freddo, quindi palmo in pelle e parte superiore imbottita.
Il 15% del calore corporeo viene tipicamente disperso dalla testa per cui è fondamentale utilizzare un adeguato cappello o ampia fascia, preferibilmente in “Pile”. Calzettoni, non pesantissimi, ma morbidi; quelli usati per il trekking vanno bene, eventualmente un secondo paio corto e leggero da inserire a contatto del piede.
Lo Sci di Fondo fuori pista – Sci Escursionismo
Nel  1982 il CAI ha dato un contributo formale alla nascita dello Sci di Fondo Escursionistico deliberando la costituzione di una specifica commissione e scuola centrale, più precisamente: “lo sci di fondo escursionistico è affine allo sci-alpinismo al quale si deve affiancare, senza interferire, come forma complementare”  inoltre: “ lo sci di fondo escursionistico si avvale di attrezzature  e tecniche specifiche, intermedie fra quelle dello sci di fondo in pista e quelle dello sci-alpinismo, ………. lo sci di fondo escursionistico costituisce il ritorno allo sci originario quale mezzo per muoversi sulla neve, colmando una lacuna che si era formata con lo sviluppo delle varie specialità”.
In ambiente CAI l’indirizzo verso lo Sci di Fondo Escursionistico è generalmente più apprezzato rispetto al perfezionamento verso lo Skating: questo è comprensibile, ma appresa la tecnica base poi ognuno farà le scelte che più gl’interessano e che più lo divertono: che alla fine è sempre lo scopo di queste nostre attività.
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