Stromboli

«C’è da sistemare un sentiero attrezzato sul vulcano di Stromboli».

Quando Carlo Alberto Garzonio, professore di Geologia all’Università
di Firenze, ha fatto questa richiesta di collaborazione al Gruppo Sentieri abbiamo accettato immediatamente, solo dopo abbiamo saputo che il nostro intervento era necessario per mettere in sicurezza il percorso utilizzato per raggiungere la stazione radar che controlla i movimenti della lava sulla Sciara del fuoco.

Ci hanno fornito alcune fotografie per poterci rendere conto del lavoro da fare, dalle immagini la cosa ci è apparsa abbastanza complicata, perché si trattava di lavorare su un percorso costruito nel 2002, deteriorato dal tempo, realizzato con scale e cavi di acciaio, così abbiamo organizzato  un viaggio di sopralluogo e, se fosse stato possibile, per  iniziare il lavoro.

Abbiamo incominciato a seguire le previsioni del tempo a Stromboli, perché l’isola non ha un porto, ma solo un molo dove il traghetto attracca di poppa, con il resto della nave in mare aperto, se c’è vento trasversale, da Nord o da Sud, la sosta salta e la nave tira di lungo, sempre che, addirittura, la partenza da Napoli non sia annullata, naturalmente tutte queste cose si sanno all’ultimo minuto, di qui l’esigenza di poter prevedere le condizioni del mare per non fare false partenze.

A metà aprile finalmente partiamo Piero Lazzerini, Giovanni Bertini, ex istruttore della Scuola Tita Piaz ora socio di Pisa, ed io, con il pick-up della Sezione, ma, dopo circa due ore di viaggio abbiamo una ruota a terra, dobbiamo fare immediatamente esercizio di fantasia, capacità di adattamento e manualità perché il crik è troppo corto ed abbiamo bisogno di costruirgli sotto un piedistallo con materiali vari raccattati nella piazzola di sosta. Comunque riusciamo a sostituire la ruota ripromettendoci di fornire il pick-up di una attrezzatura idonea; finalmente arriviamo a Napoli, nel frattempo ci avvertono che non è il caso di imbarcare la macchina perché ci potrebbero essere dei problemi per il viaggio di ritorno dal momento che stanno cambiando i venti, comunque avremo modo di capire che portare una macchina di cinque metri a Stromboli è tempo e denaro sprecato perché sull’isola le strade sono a misura di Ape.

Arriviamo alle 6 e siamo impazienti di iniziare, abbiamo appuntamento con Teresa  una bella ragazza fiorentina collaboratrice del professore Nicola Casagli, che sarà  nostra guida ed esperta del posto, sarà con noi anche Giuseppe, altro geologo che si rivelerà preziosissimo, dopo esserci sistemati nella foresteria della Protezione Civile vorremmo metterci in moto, ma dobbiamo tenere conto dei ritmi isolani, sono le 7 ed è impensabile iniziare senza la colazione con granita e brioche, peccato che il bar apra dopo le 8….

Finalmente partiamo con una bella passeggiata attraversando le 3 frazioni di Stromboli, raggiungiamo il sentiero che, con splendidi scorci sulla Sciara del Fuoco, ci porta alla quota 400 dove c’è la stazione radar e dove dovremo operare. Siamo decisamente carichi di attrezzi e di materiale da arrampicata, perché non sapendo con esattezza quale fosse la situazione abbiamo abbondato in tutto. Dopo esserci resi conto di quanto dovremo fare incominciamo tracciando il percorso che dovremo proteggere e per valutare quanto dovremo portare per sistemare il sentiero nel prossimo intervento, prendiamo misure, facciamo una serie di fori nei quali sistemeremo i fittoni per reggere il cavo, insomma ci diamo molto da fare sotto un bel sole siciliano. Finalmente torniamo in paese veramente assetati e qui, il migliore colpo della giornata, facciamo una variante isolana della Radler, mescolando alla birra la granita di limone: e questa ci rimette al mondo!

