Maggio 2010
Era il 1910, quando il Prof. Giotto Dainelli, divenuto Presidente della Sezione CAI Firenze, tra le diverse innovazioni che propose per dare nuovo slancio alla Sezione, decise la pubblicazione di un bollettino – notiziario. Da allora, con la sola pausa nel periodo bellico tra il 1940 e 1945, il bollettino sezionale arriva nelle case dei nostri Soci per raccontare le attività della nostra Sezione.
Nei primi anni di vita della Sezione, venivano pubblicati saltuariamente dei fascicoli che venivano raccolti sotto il titolo di “Scritti Vari”; l’argomento prevalentemente è l’alpinismo e si stampavano gli articoli che si ritenevano di maggiore interesse. Talvolta veniva stampato un annuario, quello del 1886, ad esempio, riscosse molto successo tra le Sezioni consorelle ed anche dai Club Alpini esteri. Le notizie importanti dell’attività della Sezione, da diffondere a Soci e non soci, venivano diramate da un giornale che veniva pubblicato a Firenze, ma anche in altre città d’Arte come Torino che si chiamava “Le Turiste” in esso potevano apparire le sottoscrizioni proposte dalla Sezione per sostenere progetti quali la realizzazione di osservatori meteorologici o per i rimboschimenti di zone appenniniche, oppure per proporre più semplicemente “ascensioni” (così venivano chiamate le escursioni sui nostri rilevi). Lo scopo di un Bollettino era sostanzialmente quello di creare un legame tra la presidenza ed i Soci affinché si sapesse quello che viene deciso di fare ed inoltre, poter mantenere memoria di tanti fatti avvenuti che hanno fatto la storia della Sezione e di storia scritta sul nostro Bollettino ne è passata veramente tanta. Il Bollettino doveva poi naturalmente informare i Soci sulle gite sociali che la Sezione proponeva.
Sin dal suo esordio, questo mezzo di informazione si rivelò uno strumen-to di coesione tra i Soci. Dopo due anni dall’uscita del primo numero, la Rivista del CAI, nella cronaca delle Sezioni (numero di maggio del 1912), cita gli esiti dell’assemblea generale dei Soci fiorentini (9 febbraio 1911), in cui si parla di aumento degli iscritti e si constata come la pubblicazione del Bollettino sia molto appezzata dai Soci, dalle altre Sezioni consorelle e dalle società estere, tanto che alcune di queste hanno proposto uno scambio con le loro pubblicazioni. In quei primi anni, la nostra sede era in via Tornabuoni al numero 4 (Palazzo Ferroni) ed il bollettino veniva stampato in via De Bardi presso la tipografia Ettore Puliti.
Nei primi anni di vita il Bollettino – notiziario, riporta gli atti ufficiali della Sezione (assemblee ed adunanza del Consiglio), le escursioni, gli sport invernali dei Soci tra cui l’attività sciistica che proprio assieme al primo numero del Bollettino nasce con un proprio regolamento, che viene pubblicato in questo primo numero, ed una denominazione: “Gruppo Skiatori” che festeggia oggi, assieme al Bollettino, i suoi 100 anni. Nei primi numeri un articolo a firma del Presidente della Sezione: Giotto Dainelli, insigne Geografo e Geologo, sullo studio dei ghiacciai ed una rubrica dal titolo: Monti e paesaggi caratteristici. Dalle 12 pagine dei primi numeri (ne usciranno 6 nel 1910), già nel 1911 con la pubblicazione presso la tipografia Ricci in via San Gallo, si passa a 24 pagine bimestrali.
