Annuario 2008
La dimensione associativa CAI è certamente ampia, e per averne visione si rimanda al bilancio annuale sul programma dei vari gruppi, le iniziative svolte e i progetti …
Si ricorda che ogni programma viene sottoposto ad approvazione all’assemblea dei soci, una consuetudine nella quale è possibile partecipare ed eventualmente esprimere le proprie opinioni. Ciò che il CAI realizza è poi comunicato sul Bollettino della sezione e quest’anno è stato prodotto anche un opuscolo tascabile. Il sito è stato attualmente aggiornato in veste grafica e sarà arricchito anche nei contenuti. Ci sembra di cogliere in questo ultimo periodo una tendenza agli approfondimenti riguardanti la montagna ed in particolare alla risposta che può dare il CAI. Proprio in questo senso Crinali è una rubrica che su Alpinismo Fiorentino cerca uno spazio per i soci dei vari gruppi e le tante voci che caratterizzano questa realtà associativa, con il desiderio di migliorarne la visibilità, mettere in luce le molte iniziative e la qualità espressa. In questo spazio sull’annuario si cerca di mettere l’accento su una dimensione sicuramente non trascurabile, quella dei corsi proposti, sul potenziale promozionale che esprimono e che rimanda certamente alla capacità che questa associazione può esprimere per captare quanto e cosa richiede la realtà attuale. Nel 2008 sono stati programmati nove corsi all’interno di tutto il Club Alpino, dall’escursionismo, allo sci, sci alpinismo, sci fuoripista, alpinismo, roccia, arrampicata, escursionismo di base, alpinismo giovanile, speleologia.. Tra le altre attività del primo semestre e da non sottovalutare, la promozione all’arrampicata svolta al Mandela Forum. E’ stata rivolta agli studenti delle prime classi dell’Istituto Machiavelli Capponi, e da febbraio a maggio le mattinate erano a loro dedicate per fargli sperimentare l’arrampicata sia sul bulder che sulla parete attrezzata. Tre istruttori per 500 ragazzi ed i loro insegnanti, alcuni di loro potrebbero conservare utili spunti da questa esperienza.
Per citare un corso, tra maggio-giugno, è stato svolto il corso di roccia AR1 al quale hanno partecipato 12 allievi dove, per l’istruzione dei quali si sono alternati diversi istruttori. Tutti gli allievi adesso sono soci CAI, nascono sicuramente da parte loro aspettative e considerazioni rispetto all’ esperienza svolta, ed a cui dare spazio nell’intenzione di far crescere di più potenzialità presenti o future. Sentiamo dalla loro viva voce, senza trascurare a cosa hanno già partecipato, come e perché siano arrivati a cimentarsi in questo corso. Un gruppo dall’età media adulta, e questo del resto è ormai una consuetudine. Forse i ragazzi, non amano la fatica ed il sacrificio, o forse occorrono molti strumenti, oggi, per poter far fronte a questo tipo di pratiche. Tra i diversi partecipanti, alcuni hanno ampiamente partecipato al dibattito che partendo dal corso o corsi frequentati mirava ad un approfondimento sui aspettative, motivazioni e ipotesi attorno all’esperienza in montagna – Gianni, Teresa, Dario, Sandro, Luca, Alessandro, Bernardo, Alberto.
Dario – Ho frequentato con entusiasmo il corso A1 (alpinismo) nel 2007 e il corso AR1 (arrampicata su roccia) insieme ai miei amici Gianni e Teresa. Gianni – Tutto è nato lo scorso anno quando, navigando su internet, scopro (!) che il CAI di Firenze teneva un corso di alpinismo con un programma che non sembrava niente male (ferrate, uscita su ghiacciaio).
