“Sulle tracce della via Francigena” di Gabriele Baggiani

Annuario 2009

Quando ancora il trekking non era una filosofia di vita e il camminare era, per la maggior parte delle persone, l’unico mezzo di spostamento; quando il sentire religioso era radicato nella società a tal punto che, il pellegrinaggio a piedi alla tomba dell’apostolo Pietro come forma di penitenza era considerato assieme al
pellegrinaggio verso la Terra Santa e Santiago di Compostela una delle tre peregrinationes maiores; allora nasce la Via Francigena, sui selciati delle vie romane ed i sentieri percorsi dai viandanti.
Le origini della Via Francigena si perdono nel tempo, in epoca romana, quando le vie consolari assicuravano i collegamenti all’interno dell’Impero Romano. Con il declino del predominio di Roma sotto la spinta dei nuovi popoli provenienti dal nord Europa e dall’est, i selciati romani – non più manutenuti – lasciarono il posto a sentieri e piste battute dai viandanti, che si diramavano sul territorio per convergere in punti obbligati quali ponti, guadi e passi di montagna, o presso le mansioni, ovvero centri abitati ed ospitali, dove era possibile trovare rifugio e protezione per la notte.
Questo coacervo di strade, in continuo mutamento a causa di eventi naturali quali frane o straripamenti, o ancora, per cause socio politiche quali conflitti, dazi e briganti, costituivano quella via di collegamento con Roma conosciuta con il nome di Via Francigena. Ed è proprio per questa sua caratteristica di essere formata da più sentieri di collegamento, lungo una direttrice principale, che oggi sarebbe impossibile risalire al tracciato originale; piuttosto è invece più corretto re identificare le Mansioni ed i luoghi di interesse toccati dai viandanti lungo la Via. Le prime testimonianze scritte sul pellegrinaggio lungo la Via Francigena risalgono al 990 d.C., quando l’Abate Sigerico, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, intraprese un viaggio che da Roma, lo portò sino alla sua Abbazia. Sigerico, lungo il suo viaggio, prese nota delle 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. La testimonianza scritta riportata dall’abate divenne così la più importante fonte letteraria per i viandanti che intraprendevano un peregrinaggio verso Roma, tanto che ancora oggi viene considerata una delle fonti più autorevoli.
La Via Francigena, quale via di comunicazione e scambi commerciali, aumentò così di importanza tanto che attorno all’anno mille rappresentava lo snodo principale delle grandi vie di fede. Essa collegava Canterbury a Roma, passando per Parigi, attraverso il Passo del Gran San Bernardo ed il Passo della Cisa, con una importante deviazione per Santiago di Compostela. Da Roma poi, era possibile proseguire lungo la Via Appia, per giungere fino ai porti della Puglia, dove era possibile per i pellegrini imbarcarsi in direzione di Gerusalemme, e per i commercianti intraprendere la via dell’oriente. E proprio lungo la Via, assieme ai pellegrini, viaggiarono anche gli usi ed i costumi dei viandanti, oltre che le merci trasportate dai mercanti. Dall’oriente giungevano sete e spezie, che trasportate nel nord Europa venivano scambiati nelle fiere con prodotti locali quali i panni di Fiandra o di Brabante.
Con il tempo l’importanza della via – specialmente dal punto di vista commerciale – aumentò a tal punto che nel XIII secolo si andarono formando numerosi itinerari alternativi. La via allora cambiò il proprio nome da Francigena in Romea proprio ad indicare la destinazione e non più la sua origine, oramai non più unica. Inoltre, la crescente importanza di Firenze quale centro di scambio economico-politico-culturale, fece spostare l’asse principale di comunicazione della via ad oriente, attraverso la direttrice Bologna-Firenze, relegando il Passo della Cisa ad un ruolo puramente locale.
La Via Francigena oggi
La riscoperta della Via Francigena come percorso della fede, oltre che comemodo per attraversare l’Italia a piedi, avvenne negli anni settanta dopo la riscoperta e l’interesse suscitato dai media sul Cammino di Santiago. Come per il percorso spagnolo anche il percorso che attraverso l’Italia conduceva a Roma, giaceva quasi interamente sotto l’asfalto delle strade statali e comunali, che col tempo avevano ricalcato il tracciato delle strade di epoca medioevale e ancor prima romana. Nel tempo, gruppi sempre maggiori di appassionati, supportati in alcune zone da iniziative ad opera di enti locali, si sono prodigati nell’individuare i percorsi originali della via e nel tracciare i sentieri, anche se in molte zone, vista l’impossibilità di recuperare il percorso storico a causa della cementificazione, il tracciato è stato deviato su strade meno trafficate.
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