“Spigoli dolomitici” di Marina Todisco

Annuario 2010

Quante volte da piccoli i nostri genitori ci hanno detto di stare attenti agli spigoli? Ci ripensavo proprio mentre, al secondo tiro di corda, ho letteralmente afferrato fra le mani lo spigolo Piaz della torre Delago. Lo spettacolo che si apre alla vista è verticale, una muraglia dritta e senza fine, l’esposizione è terrificante.
Lasciata la confortante e assolata parete sud che si staglia di fronte al rifugio Re Alberto, si prova la sensazione di ripercorrere gli stessi passi di Tita Piaz, infatti la dolomia chiara è davvero consumata nei passaggi obbligati e riluce come bianco marmo sotto i raggi del sole che la illuminano da secoli. Proseguo fra appigli e appoggi, trasportata dalle emozioni che si avvicendano in me, un misto di paura e audacia, mentre lo sguardo corre furtivo in basso: ma dove finisce questa parete scura? Cerco di ispirarmi a Piaz.Che movimento avrebbe fatto lui adesso? E’ pur sempre una facile scalata di quarto grado. Chissà se Tita ha provato le stesse sensazioni durante le sue epiche salite, di cui molte in solitaria. Aveva paura ‘il diavolo delle Dolomiti’? Cosa avrà pensato, lui, quando la vita gli scappava via, dopo aver condotto distrattamente la sua bicicletta contro lo spigolo della fontana che da sempre si trova lì, nella via dove egli nacque a Pera di Fassa; lo schianto fu mortale nel lontano 6 agosto 1948.
Le Torri del Vajolet - Contro il cielo lo Spigolo Piaz (foto R. Masoni)

La paura non mi abbandona, ma è giusto che sia così. Non voglio essere fra quelli che si vantano di non provare mai questo sentimento; chi non prova paura in montagna, rischia di non valutare correttamente i pericoli e di creare problemi a sè e agli altri. Aborro, d’altro canto, quella stampa aggressiva e predicatrice, che fa della montagna l’assassina, e, degli alpinisti gli sprovveduti piccoli uomini, che l’affrontano senza cognizione. Abbiate, dunque, la giusta dose di paura, giacchè da bravi alpinisti, l’audacia e la forza non vi mancano!Questi pensieri sono soprattutto per me, mentre risalgo delicatamente il bianco spigolo in questa splendente giornata di sole con il cielo terso e blu. La vita è bella, scalare è divertentissimo ed io me ne giovo, come il Tita fece per lunghi anni. Sono qui alle Torri del Vaiolet grazie al GATP, il Gruppo Alpinistico Tita Piaz del CAI di Firenze. Anche gli entusiasti fondatori del gruppo nel 1977 si sono ispirati a lui, e gli attuali membri sono ottimi alpinisti, che hanno paura quando serve.

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