Teresa – Mi sono iscritta con Gianni la prima volta al CAI di Firenze lo scorso settembre per il corso di Alpinismo di base; in realtà abitiamo a cinque minuti a piedi dalla sede di un altro CAI ma lì non facevano questo corso. Il corso lo abbiamo trovato girando su internet, e così ci siamo iscritti, ma siamo riusciti a partecipare all’ultimo tuffo perchè io e Dario eravamo già fuori numero. Personalmente ero forse la meno entusiasta del gruppo (Gianni, Dario ed io) perchè, nonostante abbia sempre amato la montagna, sono un “lupo solitario” e in montagna sono sempre stata bene anche da sola; quindi l’idea del corso con il gruppone non mi faceva impazzire. Invece devo dire che è stata una bella esperienza, soprattutto l’uscita sul Breithorn!
Luca – Il corso AR1 di quest’anno è il primo corso a cui mi sono iscritto. Sono stato tesserato negli anni passati, mi pare dal 1987 per una decina d’anni, ma in realtà non ho mai partecipato alla vita di sezione né alle tante iniziative. In quel periodo ero molto spesso fuori dall’Italia per lavoro. Sono tornato in pianta stabile quando è nato Lorenzo, mio figlio, e quando è cresciuto ci siamo di nuovo tesserati, io e lui. Contiamo di fare attività montana insieme.
Bernardo – Ho fatto il corso di Alpinismo (l’anno scorso) e poi di arrampicata (quest’anno); due dei miei tre figli hanno fatto il corso di alpinismo giovanile per due anni di seguito.
E’ importante per questa rubrica domandarsi perché si sceglie di iscriversi ad un corso del CAI. Questa è una domanda a cui molti possono rispondere, ma certamente non tutti i soci han-no necessariamente frequentato un corso. Però è importante saperlo perché molte cose sono cambiate rispetto al passato e sicuramente oggi le offerte di attività sono molto più diversificate, per garantire qualità ed esperienza occorre investire energie e risorse dove è più significativo, tenendo sempre presente il principio fondante dell’attività in montagna – la sicurezza non è da improvvisare.
Sandro – La mia passione per la montagna è iniziata da molti anni in occasione di una gita scolastica, le mie prime esperienze le ho fatte cominciando a sciare, poi mi sono avvicinato all’escursionismo “fai da te”. Col passare del tempo ho sentito la necessità di apprendere le basi per avvicinarmi all’alpinismo e per iniziare ho scelto il CAI per le garanzie che può offrire come esperienze, tecniche, affidabilità, sicu-rezza, serietà. Credo non sia trascurabile neppure quanto il CAI sia percepito come una dimensione più vicina alla storia dell’alpinismo e possa permettere di mettere in risalto la dimensione conviviale e partecipata. Come altre volte è stato accennato, non sempre si riesce a mettere in risalto quanto viene svolto e quanto tutto questo resti legato a pura attività di volontariato e di partecipazione spontanea.
Luca – Ho scelto il CAI per ragioni affettive e pratiche. Affettive perché l’ho sempre associato a una visione romantica e italiana dell’alpinismo, pratiche perché lo ritengo un’associazione d’eccellenza, del resto il corso me l’ha dimostrato. Negli anni passati degli amici mi hanno portato ad arrampicare su delle falesie nel sud della Francia. Sia a me che a mio figlio è piaciuto molto, per la verità è stato proprio esaltante, per cui appena possibile ho cercato di iscrivermi a un corso del CAI. L’anno scorso non ce l’ho fatta, quest’anno ho avuto più fortuna.
Dario – Scegliendo questa storica e gloriosa associazione avevo la certezza di avere a che fare con persone esperte e preparate che mi avrebbero fornito un insegnamento di sicuro esauriente riguardo alla montagna e alle attività che vi si possono svolgere. Alberto – La scelta è caduta sul CAI perchè è una sorta di tradizione familiare…tutti i miei zii sono stati, e sono tuttora, soci CAI ..ed ho sempre collegato questa associazione alla visione più “romantica” della montagna. In particolare ho scelto il CAI di Firenze perchè un mio caro amico era già iscritto.
Gianni – Premetto che non conoscevo l’ambiente CAI, non avevo ben chiaro che cosa avrei potuto trovare,ma direi che l’ho scelto perché è l’unica realtà che ho trovato ad organizzare corsi così. Probabilmente è l’unica organizzazione che dalle nostre parti si in-teressa realmente a divulgare “conoscenza sulla montagna”. E a me questa conoscenza interessava molto. Bernardo – Ho scelto il CAI perchè non ci sono altri binomi che quello alpinismo-CAI. Mi sono iscritto pensando di potere arrivare a frequentare la montagna – a tutti i livelli, dal trekking all’arrampicata – in sicurezza e libertà.
