Libro Aperto

di Neri Baldi, Fabrizio Darmanin, Francesco Sberna

Fra pagine, costole e righe

Accoglienti conche erbose, boschi di faggi secolari, crinali tesi in ogni direzione, scoscesi pendii solcati da ripidi canaloni sono il regno di rapaci, caprioli, volpi, lupi, piccoli roditori. Se per gli animali il Libro è la loro casa, per gli amanti della montagna offre un capitolo per ogni mese dell’anno.

In mezzo alle pagine

LE PAGINE

Le pagine del libro

Quando la neve nelle limpide giornate invernali marca le cime dell’Appennino, aumentando il contrasto con le colline più basse, per chi si dirige dalla pianura verso la zona dell’Abetone le pagine del Libro si vedono fin dal tratto di autostrada fra Prato est e Prato ovest; è però dalla zona di Casotti Ponte Sestaione che si mostrano nel loro più caratteristico aspetto da cui deriva il toponimo: i versanti delle due cime incidenti e dritti sembrano le pagine di un gigantesco libro appoggiato su un leggio. Se i venti da nord-est spazzano la foschia, dalla vetta  più  alta  (Monte  Rotondo  – 1937 m) lo sguardo spazia dai monti del Casentino all’Amiata, dalla Corsica alle Alpi; la seconda cima (Monte Belvedere – 1896 m), più dolce e accogliente, è invece un posto bellissimo per passare una notte col sacco a pelo e godersi un magico tramonto sulle Apuane e il sorgere del sole dalla pianura emiliana.

Il Vallon de’ faggi

È la pagina più frequentata, sia in estate che in inverno, con itinerari che provengono dalle Regine e dall’Abetone, ma anche da Bellagamba.

Il Versante nord

La pagina esposta a nord è quella che conserva più a lungo la neve ed è la classica salita “emiliana”, con partenza dai Taburri. Itinerario scialpinistico classico (ma di un certo impegno se in condizioni di neve ghiacciata, non rara su questo versante), anche in anni di scarso innevamento regala una bella discesa.

LE COSTOLE

Il crinale principale

Una lunga sequenza di cime poco note – e poco frequentate – caratterizza l’ampio crinale nel lungo tratto compreso tra il Passo della Croce Arcana e il Libro, spartiacque tra il Tirreno e l’Adriatico, avvincente e aereo itinerario che offre splendidi panorami. Dalla cima del Monte Belvedere il sentiero 00 porta all’insellatura della Verginetta e poi all’Abetone.

La costa Branconi

La parte finale della Costa Branconi

Il versante esposto a sud è percorso da diversi costoloni, fra cui il più evidente è la Costa Branconi, dove passa il sentiero 08, che parte da Rivoreta, ma che si può imboccare più comodamente dalla fine della strada (catena) circa due km dopo il paese. È un piacevole itinerario estivo, classificato EE perché nell’ultima parte attraversa una zona di facili roccette non esposte e divertenti (circa venti minuti). D’inverno consente di arrivare fino al Monte Belvedere con alcuni divertenti passi di misto.

Il passaggio della catena sul versante nord del Libro Aperto

Verso il Cimone

Dalla cima principale si diparte una seconda cresta che separa le valli dei torrenti Scoltenna e Leo e si allunga fino al Cimone, massima cima dell’Emilia-Romagna e di tutto l’Appennino settentrionale, che sulla sommità ospita una selva di antenne per telecomunicazioni e la omonima stazione meteorologica, ufficialmente riconosciuta dall’organizzazione meteorologica mondiale e fonte di importanti dati utili alla navigazione aerea.

