Gennaio 2006
Lo scorso anno, in occasione del Congresso Internazionale di geologia che si è svolto a Firenze, la Società Speleologica Italiana e la casa editrice Forni di Bologna hanno edito …una ristampa anastatica della terza edizione di “Mundus subterraneus in XII libros digestus” di Athanasius Kircher. Si tratta di un’opera del 1678 fondamentale per la nascita e lo sviluppo della geologia, ma così rara da essere stata consultata finora solo da un‘elite di ricercatori. Novecento pagine in latino, cinque chili di peso, 32 cm per 25 con 7,5 cm di spessore del dorso, di certo l’aspetto fisico non aiuta, ma la gustosissima introduzione di Umberto Eco (“Per un bella discesa agli inferi”) mi ha incuriosito, così, pur sapendo assai poco di geologia, mi è venuta voglia di sapere qualcosa di più del signor Kircher.
È certamente poco comprensibile per noi, abituati alla specializzazione ed alla segmentazione del sapere, un personaggio come Athanasius Kircher, gesuita tedesco del diciassettesimo secolo, che dai suoi contemporanei era considerato come la personificazione di tutta la conoscenza umana. Nato a Geisa, in Germania, il giovane Kircher manifestò ben presto il suo genio: versato nelle lingue straniere, dotato di memoria ferrea, predisposto per le discipline più diverse, divenne padre dell’ordine dei gesuiti e professore di filosofia, matematica e lingue orientali. Nel 1633 fu chiamato a Vienna per succedere a Keplero, nel ruolo di matematico alla corte dell’imperatore Ferdinando II, ma dovendo passare attraverso l’Italia finì a Roma dove ottenne di poter rimanere, grazie alla fama di possedere il segreto per decifrare i geroglifici. Qui compose più di trenta opere, trattando argomenti che vanno dall’ottica alla musica, dall’egittologia al magnetismo; inventò uno schema di linguaggio universale, progettò una serie straordinaria di macchine pneumatiche, idrauliche e magnetiche che espose nel suo famoso Museo ospitato nel Collegio Romano gesuita, il “Museo del mondo”.
Kircher ebbe più di 760 corrispondenti tra i quali figurano due imperatori, papi, potenti di tutto il mondo, oltre ovviamente a scienziati di primissimo piano come Torricelli e Leibniz. Gli argomenti trattati nella sua voluminosa corrispondenza (in latino, italiano, spagnolo, francese, tedesco, olandese, portoghese, ceco, arabo, siriano, armeno e nel “linguaggio universale” di sua creazione) abbracciano tutti i suoi molteplici interessi. Le lettere inviate a Kircher erano di solito accompagnate da strani reperti naturali o manufatti curiosi destinati alla sua collezione romana, e da resoconti di osservazioni astronomiche e di esperimenti compiuti dai missionari gesuiti nel mondo. In cambio egli inviava ai suoi potenti mecenati medicine e balsami prodotti nella farmacia del Collegio gesuita a Roma e complesse macchine di sua invenzione, come la Cassetta Matematica.
Un po’ folle e molto astruso Kircher, fra varie fantasie elaborò concetti nuovi che le tecniche del suo tempo non gli consentirono di realizzare; di certo molte delle sue affermazioni sono sbagliate, ma molte sono invece corrette: aveva capito che e come si doveva usare il microscopio, e che le pestilenze erano dovute a microorganismi, aveva capito che gli ideogrammi cinesi hanno origini iconiche, aveva intuito il futuro di una specie di antropologia culturale fatta raccogliendo ogni tipo di documento per continenti ignoti e lontani.
Kircher parla di tutto, anche per sentito dire, ma vuole dare la prova, spiegare le cause e gli effetti; egli ci ricorda quello che ogni scienziato sa, sulla scienza e sulla tecnica si può sognare; Kircher sta a metà strada tra le preoccupazioni di esattezza dello scienziato e la fantasia del narratore di fantascienza.
“Mundus subterraneus” è un’opera divisa in 13 libri e tratta di geologia, idrografia, meteorologia, vulcanologia, storia naturale, alchimia, fossili e metallurgia: le conoscenze geologiche del XVII secolo rielaborate e contestualizzate da Kircher con l’osservazione diretta di fenomeni naturali come il terremoto del 1638 in Calabria e l’eruzione dell’Etna. Se a qualcuno è nata la curiosità di sfogliare questo “librone” e non ha gli 8-10.000 euro per acquistare l’originale del Seicento, può comprare l’anastatica o consultarla presso la nostra Biblioteca sezionale che, grazie all’interessamento di Annalisa Berzi, possiede una della 120 copie dell’edizione speciale eseguita da Forni per la SSI.