Andava tutto troppo bene, sta cambiando il vento, domani non passerà la nave, meno male che oggi abbiamo fatto un grosso lavoro, perché invece che alle 22 come da programma dovremo partire con l’aliscafo domattina alle 7 perdendo l’intera giornata di lavoro, giornata che passeremo in viaggio, letteralmente abbordando l’aliscafo ballonzolante sul mare con il capitano che urla dalla plancia di fare presto perché non vuole sfasciare il battello contro il molo, arriviamo a Milazzo, di qui in autobus a Messina, di nuovo aliscafo a Villa S. Giovanni e poi a Napoli in treno e via a Firenze col pick-up, saremo a casa  intorno a mezzanotte.

È passato più di un mese il gruppo si è rinforzato, con Piero, Giovanni ed io c’è Maurizio Calamai, ci sarà da sgobbare anche per lui! Abbiamo messo fittoni, cavo di acciaio, attrezzi, morsetti ed ammennicoli vari in 2 casse, che pesano complessivamente oltre 220 Kg e sono state spostate, durante il viaggio, per mezzo di due carrelli. A Stromboli ci siamo accordati per trasportare il tutto con dei veicoli; nella prima parte, fino a quota 120 circa, saliamo tutti su un Porter: il proprietario del camioncino e Giuseppe, che ci aiuta anche questa volta, salgono in cabina, mentre noi quattro più le casse con i materiali, sul cassone, stando attenti a non far sporgere le dita dalle sponde che spessissimo sfiorano le pareti delle case. Da quota 120 noi proseguiamo a piedi, le casse e gli zaini dentro il cucchiaio di una piccola ruspa che salirà dietro a noi fino a quota 280 circa, dopo di che si porta su tutto a spalla a quota 400, per fare questo ci facciamo aiutare da altre due persone. Comunque ci toccano diversi viaggi ben carichi in una giornata calda e afosa, infatti diamo fondo a tutta l’acqua disponibile. Il nostro programma di lavoro oggi prevede la sistemazione della scala, ricostruendone un pezzo e consolidando gli attacchi alla parete oltre alla prima mano di antiruggine. Contemporaneamente facciamo i fori mancanti e sistemiamo i fittoni, dopo una giornata veramente piena Maurizio ed io decidiamo per la Radler Stromboliana, mentre Piero e Giovanni, inesauribili, e Giuseppe, che è anche una guida per le gite sul vulcano, nonostante le nuvole che sono arrivate ed il forte vento decidono di andare ai crateri. Sono velocissimi anche perché abbiamo il richiamo di una cena a base di pesce veramente notevole, Piero, che non mangia pesce, si deve accontentare di un petto di pollo e per buona misura deve sorbirsi anche le nostre prese in giro, comunque anche se stanchi siamo veramente soddisfatti della giornata.

La seconda giornata parte malissimo, piove piuttosto forte e nonostante ci fossimo organizzati per partire presto non riusciamo a muoverci prima delle 9. Sempre con la minaccia della pioggia, arriviamo a quota 400 e cominciamo a stendere il cavo, molto pesante, purtroppo il vento fortissimo che disperde le voci e le nuvole che spesso riducono la visibilità a pochi metri, ci complicano molto il lavoro perché è difficile comunicare fra noi, finalmente con molti andirivieni  fermiamo il cavo ai fittoni, nel frattempo Maurizio e Piero finiscono di sistemare la scala, siamo coperti di felpe e giacche a vento, ma anche infreddoliti, più che in Sicilia sembra di essere in un’isola della Scozia, però finalmente il lavoro è finito e siamo soddisfatti, recuperiamo i nostri attrezzi e ben carichi torniamo alla base in attesa della nave che stanotte ci riporterà a Napoli e da qui la mattina dopo a casa.

È stata una bellissima esperienza di lavoro con uno splendido gruppo di amici, in un ambiente fantastico, pioggia, vento e nuvole comprese.


RIPRISTINO DEL PERCORSO DI ACCESSO ALLA STAZIONE RADAR DELLA “SCIARA DEL FUOCO”                    DI GIOVANNI BERTINI

La ristrutturazione del vecchio percorso di accesso alla stazione radar a Stromboli, gestita dal DIPARTIMENTO SCIENZE DELLA TERRA (DST) dell’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di FIRENZE e coordinata dal Prof. Casagli, è stata affidata al personale del CLUB ALPINO ITALIANO (CAI) della sezione di Firenze: Aldo Terreni, Piero Lazzerini, Maurizio Calamai, con la collaborazione di Giovanni Bertini del CAI Pisa.

