“Attraverso il Tirolo” di Sergio Cecchi

Gennaio 2010
A marzo abbiamo sciato sulle piste di Coppa del Mondo in Austria. Illustro brevemente l’idea che il Consiglio del gruppo Sci Cai, su proposta di Andrea Frilli, aveva approvato nella programmazione del 2009: «Attraverso il Tirolo», gita di quattro giorni sulla neve in quattro diversi comprensori austriaci, in pullman. Questo era il programma iniziale: nel mese di gennaio, un venerdì partenza da Firenze e pomeriggio sul ghiacciaio dello Stubai; sabato giornata nel comprensorio di Saalbach – Hinterglemm; domenica giornata di sci nella ski-area di Zell Am See; lunedì comprensorio di Kitzbuhel e ritorno a casa. Che ve ne pare?
Erano anni che avevamo questa voglia di organizzare un’attività all’estero, per sperimentare le nevi di Oltralpe. In particolare ci interessava il comprensorio di Kitzbuhel con i suoi 150 km di piste e specialmente la famosa discesa di Coppa del Mondo: la Streif. Una perplessità era legata alla quota di queste zone, infatti, la città di Kitzbuhel si trova a 800 metri e quindi la parte bassa delle piste è, per forza di cose, soggetta alla temperatura; ecco perché volevamo andare in pieno inverno, ma l’Austria è diversa, le precipitazioni nevose sono di solito più abbondanti che nel versante meridionale delle Alpi.
L’anno scorso avevamo provato con Samnaun in Svizzera – vicino al Silvretta – ma era troppo caro! Abbiamo così ripiegato (per modo di dire) su uno ski-tour delle Dolomiti dal 7 al 10 marzo 2008, gita aperta anche agli appassionati di sci da fondo, con pullman a disposizione per raggiungere le zone sciistiche dei comprensori di Falcade – San Pellegrino, Alleghe – Civetta, Arabba – Marmolada. Posti bellissimi, e ci è servito inoltre come «banco di prova» organizzativo. In ottobre partiamo con la programmazione, sperando che sia la volta buona, e la stagione ci riempie di fiducia perché nevica tanto (in Italia tantissimo … in Austria un po’ meno e questo è il colmo). All’inizio, e mi ripeto, era stato deciso di fare il Tour nel mese di gennaio, ma non è stato possibile per la concomitanza con l’inizio del nostro corso; e poi, una volta deciso di spostare la data in marzo, l’idea era di trovare tre alberghi diversi per spostarsi nei quattro comprensori, ma si è rivelata irrealizzabile per motivi strettamente logistici: nessuno degli hotels interpellati era disponibile a ospitare trenta o quaranta persone per una notte sola in periodo di settimane bianche. Infine, non è stato possibile partire di venerdì, sempre per motivi legati all’inizio delle settimane bianche. La decisione finale è stata di stabilirsi come base a Kaprun e da lì, con spostamenti di circa un’ora di viaggio, recarsi nei diversi comprensori; e poi diciamo la verità, anche meno faticosa per i partecipanti … senza la necessità di fare i bagagli tutti i giorni. Soltanto il primo giorno ci sarebbe stato un lungo trasferimento oltre il viaggio della mattina, due ore supplementari di viaggio dallo Stubai. L’albergo a Kaprun, un normale «tre stelle» che ci aveva chiesto un prezzo piuttosto economico, in fondo si è rivelato di ottima qualità, compreso il «centro benessere» al piano seminterrato con la sauna.
L’ultimo mese, dopo la fase finale del corso di sci e prima di partire, è stato molto impegnativo: le iscrizioni aumentavano, ma l’albergo era già al completo e bisognava trovare altre camere, dopo una serie di telefonate in inglese e di e-mail (pure in inglese, perché nessuno di noi sapeva una parola di tedesco) alcuni soci sono stati ospitati in una struttura privata adiacente al nostro albergo. Viene finalmente il momento di partire, perché questo è il bello della nostra attività: si lavora per organizzare, ma alla fine si va in montagna insieme !  L’ho fatta un po’ lunga, ma è importante raccontare un minimo quello che c’è «dietro le quinte». Il gruppo era nutrito, come dicevo, anche più di quanti avevamo previsto: giovani e meno giovani, compagni di vecchia data e persone che venivano con noi per la prima volta, sciatori provetti, freschi reduci dal corso di sci fuori pista e sciatori appena usciti dallo «spazzaneve». Non solo, anche qualche «non sciatore», ragazzi venuti per fare fondo e ciaspole. È sabato 14 marzo, è ancora notte e il nostro autista Antonio arriva al Gignoro per iniziare a prenderci a bordo … vediamo l’alba dalla pianura padana, ci sono da fare le soste obbligatorie e prima di mezzogiorno siamo alla biglietteria del ghiacciaio dello Stubai; iniziamo a sciare e il gruppo si divide, la neve è molto bella, temperatura sottozero e sole alto. In 4 ore giriamo quasi tutto il comprensorio, poi ci ritroviamo al pullman, soddisfatti della bella giornata. Ma non è finita, ci aspetta un viaggio di 180 km attraverso la Ziller-Tal, addirittura il pagamento di un pedaggio … scende la notte sul Gerlos Pass, questa è una gita turistica fuori programma nel riverbero blu del tramonto tirolese. Finalmente Kaprun, dove si cena tutti vestiti prima di andare in camera con i bagagli e la doccia è rimandata a dopo.