LE RIGHE

Il Canale Bafile

Sul canale della K

Gli abitanti della zona lo chiamano il Canale della Secchia, ma da sempre gli scialpinisti fiorentini lo chiamano “Canale Bafile probabilmente perché l’ideatore di questo meraviglioso itinerario da percorrere con la neve fu proprio Andrea Bafile illustre ed amato pioniere dello scialpinismo a livello non solo regionale. Sfacciatamente invitante quando lo si vede dalle Regine, riesce a nascondersi e a rendere a volte problematico l’accesso quando ci si avvicina alla sua base, nella zone della Secchia, per poi finalmente       concedersi in una salita divertente una volta raggiunto. È attraversato, nella sua parte inferiore, dal sentiero che va dall’Abetone alla Croce Arcana (ad oggi segnato solo da rari pali e non dai classici segni su alberi o sassi); nel punto in cui il sentiero incrocia il rio Botre (circa 1200 m) si inizia a risalire il torrente nel suo letto o sui suoi fianchi a seconda delle condizioni di neve fino a circa 1430 metri di quota, dove, sulla destra, comincia il canale vero e proprio. L’inizio del canale, a 1430 m, può essere raggiunto anche risalendo e attraversando i costoni sulla destra orografica del rio Botre con un percorso di non facile identificazione  ma che permette di evitare la disagevole risalita del torrente. È una delle più belle salite su neve della zona, con un dislivello complessivo di 600 m, di cui circa 400 di canale. La pendenza aumenta gradualmente dai 30° nella parte bassa ai 40° nella parte finale   verso l’uscita che è sulla destra (salendo) della cima secondaria del Libro. Divertente salita con i ramponi, è una classica discesa sci alpinistica in condizioni di neve assestata.

Salendo il Canale Carlusco

I canali sul Vallon de’ Faggi: Carlusco e della K

Il versante che dalla dorsale fra il Libro e il Monte Lagoni scende verso il Vallon de’ Faggi è solcato da numerosi canali, che offrono lo spunto per brevi e divertenti salite con ramponi e piccozza, con innumerevoli varianti a seconda delle condizioni di innevamento. Seppur non lunghi, non sono affatto banali e consentono un interessante anello per cresta con la salita al Libro dalle roccette con la catena e discesa attraverso lo 00 fino alla Verginetta. Fra i tanti possibili, l’ambiente scialpinistico fiorentino ne ha battezzato uno, più lungo e ripido, che sale verso i Lagoni, col nome di Canale Carlusco, dalla fusione fra Carlo Labardi (alias “rampone selvag- gio”), instancabile frequentatore di ogni piega dell’appennino, e Nelusco Paoli, suo degno compagno di scorribande.
Ma la fantasia non si ferma, così un anno, dopo la salita di un’altra rigola, decidemmo di chiamarla “Canale della K”, dall’aspetto che aveva assunto in quel momento e in quelle condizioni di neve. È probabile che col tempo si possa costruire un intero alfabeto…

Discesa con gli sci del Canale Bafile

Il canale fra le pagine

La piega formata dalle due celebri pagine prosegue verso il basso in un canale inizialmente ampio e dolce, poi in alcuni punti stretto e ripido, solcato dal torrente Rio Maggiore che scende fino a incrociare la strada asfaltata fra Il Melo e Rivoreta. Per l’appassionato scialpinista, può essere una splendida discesa fino a quota 1230 circa, dove è possibile, risalendo il fianco del canale sulla destra, raggiungere in una decina di minuti il sentiero che dall’Abetone porta alla Croce Arcana (è un sentiero ad oggi privo dei classici segni su alberi o sassi, ma segnato solo da rari pali con cartelli indicatori). Da qui, in circa un’ora a mezza costa nel bosco in direzione Abetone, si arriva alla costa Branconi, dove passa il sentiero 08 (quota 1250 m). Purtroppo l’esposizione del canale a sud-est fa sì che raramente sia in condizioni ottimali per lo scialpinismo; da segnalare che nel suo punto più ripido e stretto, quando la neve è abbondante, sono possibili scaricamenti più o meno consistenti.

Sul Libro Aperto, in tutte le stagioni, è possibile dare sfogo alla fantasia per inventare bellissime gite in traversata o ad anello. Nella sua veste estiva è una montagna facile, alla portata di tutti, e gli appassionati che vengono dalla Toscana e dall’Emilia si incontrano numerosi sulla sua cima, che separa e unisce le due regioni. Nella sua veste invernale si può percorrere con gli sci oppure con piccozza e ramponi lungo itinerari più o meno impegnativi, ma per le condizioni tipiche dell’Appennino (e come sempre, del resto, in montagna), mai da sottovalutare.

Condividi questo articolo attraverso i tuoi canali social!