(da Firenze la proposta che trasformerà l’organizzazione del Club
nella moderna configurazione che oggi conosciamo)
Già dopo tre anni dalla nascita del Club Alpino, avvenuta il 23 ottobre del 1863 al castello del Valentino a Torino, si cominciò a sentire la necessità di creare delle nuove Sedi, le così dette Succursali.
A quei tempi si parlava più che altro di “centri di riunione”, magari equipaggiati di ciò che può essere di ausilio per facilitare l’esplorazione della montagna e degli strumenti scientifici necessari per effettuare studi ed osservazioni ai soci che risedevano fuori Torino.
La Direzione del Club approvò il 31 maggio 1866, la realizzazione della prima Succursale ad Aosta, grazie anche all’offerta, da parte del locale Municipio, di un locale da destinare a questo scopo. La notizia apparirà il 14 agosto del 1866, sul settimanale “Feuille d’Aoste”, un periodico d’informazione sulle questioni che interessano la Valle; su di esso venne riportato:
“La Direzione del Club Alpino di Torino aveva manifestato l’intenzione di avere ad Aosta una sede per potervi depositare libri, carte topografiche e strumenti scientifici ad uso dei suoi membri che avrebbero visitato la nostra Valle per fare escursioni durante la bella stagione”… “Il Consiglio Comunale della nostra città, non appena avuta notizia di questo desiderio, si è premurato di mettere a disposizione del Club una sala del Municipio, ma prima di inaugurarla si è voluto fare qualche intervento di manutenzione in modo da renderla appropriata a tale destinazione”.
Il 25 giugno dell’anno seguente (1867), la direzione del Club, approva il regolamento di un’altra Sede distaccata, quella di Varallo Sesia che inizierà la sua attività nel luglio dello stesso anno presso il Casino di lettura offerto dal Comune. In quel momento i soci facenti parte del Club erano 195, ma la Società, tra il 1865-1866, subì un primo duro colpo in conseguenza del trasferimento della capitale da Torino a Firenze; molti soci, infatti, furono costretti a trasferirsi e a causa della drastica riduzione del numero dei soci che ne seguì, l’attività si paralizzò.
Il Presidente Bartolomeo Gastaldi, nella seduta del 18 marzo 1866, relativamente ai soci che si erano trasferiti a Firenze espresse tuttavia compiacimento nel notare che molti di loro rimanevano fedeli alla Società, esprimendo certezza sul fatto che avrebbero scelto per le loro esplorazioni, l’Appennino Toscano e sul fatto che un giorno si sarebbe costituita anche li una “Società affiliata”.
Il suo auspicio non tardò troppo ad arrivare perché appena due anni più tardi, la sera del 1 luglio 1868, nel gabinetto di geologia del Regio Museo di Fisica e storia naturale, conosciuto a Firenze come “la Specola”, un piccolo gruppo di promotori volenterosi, si riunì per discutere di istituire …”uno stabilimento di una succursale dello stesso Club in Firenze”.
E’ la nascita del C.A.I. Firenze!
I promotori erano: Giovanni Morandini (ingegnere e deputato grossetano). Il Prof. Igino Cocchi (insigne geologo e primo presidente del C.A.I. Firenze), Costantino Perazzi (ingegnere e tra i fondatori del Club in Torino), Felice Giordano (ingegnere-geologo, tra i fondatori del Club ed incaricato delle operazioni per la conquista del Cervino), Sansone d’Ancona (deputato della Camera), G. B. Rimini (impareggiabile segretario del C.A.I. Firenze ed eccezionale disegnatore e topografo, tra i fondatori del Club) ed il Barone Federico Savio. Assieme a questi promotori dell’iniziativa, si aggiunsero altri signori che avevano letto su vari giornali fiorentini l’avviso dell’adunanza e il proposito in esso espresso di fondare una Sede del Club Alpino Italiano a Firenze. In totale una quindicina di persone.
Nel dicembre dello stesso anno in cui si gettarono le basi per costituire la sede C.A.I. di Firenze, il giorno 17, l’Ingegnere Niccolò Pellati amico di Quintino Sella e direttore delle miniere di rame della valle Imperina, fonda la Società Alpina di Agordo che si proponeva lo scopo di studiare e valorizzare il territorio Agordino ed in particolare delle Dolomiti bellunesi. Lo stesso giorno, il 17 dicembre 1868, il direttivo del Club, approverà il progetto per la realizzazione delle due nuove sedi: quella di Firenze, proposta dal mese di luglio e quella di Agordo fondata il giorno stesso della sua approvazione.
