60 anni dell’Aiut Alpin Fassano di Marina Todisco

aiut2Gennaio 2013 – 60 egn de Aiut Alpin Auta Fascia

Dove la solidarietà non ha confini e va oltre la cima, si celebrano i 60 anni dell’Aiut Alpin Auta Fascia con il libro resoconto e testimonianza del Soccorso Alpino dell’Alta Val di Fassa: una lettura storica attraverso i ricordi, le lettere, le foto, le testimonianze ed i documenti di sessant’anni di vita del soccorso delle Dolomiti Fassane, raccolti dall’archivio storico della Stazione e dalle voci dei soccorritori.

Alla presentazione a Canazei ci sono tutte le autorità, il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai; l’Assessore per le Minoranze Linguistiche, Luigi Chiocchetti; il Presidente del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico del Servizio Provinciale Trentino, Roberto Bolza; il Presidente della Protezione Civile di Trento, l’ing. Bertoldi e il Sindaco di Canazei, Mariano Cloch. Ma spiccano i valligiani dell’Alta Fassa che riempiono il cinema, i volontari del soccorso grandi protagonisti, sì, e i loro famigliari e amici, ovvero, questi ultimi, coloro che non salgono sull’elicottero, ma che, proprio come i volontari, vivono il soccorso nel profondo, attendendo notizie rassicuranti con il ritorno a casa di chi è partito per aiutare. E’ Sergio Valentini a dire che questo è il libro di tutta la comunità, perchè quando passa l’elicottero tutti alzano gli occhi al cielo e si domandano chi si è fatto male, chi è partito per aiutarlo, perchè l’esperienza solidale è nello spirito della gente di montagna ed, io aggiungo, anche di chi ama la montagna.

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Stefano Dell’Antonio, l’autore, da vent’anni nel soccorso, ringrazia tutti coloro che lo hanno accompagnato nei passati due anni durante la stesura di queste trecento pagine, in un viaggio nei volti, nella forza d’animo, nei cuori, nelle esperienze dei volontari di ieri e di oggi, che con la stessa spinta e la stessa passione partono per un soccorso.

Gino Comelli, Capostazione del Soccorso Alpino dell’Alta Val di Fassa ci tiene a chiarire che il libro non vuole essere una raccolta di numeri, ma una testimonianza di chi ha creduto e crede nel soccorso, di chi lo ha pensato e sviluppato con lo spirito e l’abnegazione prima, di chi lo migliora ogni giorno grazie all’esperienza poi, di tutti coloro che mettono a disposizione e danno oggi un soccorso tecnologico ed evoluto ai massimi livelli.

Vuole essere anche un libro per ricordare la passione dei volontari di ogni epoca che, fino ai tempi recenti, ha richiesto un tributo di vite, quali Dimitri e Bruno, e poi Alex, Diego, Ervin e Luca travolti in Val Lasties.

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Gino mi dona una copia del libro per la nostra Sezione: “Alla sezione del CAI di Firenze un saluto dalla Val di Fassa e dalle Guide di Fassa compreso Tita Piaz!” dedica a nome dei soccorritori dell’Alta Val di Fassa, ricordandomi con un sorriso che la nostra Scuola di Alpinismo e Scialpinismo è proprio intitolata a Tita Piaz.

Mi chiede di salutargli alcune persone del nostro Soccorso Alpino in Toscana con cui dice di aver condiviso esperienze formative. Poi si fa più serio e mi narra che, a Stazzema il 24 ottobre 2010, in occasione della cerimonia commemorativa in ricordo di Agostino Bresciani, Capostazione storico della locale Stazione di Soccorso, i soccorritori della Toscana hanno reso omaggio ai caduti della Val Lasties facendo dono all’Aiut Alpin Auta Fascia della Medaglia Celebrativa intitolata ‘Oltre la cima, amicizia e solidarietà’, perchè il Soccorso Alpino non conosce confini.

Il libro è ricco di avventure che potrete leggere con calma davanti al camino scoppiettante di un inverno dolomitico, ma anche una sera d’estate sul patio di un casale di campagna in Maremma, mentre le cicale rompono chiassose la calda quiete di una notte senza luna. Io, brevemente, ve ne racconto uno non scritto, quello di Reinhold Cigolle di Canazei un signore con la barba ed i capelli bianchi, che è nel soccorso alpino dal 1953, che, seduto a fianco a me, alla fine della presentazione ha quasi le lacrime agli occhi e mi mostra con orgoglio le due medaglie che porta in petto sulla divisa da soccorritore, benemerenze del Soccorso Alpino e della Repubblica e che mi invita con mio marito a casa sua per raccontarmi di tanti altri soccorsi a cui ha partecipato, che non ci stavano nel libro, perchè un solo libro non può contenere tutti i soccorsi che avvengono sul territorio alpino e appeninico grazie all’abnegazione di tanti volontari animati dallo stesso spirito di solidarietà della gente di montagna.

Farò presto visita al signor Reinhold, non con il tacquino per gli appunti, ma solo con il cuore aperto ad ascoltare e far tesoro delle esperienze di un volontario del Soccorso Alpino.

Siamo sempre partiti e sempre partiremo per un soccorso” dicono i loro volti.

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