Annuario 2011
Siamo andati al Muzzerone …e ciò basterebbe a leggere con sospetto tutto ciò che di seguito troverete, giacché fare 340 Km per stare male non può e non deve essere indice di lucidità. E infatti non lo è.
Da venerdì mi sudavano i piedi, all’idea di quelle verticali pareti liguri, ma la decisione d’andare era ormai presa irrevocabilmente, complice la mia educazione militare e una professione che abitua al combattimento. L’allegra brigata, Masoni, Sapo e me, in tre quasi 170 anni, altro dato – oggettivo – su cui meditare, puntualissima si muove alla volta del Muzzerone. Dove giungiamo alle 10 circa, dopo le rituali soste, fra cui al Bar Le Grazie, dove in un colpo solo abbiamo consumato quattro caffè e un caffè doppio, cioè sei caffè, diconsi sei, una pasta, un panino e un bicchiere di vino. Fuori dal bar 4 sigarette. Avevo molta paura. Non mi dite che c’era la corda, altrimenti vi giro le sgradevoli risposte che ho riservato, durante il giorno, a, nell’ordine, Masoni, Sapo, conosciuta Guida Alpina, allieva del detto, allievo del detto. Attachiamo Excalibur. Via di 5 tiri 6a/5a+A0 oppure 6b+/6a, A0: sempre troppo. La via si trova alla Parete delle Meraviglie dove di meraviglioso non c’è nulla, credo non ci viva nemmeno un serpe, che però era, inspiegabilmente a mio avviso, affollatissima. Primo Masoni, secondo il Sapo (senza zaino), ultimo io. Il Sapo vi dirà cosa ha fatto e cosa ha detto, mi limito a me.
Primo tiro molto bello. Al tettino, su piccolo strapiombo, il Masoni ci mette una staffa, evitabile, ma mi ci appoggio, per paura in genere e nello specifico di stancarmi troppo. Vado via liscio e mi sembra in bello stile. Devo levare rinvii e staffa, e rifarla. Arriviamo alla sosta: 38-40 cmq. Mi allongio e maledico il Sapo perché se lui non si fosse ritirato due domeniche prima al Pilastro del Bunker, il capitolo Muzzerone era chiuso. Il Sapo ostenta sicurezza ma sta attaccato alla roccia come un licheno.
Secondo tiro. Molto verticale e molto bello. Peccato breve. Vengo su bene, cuore in gola e tanta verticalità. Bella e comoda sosta: 150 cmq. Il Muzzerone è questo, e così la gente pensa d’averti dato una risposta intelligente. Mi allongio, maledico il Masoni, di cui minaccio chiedere l’interdizione. Il Sapo non parla più e capisco perché: dalla sosta si vede un tetto “vero” su strapiombo, il passo di 6b+. Lo vedo anch’io e mi sembra fattibile, con la staffa s’intende. Ho visto giusto, ma il vero casino è sopra e non si vede, lo scoprirò poi.
Terzo tiro. Parte Luca. Non ascolta più, non so neppure se respiri, è terreo. Diciamo, racconterà poi lui, che va nel panico. Fa un po’ di confusione, passa oltre il tetto. Parto. Arrivo bene al tetto, passo oltre, bene. Devo levare rinvii e staffa, e rifarla. Non riesco a togliere staffa, rinvio e cordino, sono appeso con la destra e lavoro con la mano sinistra, mi stanco troppo, non recupererò più. Sopra il tetto c’è tutto per le mani e per i piedi, ma piccolo piccolo, e sono stanco. M’attacco ma ho le braccia gonfie, e non tirano; mi trema anche una gamba. Mi devo riposare, devo appendermi sul vuoto. Caz…. su quella cordina da 7,9: maledette le due f… che me l’hanno fatta comprare e che sono in sosta. Sempre loro. Comunque devo riposare. Il Maso m’infonde fiducia, quindi calma. M’appendo un attimo trattenuto solo dalla corda, piano piano mi lascio andare ….. tiene! Evviva tiene. Non ridete, non c’è niente da ridere! Non era assolutamente scontato. Mi riposo un po’. In due volte passo oltre e arrivo alla sosta. Sono molto soddisfatto, ho fatto anche un paio di passaggi laterali, e per me, in quelle situazioni, non è poco.Il gatto e la volpe mi fanno i complimenti, riesco solo a maledirli, convintamente e ferocemente. Il terzo tiro è dietro. Penso: ancora due tiri semplici, e col Muzzerone ho chiuso per oggi, domani e sempre. Maso arriva all’ultima sosta, ha unito i due tiri.
Partiamo insieme per il quarto tiro, Luca ed io. Dopo poco – un paio di bei passi di V – diviene una cresta, sul vuoto da una parte e sul semi vuoto dall’altra. C’è solo una sicurezza in trenta metri, ma va bene è agevole. Quinto tiro consecu-tivamente, con spit etc.., breve e bellissimo. Allegoricamente arriva il sole. Sorpasso il Sapo e arrivo in sosta. Maledizioni ormai rituali al Masoni e scappo al sicuro.
Sono come drogato di gioia.Sono vivo, è finita.Ho ancora voglia d’arrampicare. Butto là: “un monotiro?”. Casca nel vuoto. Ci riprovo. Il Masoni: “io ne avrei anche abbastanza per oggi”. Forse anche noi.