Vale la pena segnalare una serie di articoli pionieristici dal contenuto scientifico ad iniziare da luglio 1911, scritti da Giovan Battista De Gasperi, discepolo di Dainelli, che esplorò per primo alcune importanti grotte della Calvana tra cui la Buca del Ciuco, così chiamata perché, come si cita nel suo articolo, in essa furono trovate delle ossa di “questo sfortunato primo esploratore”. Anche Dainelli naturalmente scriveva articoli a carattere geografico ed insieme a lui timidamente si affacciarono altri contributi di illustri soci quali Olinto Marinelli: “La Toscana nell’Atlante scolastico”, Carlo Beni: “La Foresta Casentinese” (maggio 1914), ancora Dainelli con “La spedizione De Filippi nel Karakorum” (gennaio 1914); con questi articoli si raggiungono addirittura le 32 pagine più le foto. Tra gli articoli che mi piace ricordare, il ricordo del Prof. Igino Cocchi (novembre 1913), primo Presidente e fondatore nel 1868 della nostra Sezione ed il ricordo di G.B. De Gasperi scritto da Giotto Dainelli nel numero di luglio-settembre 1916; ben 28 pagine a lui interamente dedicate. De Gasperi è stato un personaggio tra i più rilevanti che abbia ospitato la nostra Sezione ed una speranza strappata alla Scienza. De Gasperi che è stato il responsabile della nostra preziosa biblioteca sezionale, era sottotenente del 69° battaglione di fanteria e fu anche decorato di medaglia d’argento per una azione da lui diretta contro una piccola guardia austriaca nel giugno del 1915; morì il 15 maggio dello stesso anno sul Monte Maronia in Trentino.
Il bollettino di marzo – maggio 1920, per la prima volta riporta delle pubblicità; si tratta per lo più di alberghi, di abbigliamento per l’alpinista, di articoli sportivi oppure di indumenti da “ski” (cioè da sci). E’ la tipografia in via Ponte alle Mosse a stampare il notiziario. Nel 1922, appare anche una pagina nella quale si riportano i luoghi dove è possibile trovare il bollettino della Sezione tra i quali compaiono molti alberghi prestigiosi del centro di Firenze, ma anche locali famosi come Giacosa, Doney e Paskowsky; il bollettino era disponibile anche in molte sale convegno militari.
Il numero di settembre – dicembre 1922 riferisce di una nuova sede del CAI Firenze in Borgo Ognissanti al civico 22, ma si tratta di una circostanza che durò solo un anno. Con il primo numero del 1923 si distinguono due sedi: quella ormai storica di via Tornabuoni, 4 e un’altra in Borgo Santi Apostoli al 27. La sede di via Tornabuoni, viene indicata come sede CAF (Club Appenninico Fiorentino), probabilmente una sorta di gruppo sempre collegato al CAI Firenze che comunque faceva gite (anche in bicicletta), ma in ambito circoscritto e promuoveva sottoscrizioni a favore dei rifugi appenninici. Il Bollettino in quell’anno risulta intestato sia a CAI Sezione Fiorentina che al CAF. In realtà, le due sedi coincidevano con il medesimo palazzo, ma con ingressi distinti dalle rispettive vie. Si è trattato quindi di una semplice ripartizione delle stanze disponibili. La sede storica era quindi Palazzo Ferroni la prima prestigiosa residenza del CAI Firenze (se escludiamo gli albori in cui eravamo ospiti del Prof. Igino Cocchi presso il Museo de “La Specola”).
Con il primo trimestre del 1924, il bollettino diviene “CAI Sezione Fiorentina bollettino – notiziario”; la CAF evidentemente viene assorbita nel CAI e la sede è solo quella di Borgo SS. Apostoli, 27. I costi di pubblicazione ed un calo di interesse dei soci, inducono il Consiglio Direttivo della Sezione, a trasformare radicalmente la pubblicazione che si riduce a semplice notiziario per informare i Soci di ciò che fa la Sezione (8 – 12 pagine più la pubblicità); si decide che gli articoli di interesse non locale, saranno inviati alla sede centrale affinché siano pubblicati. Nel bollettino n.2 del 1927 (aprile – giugno) si riporta la notizia del CAI che aderisce al CONI, l’organizzazione sportiva nata nel giugno del 1914 per curare e potenziare lo sport italiano. Nel bollettino n.3 dello stesso anno si riporta la notizia che il 2 maggio 1927 è stato ufficialmente costituito il Gruppo Speleologico; a dirigerlo è il Cav. Col. Alfredo Andreini, Aldo Berzi, e Michele Levi; c’era una tassa di iscrizione di 5 lire annue e tra le prime attività vi era l’esplorazione delle grotte della Calvana. Il 20 aprile di quell’anno si completò l’esplorazione della grotta dell’Orso (detta anche del Ciuco) in Calvana.
