I Soci del CAI Firenze salutano i Membri del Consiglio Direttivo Centrale di Roberto Masoni

 LOGO CAI 1500E’ con vero piacere che i Soci del CAI Firenze salutano i Membri del Consiglio Direttivo Centrale riuniti qua da noi, a Firenze. Un’occasione, fra le tante che seguiranno nel corso dell’anno, che segna uno dei primi appuntamenti di un 2013 nel quale si celebrano i 150 anni di vita del nostro Sodalizio. Una tappa storica che conferma l’esistenza di un patrimonio culturale fondato, giorno dopo giorno, da quel lontano 1863, sull’alpinismo in ogni sua forma, sull’ambiente, sulla ricerca scientifica. Un patrimonio straordinario e una ricchezza di idee che hanno consentito a tutti coloro che, nel corso di questi 150 anni, hanno frequentato e frequentano la Montagna, di conoscerla e, soprattutto, di affrontarla in modo consapevole.

 Due, a mio modesto parere, sono gli aspetti che certe ricorrenze, come quella che stiamo vivendo, lasciano emergere in tutta la loro importanza. Da una parte il riaffermarsi del Club Alpino Italiano come un modello culturale di unità nazionale, dall’altra la realtà di un Sodalizio, nato 150 anni fa, eppure ricco di vitalità e di sorprendente modernità.

Per meglio afferrare il primo aspetto basti ricordare il fiorire di un radicamento territoriale nato, da nord a sud, dalla comunione dei nostri valori e non dalla latitudine delle nostre Sezioni. La straordinarietà del nostro retaggio fonda, infatti, le sue radici su una realtà significativa: le prime Sezioni nate nell’ambito del Club Alpino Italiano vedono la luce lungo tutto il nostro territorio nazionale a cominciare proprio da Firenze, seguita a distanza di pochi mesi da Agordo, quindi Domodossola, Napoli e poi Sondrio, Susa, Biella e ancora Chieti, Bergamo, Roma, Milano, Aquila, Auronzo. Da qui prende vita e si alimenta il nostro “unire” nel nome della Montagna, da qui il suo pieno significato. Mi permetto di ricordare quanto scritto dal nostro Presidente Generale, sulle pagine della Rivista di ottobre scorso, che bene ha riassunto questi valori: “Il Club Alpino Italiano sta a indicare il club di tutti gli Italiani che amano la montagna, è dunque un’associazione cioè un’istituzione intesa a creare e rafforzare vincoli di socializzazione e solidarietà, italiana, quindi nazionale perché strettamente legata alla storia unitaria del Paese che ha come matrice comune l’Alpe”. Grazie Presidente.

Del secondo aspetto non sarebbe necessario parlare, tanto è evidente la modernità del CAI. Non possiamo negare tuttavia come in taluni ambienti estranei al nostro, e talvolta purtroppo anche al nostro interno, si raccolgano voci che vedono il Club Alpino Italiano come un Sodalizio “vecchio”, superato. Mi permetto di dire che non è così, anche se talvolta, a ben vedere, l’eredità che portiamo nei nostri zaini prevale di fronte agli stimoli che invece dovrebbe offrire. Pensate alla modernità dei nostri studi, all’attualità delle nostre ricerche, siano esse scientifiche o rivolte allo studio dei materiali, delle tecniche. Pensate all’impegno e al sostegno del CAI su temi vitali come quello dell’ambiente, non ultima, in tema d’attualità, la recente ratifica del Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi. Pensate a tutte quelle Sezioni, come la nostra, che dirigono palestre indoor nelle quali si pratica e si organizzano meeting che riguardano discipline considerate all’avanguardia: il boulder, l’arrampicata indoor. Pensate al grande lavoro che giornalmente viene svolto per gli aggiornamenti dei nostri titolati, dei nostri volontari del Soccorso Alpino.

Ecco, questo è il CAI che mi piace pensare. Un’Associazione unitaria e moderna che non lesina le energie da porre, volontariamente e disinteressatamente, al servizio del tessuto sociale. Auguro buon lavoro a tutti Voi. Un cordiale saluto e un abbraccio dai Soci della Sezione Fiorentina.

 

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