E’ importante sottolineare che già nella prima riunione della nascente Sede fiorentina del 1 luglio, il Prof. Igino Cocchi esprimeva “il concetto che reputava il più conveniente per l’istituzione del Club Alpino in Firenze come in altre cospicue città del Regno, di considerare il Club diviso in Sezioni o Circoli aventi ciascuno la sua Direzione Locale ..”.
Le Sezioni o Circoli, nell’ipotesi espressa, dovrebbero disporre di una cassa unica come anche di un unico Bollettino da stampare con il concorso di tutte le Sedi del Club. L’associazione sarebbe quindi rappresentata da un Consiglio nominato dai soci di tutte le Sedi e da un Presidente generale che risiederebbe a Torino.
Ogni Sede trasmetterebbe il proprio bilancio al Presidente generale che, assistito dal Consiglio, ripartirebbe gli utili in maniera equa per la stampa del Bollettino sociale, per le spese delle Sedi, mentre il rimanente sarebbe ripartito fra attività dichiarate e proposte dalle Sedi (rifugi, sussidi, premi ecc.).
La proposta di Cocchi di suddividere il Club nelle diverse Sezioni, fu giudicata in quel momento troppo prematura dal Presidente generale Gastaldi giacché il numero dei soci era ancora troppo esiguo, tuttavia della proposta giunta da Firenze, si volle riconoscere una certa autonomia amministrativa che trovò la sua prima applicazione proprio con la nascita delle due Sedi di Firenze e Agordo. Viene stabilito che per l’apertura delle Sedi, si accorda a ciascuna di esse, il prodotto del buon ingresso (cioè la quota di iscrizione) ed i due terzi delle quote annuali versate dai soci.
Si tratta di un fatto nuovo e di estrema importanza perché diventerà la base del futuro ordinamento del Club Alpino in Sezioni. La Sede di Varallo nella riunione che si tenne il 31 agosto 1868 ad Aosta, propose che ogni anno, a turno, nelle Succursali si dovessero organizzare le riunioni dei soci (i congressi degli alpinisti italiani) per discutere delle iniziative e per conoscersi. A tal scopo nell’agosto 1869 si terrà la prima riunione proprio a Varallo.
Il 1869, sarà un anno decisivo per le nuove Sedi di Agordo e Firenze, infatti, nello stesso mese (il giorno 3 febbraio per Agordo e il giorno 11 febbraio per Firenze), le due nuove Succursali approvano i rispettivi regolamenti che in base agli accordi con la Direzione generale, stabilivano un principio di vita propria e di autonoma amministrativa per entrambe le Sedi. In particolare, il regolamento della Sede di Firenze, nei suoi principi fondamentali, fu considerato il modello per tutte le Sedi che sarebbero nate in seguito.
A prescindere dal fatto che la dicitura “Sede” o “Succursale” fu ufficialmente cambiata in “Sezione”, solo con la modifica dello Statuto avvenuta il 10 marzo 1873, in pratica con l’approvazione da parte del Direttivo centrale del regolamento, si concretizzò la nascita della “Sezione C.A.I. Firenze”. Firenze, infatti, terza Sede in ordine di fondazione dopo Aosta e Varallo, risulta essere di fatto, la prima Sezione del Club Alpino Italiano in quanto il suo regolamento, approvato dal Consiglio Direttivo Centrale, è già allineato con la futura struttura dell’ordinamento in Sezioni così come espresso da Igino Cocchi, fin dal giorno della fondazione il 1 luglio 1868 e riportato sul verbale della seduta.
Intanto il 27 dicembre dello stesso anno (1869), la Direzione del Club autorizza l’apertura della Sede di Domodossola. Già dal 30 agosto, nella seduta straordinaria a Varallo (il secondo congresso del Club), l’Ingegnere Giorgio Spezia, personaggio di spicco della Val d’Ossola, profondo conoscitore della Valle e delle sue miniere ed ambientalista ante litteram, espresse l’intenzione di fondare una sede del Club a Domodossola. L’anno seguente, nel mese di agosto del 1870, il giorno 28, proprio a Domodossola si terrà la riunione generale del Club e lo Spezia sarà il primo Presidente. In questa riunione che sarà il terzo congresso del Club, la Direzione del Club verrà invitata a predisporre un regolamento apposito per le Succursali. Il Regolamento sarà pronto il 19 novembre 1870; in esso si riconoscerà e si estenderà per tutte le Sedi l’autonomia amministrativa.
