Gennaio 2006
La Scuola Centrale di Scialpinismo ha pubblicato il nuovo Manuale di Scialpinismo, XIII Ed, 2004. Delle molte novità contenute nel Manuale voglio segnalare l’introduzione di una tecnica di inversione …diversa dal classico dietro front fino ad oggi insegnato nei corsi: mi riferisco alla tecnica definita “dietro front infilato di coda a monte” (pag. 58). E’ una novità solo didattica, avendo finalmente la Scuola Centrale superato la tipica rigidità del CAI in tema di innovazione delle tecniche (rimasta tal quale invece per la curva in assorbimento); invero questa tecnica di inversione era già stata messa a punto da tempo dagli scialpinisti dell’Alto Adige ed infatti si conosceva come “inversione alla bolzanese”; circa una decina di anni fa ne venni a conoscenza per circostanze casuali. Questa tecnica presenta innegabili vantaggi di ergonomia e di esecuzione.
I movimenti da eseguire per invertire gli sci “alla bolzanese” erano i seguenti: 1) i bastoncini sono appoggiati entrambi a monte distanziati e ad essi si appoggia lo scialpinista ottenendo una posizione molto stabile;2) si porta lo sci a monte nella direzione opposta allo sci a valle, eseguendo una rotazione dello sci intorno alla gamba a valle, che sarà piegata sul ginocchio e cercando di sollevarlo l’indispensabile; in tal modo si mettono gli sci quasi paralleli come nell’inversione classica, facendo sì che la coda dello sci a monte vada sotto dello sci a valle; è molto importante che i talloni siano portati il più vicino possibile fino a combaciare;3) si fa scorrere indietro lo sci a valle avendo cura di tenerlo basso e per far ciò occorre tendere la gamba abbassando il tallone; in tal modo la punta dello sci a valle viene a trovarsi vicino allo scarpone dello sci a monte ed ha così lo spazio per ruotare intorno allo scarpone a monte e porsi nella nuova direzione.
La manovra non è difficile e con un po’ di pratica se ne prende subito possesso. I vantaggi sono intuibili. Già ho detto della stabilità; in secondo luogo l’esecuzione è più delicata rispetto all’inversione classica, che richiede il sollevamento di entrambi gli sci, e dunque comporta una minor sollecitazione del pendio. Si elimina, poi, il famoso “calcetto” necessario per riprendere lo sci a valle nell’inversione classica; su una lunga salita con molte inversioni la differenza in termini ergonomici è evidente. Infine l’inversione “alla bolzanese” è l’unica tecnica possibile quando si profila un ostacolo o su pendii ripidi. L’accorgimento di portare la coda dello sci a monte sotto quello a valle consente di velocizzare l’inversione, ma è possibile solo con neve morbida. La Scuola Centrale di SA nell’adottare questa tecnica ha introdotto qualche modifica evolvendola: in particolare si precisa che gli sci si devono mettere paralleli e ciò consente di eseguire l’inversione anche su nevi dure. Il caso dello sci infilato sotto l’altro è contemplata come accorgimento per rendere più rapida la manovra.
Devo osservare che l’inversione “alla bolzanese” originale implica un minor movimento della gamba a monte rispetto a quella descritta nel Manuale e quindi una maggior ergonomia. Il manuale citato (pag. 57) descrive anche l’inversione dietro front di coda a valle.
Il movimento di rotazione dello sci intorno alla gamba che resta ferma è lo stesso; in questo caso però lo sci a monte è portato a valle dell’altro sci. Questo movimento per portare i due sci paralleli è semplice, in quanto la coda dello sci in movimento non incontra ostacoli. A questo punto lo sci rimasto a monte deve essere spostato lateralmente fino a superare lo scarpone del piede a valle, quindi viene spinto indietro in modo che la punta dello sci possa ruotare e posizionarsi di nuovo parallela e nella stessa direzione dell’altro sci. Ho potuto constatare che questa manovra è più complicata a descrivere che ad eseguire. Dopo ripetute prove dell’una e dell’altra inversione sono giunto alla conclusione che l’inversione dietro front di coda a valle è più semplice di quella coda a monte. Per concludere preciso che è molto importante tenere gli sci ben paralleli al pendio e creare una buona piazzola allo scopo di ottenere la massima stabilità.