Il percorso di accesso è stato ricavato sulle pendici nord-orientali del vulcano a circa 400 m di altezza, dove si stacca dal vecchio sentiero di accesso verso la vetta dello Stromboli. Si tratta di un breve tracciato di circa 80 m di lunghezza che si snoda a cavallo di una lunga colata di lava con un percorso non agevole facilitato dalla presenza di un cavo «passa-mano» e caratterizzato da una ripida discesa all’interno di un naturale impluvio all’interno della colata lavica. Questa tratto di circa 30 m di dislivello, attrezzato con due scale in ferro, permette di raggiungere in breve la postazione radar. Il materiale usato per la sua costruzione comprendeva un cavo di ferro intrecciato di circa 10 mm di diametro e picchetti di ferro a T come quelli usati di norma nella costruzione delle recinzioni. Questo percorso ha subito nel corso del tempo vari danneggiamenti sia lungo il calpestio per il cedimento del substrato sia per l’ossidazione profonda di alcuni picchetti e delle scale di ferro, una delle quali ha subito il distacco della sua porzione inferiore.

L’intervento di ristrutturazione, dopo una prima missione per le verifiche progettuali nel mese di Aprile, è stato completato a Maggio scorso. Il lavoro è stato effettuato utilizzando gli attrezzi (trapano a motore, smerigliatrice e saldatrice) del CAI Firenze, sfruttando la rete elettrica di alimentazione del radar. I trasferimenti del personale e del materiale (circa 220 kg) sono stati effettuati con il pick-up  del CAI Firenze ed altri noleggiati sul posto. In mancanza di un elicottero il trasferimento del materiale a quota 400 m è stato possibile completarlo con l’ingaggio di due portatori locali.

Un ringraziamento particolare a Giuseppe De Rosa sia per l’aiuto logistico che per la sua disponibilità e professionalità nel corso del lavoro.


IL RADAR DELLA SCIARA DEL FUOCO DI TERESA NOLESINI

Il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze – che è Centro di competenza del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri – esegue un monitoraggio del vulcano Stromboli con un’articolata rete di sensori basati su tecnologie di ultima generazione per la misurazione di parametri geofisici e geologici. Stromboli è considerato uno dei più attivi vulcani del mondo ed è caratterizzato da persistente attività esplosiva, chiamata appunto “stromboliana”, contrassegnata da periodici picchi di attività accompagnati da flussi di lava, come si è verificato nel 1975, nel 1985, nel 2002-2003, nel 2007 e nel 2014. Le attività di monitoraggio in tempo reale del Dipartimento si concentrano in particolare sulla Sciara del Fuoco, la vasta depressione che interessa il fianco nord-occidentale del vulcano Stromboli. La Sciara del Fuoco si è generata da enormi frane a partire da 5000 anni fa. L’ultima frana di grandi dimensioni si è verificata il 30 dicembre 2002 e ha prodotto un’onda di tsunami con altezza massima di 6-7 m sulle coste dell’Isola di Stromboli. Il monitoraggio della Sciara del Fuoco viene fatto in continuo da due dispositivi radar, realizzati per scopi di allertamento rapido. Questi sistemi – basati sulla tecnologia dell’interferometria radar (InSAR) – permettono di misurare in tempo reale le deformazioni dell’apparato vulcanico con precisione millimetrica, in qualsiasi condizione di visibilità (giorno e notte, con polvere, nebbia, fumo, etc.). Le attività di monitoraggio, coordinate dal Prof. Casagli in collaborazione con la Dott.ssa Nolesini e il Dott. Di Traglia, permettono di osservare e tenere sotto controllo le frane che periodicamente si generano sulla Sciara del Fuoco, in modo da fornire al Dipartimento della Protezione Civile gli elementi necessari per la valutazione dei rischi per la popolazione.

Il primo sensore radar è stato installato nel febbraio 2003 sul fianco settentrionale della Sciara del Fuoco a quota 400 m s.l.m.. Nel corso del 2014 è stata completata la nuova postazione di monitoraggio radar a quota 190 m s.l.m., sempre sul fianco di settentrionale della Sciara del Fuoco. Nel corso del 2016 è stato necessario condurre lavori di adeguamento della postazione di “quota 400”, inclusi i lavori di ripristino del sentiero attrezzato che dal sentiero turistico di salita alle cime del vulcano conduce fino alla postazione.

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