A Firenze, la prima convocazione ufficiale dei soci avverrà il giorno 15 febbraio 1869, presso la Sede della Società Geografica Italiana, sita al piano terra del Ministero d’Istruzione Pubblica in Piazza San Firenze.
A questa prima assemblea saranno presenti 24 soci tra cui: Quintino Sella, Felice Giordano, Igino Cocchi, R.H. Budden, Ubaldino Peruzzi e Giovan Battista Rimini. Igino Cocchi sarà il primo Presidente che rimarrà in carica fino al 1871, anno in cui dovrà lasciare l’incarico per doveri d’ufficio. I soci del CAI Firenze, nel 1869 erano 88 che per una Sezione lontana dalle Alpi, prima di tante altre città del nord, rappresenta un grandissimo vero successo. Certo è che se non ci fosse stata una fortissima volontà di esistere, l’attività di questa Sede sarebbe certamente cessata dopo poco tempo.
Di questa singolare “anomalia geografica” nello scenario generale del sodalizio, se ne meraviglierà anche il Prof. Antonio Stoppani, futuro primo Presidente della sezione C.A.I. Milano (1873), che addirittura, nel suo più famoso libro “Il Bel Paese”, parlando del Club alpino riporterà …”Il Club alpino italiano ha la sua sede a Torino, e le secondarie in Aosta, Varallo, Domodossola, Agordo, e, stupite ! a Firenze ed a Napoli. Vanta a quest’ora valorosi proseliti, emuli dei più arditi Inglesi, e fra essi quell’ingegnere Giordano che fu ad un pelo di rapire agl’Inglesi la palma della, prima ascensione al Cervino”. Non è certamente meno eccezionale che nel 1871 (il 24 gennaio), anche a Napoli s’istituisca una Sede del Club; il fatto è di estrema importanza perché così si unisce da nord a sud il nuovo Stato, improntato, come sostenuto e voluto dallo spirito del Club, verso un modello culturale di unità nazionale. Con l’Assemblea ordinaria generale dei soci del 27 aprile 1871 s’iniziò a discutere per la prima volta del riordinamento delle Sedi Succursali. Nella seduta del 1° luglio 1871, la Direzione approvò che l’iscrizione del socio poteva avvenire direttamente nelle varie Sedi che successivamente avrebbero provveduto ad informare la Sede centrale di Torino.
Arriviamo al maggio del 1872, quando si discusse per la prima volta la riforma dello Statuto. La discussione si prolungò per più giorni, ma l’approvazione del nuovo Statuto avverrà con l’assemblea generale del 10 marzo 1873. Con quest’ultima riforma, nella quale per la prima volta delinea una struttura articolata e non più individuata dalla sola Sede di Torino, si sancisce ufficialmente che alla Sede Centrale in Torino, si affiancano, in numero indeterminato le “Sezioni”. Le Sedi comunque come abbiamo detto, avevano già una loro autonomia riconosciuta sulla base del regolamento attuato dalla Direzione in data 19 novembre 1870. Dalla fine del 1872 e soprattutto nell’anno 1873, Il Club ebbe una grossa espansione con la nascita di molte nuove Sezioni: Sondrio (1872), Susa (1872), Biella (1872), Chieti (1873), Bergamo (1873), Roma (1873), Milano (1873), Aquila (1873) e Auronzo (1873). A dicembre 1873 i soci avevano superato il numero di 1.500.
Le Sezioni dunque cominciarono a esistere ufficialmente dal marzo del 1873. Il Club Alpino s’identificherà ancora con la Sede di Torino fino al 1875 quando con una nuova riforma dello Statuto, nascerà, sempre a Torino, una Sede Centrale che si occuperà delle cose d’interesse generale del Club Alpino, ma separata dalla Sezione di Torino che diventerà una Sezione come tutte le altre.
Firenze, grazie alla lungimiranza del suo primo Presidente, il Prof. Igino Cocchi, che lo propose fin dalla prima riunione fondativa, risulta di fatto, per ordine di nascita e di riconoscimento del suo regolamento da parte della Sede Centrale, la prima Sezione del Club Alpino Italiano.