Da questo momento in poi, il bollettino si arricchisce sempre più di articoli sull’attività del Gruppo Speleologico che negli anni precedenti erano occasionali. Dopo il 1933 il bollettino subisce una nuova riduzione di pagine; saranno appena 4 nel numero “2” del 1936. Arriviamo al 1939, con il primo numero, l’intestazione diviene “Bollettino notiziario delle Sezioni Toscane del CAI”; le pagine diventano 23 e la pubblicazione rimane trimestrale. La trasformazione fu decisa durante l’adunanza del 8 dicembre 1938 per mettere il Bollettino a disposizione di tutte le Sezioni toscane che a quel tempo erano: Firenze, Carrara, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Sesto Fiorentino e Viareggio. Il Secondo conflitto mondiale è alle porte; questa volta è coinvolta tutta la penisola e la pubblicazione, che durante il primo conflitto non aveva mai cessato la stampa, si arresta per ben 6 anni, subito dopo il secondo numero del bollettino del 1940.
La pubblicazione riprende “vita” con l’inizio del 1946, l’intestazione del Bollettino torna ad essere “CAI Sezione Fiorentina Bollettino Notiziario”, la Sede è sempre in Borgo S.S. Apostoli, ma dal civico “29” con un articolo della redazione dal titolo “Ripresa”. I numeri sono di 14 pagine ed escono a fine marzo, giugno, settembre ed a dicembre. I propositi del Consiglio Direttivo sono quelli di riprendere la forma tradizionale di un tempo, quando, come si scrive, ..vi collaboravano valorosi alpinisti e insigni scienziati. Il Consiglio Direttivo, nomina un apposito comitato ed invita i Soci ad inviare, in forma succinta, i loro articoli, notiziari, relazioni di gite, bozzetti su temi scientifici, abitudini, costumi e leggende di montagna, oppure testi su problemi economici alpini e forestali o su argomenti storici e geografici. Si decide anche di premiare gli scritti prescelti con un buono di partecipazione gratuita ad una gita sociale.
Il Bollettino del 1956, cambia veste editoriale; è la tipografia Tanini in via Romana a stamparlo. Nel numero 1-2 del 1958 si commemorano i 90 anni della storia del CAI Firenze, a scrivere è un personaggio che tanto farà per la Sezione, diventando dall’anno successivo Presidente e lo sarà per oltre 20 anni: l’avvocato Emilio Orsini. Nuovi problemi di bilancio impongono nel 1960 di cambiare la veste grafica del Bollettino; si decide di concentrare le informazioni sulle attività sociali e su argomenti di particolare rilievo solo nei numeri primaverili ed estivi, mentre inserire nell’ultimo numero le valutazioni dell’anno trascorso ed il materiale a carattere illustrativo, scientifico e culturale: è l’annuario. La proposta è di Paolo Melucci (direttore della pubblicazione). Il primo annuario del 1960, inizia con un articolo autorevole a firma di Fosco Maraini dal titolo “L’ufficiale di collegamento nelle spedizioni himalaiane”.
Il CAI Firenze cambia sede nel giugno del 1961. La nuova Sede, anch’essa prestigiosa, è nel Palazzo de Pazzi di via del Proconsolo al n. 10. L’annuario 1965-66, come scrive il Direttore responsabile Paolo Melucci, .. ha la volontà di ridare alla Sezione una pubblicazione degna, nei contenuti e nella veste grafica, della tradizione quasi secolare. Il Direttore responsabile, lamenta tuttavia l’inerzia dei consoci a fornire contributi scritti. Fiorente è l’attività relativa all’esplorazione delle grotte tra gli anni ’60 e per tutti gli anni ’70; molto ricchi e di pregio sono i contenuti scientifici, segno di una attività molto intensa, ben coordinata ed attenta del Gruppo. Il Bollettino di luglio – dicembre 1967, è dedicato quasi completamente all’attività speleologica, ben 50 pagine illustrate da grafici e fotografie.