Il secondo giorno inizia col maltempo, a Kaprun è pioggia, partiamo per Saalbach — mezz’ora di pullman — dove è bufera di neve e vento. Cominciamo subito dalla pista n° 1 che scende dallo Schattberg, la «nera» dove si svolge la discesa libera di Coppa: una meraviglia ! Si è formato un gruppetto di «irriducibili», ci spostiamo verso Hinterglemm perchè vogliamo girare tutta l’area; anche gli altri gruppi, contemporaneamente, si spostano da un versante all’altro. Le discese sono molto belle, anche se facili, purtroppo la neve è buona solo da metà pista in su, addirittura in basso piove. Siccome nevica sempre, oggi facciamo un’eccezione e ci fermiamo a uno chalet per pranzo. Prima di andare al pullman, proprio mentre gli impianti chiudono, andiamo a fare un’ultima volta la pista n° 1 dalla cima.  Oggi ci spetta di diritto la doccia calda prima di cena, il menù è tutto tirolese; dopo cena andiamo in paese, in birreria.
Il 16 la giornata inizia bene, il cielo sembra che si stia rasserenando, in un’ora siamo arrivati a Kitzbuhel dove non c’è un parcheggio per gli autobus e bisogna arrangiarsi. Con le leggendarie cabine, saliamo tutti all’Hahnenkamm; i principianti vengono lasciati sulle piste azzurre del Pengelstein e poi ci buttiamo sulle piste nere. Il tempo regge, ma c’è una sorpresa: il «muro» iniziale della discesa di Coppa del Mondo non è una pista battuta, ma un ripidissimo fuori-pista che per noi, ovviamente, è un invito a nozze ! comunque anche le numero 17, 23 e 38 hanno una bella pendenza, sono ampie, stupende. Ci spostiamo per andare a prendere la famosa «tri-fune» che scavalca una vallata a un’altezza di centinaia di metri; due piste di là a Wurzhohe … poi rientriamo e siamo un gruppone di venti fiorentini «casinisti» in funivia. Per ultimo, arriviamo in paese con la pista n° 20, che però da mille metri in giù è una vera pappa.
Perché le cabine rosse dell’Hahnenkamm sono speciali? ognuna è dedicata a un atleta che ha vinto qui, compresi Ghedina e Tomba.  L’area sciabile di Kitzbuhel è talmente grande che, quando siamo al massimo della distanza dalla partenza, continuiamo a vedere all’orizzonte altri impianti e altre piste, sempre facenti parte del comprensorio. Alle 5 Daniela ci saluta tutti perché deve tornare a Firenze col treno, un viaggio avventuroso che durerà quasi tutta la notte; passiamo a prendere l’ultimo gruppetto di 4 che è sceso con le piste a Jochberg, in direzione del Passo Thurm.  A Kaprun, dopo cena, c’è voglia di andare fuori e ci facciamo trascinare nella piccola discoteca del paese.
Martedì è l’ultimo giorno e facciamo i bagagli prima di colazione, il tempo è buono.  L’area sciistica di Kaprun è a pochi km. e si sale con la cabinovia verso il ghiacciaio del Kitzstein, su è bellissimo ! Ci facciamo le foto e la prima pista tutti insieme in fila, poi ci separiamo: dei fuori-pista belli con neve farinosa … è del mio gruppetto che sto raccontando, tutti gli altri sono «nelle» piste.  Mentre il cielo si rannuvola, altri itinerari in neve fresca, anche un azzardo su una cresta, però è bello.  Prima della fine, saliamo fino al rifugio a quota tremila; da qui una discesa tutta di neve fresca fino a valle; anzi no, perché per arrivare veramente al parcheggio si devono prendere le cabine in discesa. Alle 3 il pullman riparte, la strada è lunga, è stato deciso di passare da Villach. Passando da Flachau, ci viene un’idea per l’anno prossimo e si fanno progetti. Si rientra in Italia e si cena alle 7 ½ in provincia di Pordenone. Il viaggio è più scorrevole dopo la sosta e si arriva a Firenze verso mezzanotte, ma alle mie spalle sento dei commenti: è stato molto bello.
E mercoledì mattina … sveglia alla solita ora !
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