“Sfida con il tempo” di Roberto Smarrini

Gennaio 2010

Posso affermare che la gita sezionale sul Monte Popera dello scorso settembre è stata caratterizzata da una bella dose di fortuna dal punto di vista meteorologico. Già, perché non è da tutti evitare per ben due volte la pioggia per un brevissimo lasso temporale.

Siamo partiti con delle previsioni meteo davvero poco incoraggianti, confermate poi dal cielo completamente plumbeo al nostro arrivo in Val Fiscalina, nel cuore delle Dolomiti di Sesto. Per la verità, durante la salita per raggiungere il Rifugio Zsigmondy-Comici, qualche sprazzo di sereno, oltre ad offrire begli scorci sulla Croda dei Toni, aveva infondato un po’ di ottimismo sul prosieguo del tempo a venire, ma non appena l’ultimo componente del gruppo varcava la soglia del rifugio, è iniziato a piovere copiosamente.
Sulla cima del Monte Popera (foto R. Smarrini)

Comunque, le preoccupazioni maggiori solitamente sono sempre volte all’indomani, ossia al giorno della salita. Ancor più, quando le previsioni danno per scontato abbondanti precipitazioni fin dal tardo mattino. Anche se ciò fa parte del gioco, l’eventuale rinuncia ad ogni modo resta sempre dura da digerire. Al mattino, salutato il gruppo diretto alle Tre Cime di Lavaredo e al Rifugio Locatelli, saliamo velocemente fin dove una traccia entra nella “Busa di Dentro”, lo spettacolare vallone che divide il Monte Popera dalla Cresta Zsigmondy. Qui, a metà vallone la progressione subisce un rallentamento per via del terreno franoso, e si procede con fatica fin quando non mettiamo piede sulle rocce gradinate alla base del monte. Sotto un cielo completamente coperto facciamo una breve sosta e c’imbrachiamo. Per avvantaggiarci, con Stefano vado avanti ad attrezzare la via di salita: un canale abbastanza inclinato e molto friabile. Terminata la collocazione di una corda fissa il gruppo inizia a salire fino ad uscire su un ghiaione sospeso, dove ci attende una densa nebbia. Ormai la vetta è vicina. Tutti speriamo nella clemenza del tempo, anche se la maggior parte del panorama è precluso dalla vista.

La croce della vetta invece ci accoglie offrendoci brevi istanti di visibilità e qualche scorcio di panorama mozzafiato. Ma in certi casi è meglio non abusare di tanta clemenza; così, dopo una breve sosta e le foto di rito ci mettiamo in marcia per il ritorno. La discesa lungo il canale friabile avviene senza particolari problemi. Recuperiamo il materiale e scendiamo veloci, raggiungendo in breve i pendii franosi fino a mettere piede sui nevai.Il tempo di togliersi l’imbracatura e giù di corsa verso il rifugio, dove inaspettatamente siamo accolti dal sole. In Val Fiscalina ci ricongiungiamo con il gruppo proveniente dal Rifugio Locatelli.
E così, come il giorno precedente, giusto il tempo di salire sul bus, alla chiusura delle portiere improvvisamente la perturbazione più volte annunciata da sfogo alla sua natura diluviando. Giova sottolineare che buona parte del successo è stata opera dei partecipanti, che si sono mossi con velocità e disinvoltura, rendendo l’escursione piacevole e, per quanto mi riguarda, colma di soddisfazione.

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