Il primo bollettino del 1968, festeggia i 100 anni della Sezione CAI Firenze. Dalle pagine del bollettino si apprende che viene organizzata una gita sociale articolata in più luoghi per festeggiare questo importantissimo evento. La prima meta è il Gran Paradiso con pernottamento al rifugio Vittorio Emanuele II, poi in val Gardena al rifugio Firenze per una gita sulle Odle, quindi ancora uno spostamento ad Agordo in occasione del congresso CAI. Nel 1969 viene rilanciata l’iniziativa già proposta da Giotto Dainelli nel 1910 di fare gite con gli studenti delle scuole secondarie per avviare i giovani alla Montagna. Nel primo bollettino del 1969, ma anche nel numero seguente, si segnalano per la prima volta articoli sul canto popolare toscano, scritti da Alessandro Fornari, noto ricercatore di canti popolari scomparso pochi mesi fa. Si riportano alcuni testi che ad iniziare dall’anno successivo, saranno proposti e diffusi dal coro “La Martinella”, fondato da Claudio Malcapi. Nel bollettino gennaio-agosto 1972, si parla per la prima volta del Coro La Martinella nato due anni prima grazie alla caparbietà di Claudio Malcapi. L’articolo è scritto dallo stesso Malcapi che guiderà il coro nei suoi primi 20 anni di vita. Non manca un articolo sull’alluvione che colpì Firenze nel 1966. E’ un articolo scritto dall’allora presidente Emilio Orsini a 4 anni da quel tragico evento in cui si parla dei drammatici danni subiti dalla nostra Biblioteca e sul restauro di quanto è stato possibile mettere in salvo. Rilevante un articolo di Fosco Maraini apparso sul numero di settembre-dicembre 1981 dal titolo “Note sulla letteratura di Montagna”; si tratta di una splendida “panoramica” sulla produzione letteraria italiana di Montagna dalle origini; 6 pagine decisamente preziose. Nel 1982 è venuto a mancare Emilio Orsini; nel numero di maggio-dicembre 1982 il ricordo di questo Presidente che tanto a dato alla Sezione. Il 1985 segna l’inizio di una nuova crisi per la nostra pubblicazione sociale. Nel numero di aprile – giugno, si lamenta la scarsa disponibilità di soci collaboratori, negli anni precedenti più attivi grazie all’interessamento di Ulderigo Martelli. Non è addirittura possibile garantire la periodicità di 2 numeri. Si percepisce chiaramente che il bollettino, così come è stato realizzato fino ad ora, non è più in sintonia con il contesto in cui si colloca: sono aumentate le esigenze dei soci ed anche il numero degli stessi (la Sezione conta ben 3000 soci). E’ cresciuto il prestigio dell’associazione e la sua influenza sia verso i cittadini che nei confronti delle istituzioni. Diviene necessario fornire alla Sezione una pubblicazione adeguata alle nuove esigenze. Il bollettino si rinnova con una nuova veste grafica, si sperimenta anche l’uso del colore; è comunque un tentativo suscettibile di modifiche e naturalmente miglioramenti. Si potenzia la redazione in modo da coordinare i contributi e sopperire alle lacune che precedentemente avevano quasi azzerato la stampa sezionale. Tra le novità, si decide di non pubblicare più i contributi scientifici che (si dice), interessano solo una minima parte dell’utenza; questi ultimi, tuttavia saranno raccolti su una specifica pubblicazione anche se con un aggravio dei costi che, nell’intento della redazione, dovranno essere compensati da un maggior numero di pagine pubblicitarie.
Nel numero di aprile – giugno, si propone addirittura un questionario per sapere dai soci quale strada dovrà seguire la redazione. Il numero seguente, il terzo dei quattro previsti, si presenta volutamente con un contenuto limitato alle sole iniziative per le attività della Sezione (in pratica sostituisce il tascabile che in precedenza illustrava le attività dei Gruppi). La nuova riorganizzazione vedrà l’uscita di due bollettini con servizi su alpinismo, sci, speleologia escursionismo ecc.; gli altri due, destinati ad una più ampia diffusione, serviranno a far conoscere le attività della Sezione ed i programmi. I soliti problemi economici obbligano tuttavia, a mantenere la stampa in bianco e nero.
La Redazione, nel bollettino di aprile – giugno 1986, con lo scopo di aprire un confronto con i soci sui contenuti che deve avere la pubblicazione sociale, allacciandosi a recenti polemiche e vivaci discussioni sollevate nelle Assemblee della Sezione, pubblica le osservazioni del socio e redattore Massimo Rolle. Egli analizza i motivi dell’insoddisfazione dei Soci sul bollettino e ritiene di individuarli nella difformità tra crescita numerica, politica, e culturale dei soci. Le crescenti tematiche emergenti, legate alla difesa dell’ambiente ad esempio, non trovano una loro trattazione sul bollettino. All’interno del CAI si sono maturate esperienze e atteggiamenti nuovi che non trovano adeguata trattazione nella pubblicazione sociale che invece mantiene una concezione amatoriale ed artigianale, completamente avulsa da qualsiasi tematica esterna. Si lamentano articoli privi di taglio redazionale lasciati alla troppo libera iniziativa di alcuni soci. Il socio della redazione parla inoltre di nuove scelte con un taglio diretto ad una riflessione collettiva, di dibattito di orientamento e divulgazione; diversità di esperienze e punti di vista presenti tra i soci e apertura verso le altre Sezioni CAI toscane soprattutto verso le tematiche Montagna e Natura. Argomento particolare è quello dei contributi scientifici che secondo Rolle devono avere un taglio divulgativo ed essere raccolti in un numero unico distinto dal bollettino e cioè nell’annuario.
Nel 1990, alla guida del bollettino, succede ad Ezio Nicoli quale Direttore responsabile, Enzo Eredi. Il numero 2 del 1990 è dedicato quasi interamente ai 20 anni del Coro La Martinella (1970-1990), una realtà che è cresciuta ed ha portato il nome del CAI Firenze in giro per buona parte d’Italia. Tra i diversi articoli che compongono la monografia, vale la pena di ricordare quello scritto da Bargellini il sindaco della Firenze alluvionata. Già verso la fine degli anni ’80 cominciavano ad apparire sulle pagine del bollettino articoli di argomento ambientale. La sensibilità alle tematiche ambientali era finalmente ormai maturata anche nel CAI che nel 1981 si dotava di norme di rispetto ambientale della Montagna con il famoso “Bidecalogo”. Negli anni ’90 si assiste ad un significativo incremento degli articoli sull’argomento con particolare riferimento al degrado delle nostre Alpi Apuane, tormentate dall’escavazione selvaggia del marmo, ricchezza e rovina di questo splendido territorio montano. Si tratta di articoli a firma di Eredi e soprattutto di Alberto Bargagna (CAI di Pisa), che da sempre si è impegnato per contrastare questa tragedia senza fine.
Arriviamo così, con i soliti alti e bassi che hanno sempre accompagnato la nostra pubblicazione ai tempi recenti. Con il numero “1” di settembre 1995, il bollettino acquisisce finalmente un nome: “Alpinismo Fiorentino” e cambia il suo formato. Il nuovo direttore è Carlo Barbolini; 12 pagine che escono a febbraio, a giugno e novembre e si completeranno con l’uscita di un quarto numero speciale: l’annuario a colori.
Negli ultimi anni, con il subentro all’inizio del 2006 dell’attuale Direttore Responsabile, Roberto Masoni, si avverte un notevole miglioramento della veste grafica del periodico che si arricchisce di una serie di annuari e/o numeri speciali ad argomento quali: Appennino toscano, nel 2006, valli della Toscana nel 2007, Borghi montani nel 2008, Monti di Toscana – Emozioni nel 2009. Da segnalare altri due numeri speciali monografici dedicati ai 50 anni della scuola di alpinismo T. Piaz ed ai 70 anni del gruppo speleologico fiorentino. Le difficoltà, soprattutto quelle economiche, sono comunque sempre in agguato. “Alpinismo Fiorentino”, continua ad essere fatto, come sempre è stato, in “casa nostra” con tutte le possibili imperfezioni legate al volontariato, tuttavia gli sforzi che la redazione si è proposta di mettere in atto, pur dovendo fare i conti con una drastica riduzione delle entrate pubblicitarie e delle necessità economiche necessarie, hanno permesso, quantomeno, di mantenere la qualità della nostra pubblicazione periodica ad un livello adeguato alla nostra lunga Storia.
I miglioramenti sono comunque sempre possibili ed i consigli costruttivi ed i contributi sono (guai se così non fosse!) sempre ben accetti, affinché il bollettino possa continuare ad esistere ed esprimere, in armonia con i cambiamenti della Sezione CAI Firenze il suo compito di informazione nei confronti dei Soci e di chi ci vorrà conoscere. Dobbiamo a questo punto concludere augurandoci, naturalmente, un futuro anniversario per i 200 anni. Ritengo che il miglior modo di concludere sia quello di ricordare le parole, ancora oggi attualissime, con le quali la Direzione della Sezione CAI Firenze concludeva la lettera diretta ai Soci nel primo numero del Bollettino … Ricordate che “l’Apostolo dell’Alpinismo”, il Budden, fu nostro Presidente, e che la nostra Sezione fiorentina ha una tradizione vecchia e gloriosa dietro di sé. Noi siamo all’opra: sta a voi di secondarci nella via di rinnovata operosità, nella quale siamo incamminati….
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