Che le aspettative, personali e specifiche possano essere soddisfatte non è mai scontato all’inizio di ogni corso, anche perché l’argomento trattato, al di là della teoria ha risvolti concreti anche poco prevedibili nell’insieme. Un aspetto che può condizionare molto un corso è il clima, e le varie modifiche che può comportare al suo proseguimento. Poi non tutti si iscrivono ad un corso per le stesse ragioni, addirittura un corso può essere scelto perché in programma è stata inserita una particolare meta che diventa così un’attrattiva speciale, quasi una “gita” speciale.
Dario – Il mio scopo era quello di avere un rapporto molto più stretto con la montagna rispetto a quello che si ha frequentando le piste da sci. Credo che attraverso la pratica dell’alpinismo si abbia l’occasione di valutare e mettere in discussione aspetti anche profondi della propria persona e tutto questo divertendosi nel posto più bello del mondo.
Sandro – Mi sono deciso un po’ tardi per il mio primo corso, così era rimasta solo la possibilità per il corso di AR1, comunque non rimpiango niente e sono rimasto molto soddisfatto. Il corso di AR1 è lontano dalle mie precedenti esperienze di escursionismo “fai da te” e per questo motivo è mia intenzione rimanere in contatto con tutti per progredire, acquisire esperienze nuove e sicurezza per il futuro. Gianni – Lo scopo principale con cui ho affrontato queste esperienze era (ed è probabilmente ciò che mi ha spinto anche per il corso di roccia) di acquisire giuste tecniche per praticare la montagna. Devo dire che le mie aspettative sono state anche superate, specialmente il corso di roccia mi ha aperto un mondo (mi è dispiaciuto solo di non averlo fatto prima).
Alberto – Le aspettative che avevo erano principalmente di acquisire le basi tecniche che mi consentissero di cominciare a godere di aspetti della montagna fino ad oggi inac-cessibili .. e per il piacere di poterlo fare con la dovuta preparazione ed in sicurezza. Inizialmente pensavo di fermarmi al corso A1…poi, un po’ per la voglia di fare qualcosa in più, un po’ per lo stimolo avuto durante questo corso, ho deciso di partecipare al corso AR1. Tutti e due i corsi sono stati molto soddisfacenti ed il rapporto con i vari istruttori è stato ottimo: persone pazienti e capaci di insegnare agli allievi le regole di base dell’alpinismo.
Luca – Desideravo imparare a muovermi su roccia in modo corretto e in sicurezza. Il corso mi ha dato le informazioni necessarie, ovviamente informazioni di base data la loro durata, per soddisfare queste aspettative. Naturalmente c’è molta strada da fare e montagne da scalare, nel mio caso devo ancora superare o imparare a convivere con la paura del vuoto, ma gli strumenti per iniziare ci sono stati forniti. Di queste esperienze non bisogna trascurare nessuna delle componenti entrate in azione, e gli istruttori che hanno condotto teoria e pratica, di questi corsi base, sono uno dei volti dell’ufficialità espressa dal CAI. Al termine del corso AR1 gli allievi possono far parte del Gruppo Alpinistico Tita Piaz, che programma attività ed iniziative nel corso dell’anno. Questo Gruppo può essere una delle forme attraverso le quali portare avanti le esperienze fatte.
Gianni – Mi piace l’ambiente del CAI, mi piacciono le persone che affrontano gli impegni come credo di svolgerli anch’io, e che per affrontare la montagna si preparano sia fisicamente sia con la teoria. Quindi che dire ? avanti con il CAI e spero di poter continuare ad affrontare ancora tanti strapiombi insieme.
Teresa – La cosa che mi è piaciuta di più è stata il contatto con gli istruttori, che ho trovato tutti molto bravi e anche simpatici, il che non guasta. La loro pazienza e tranquillità nel spiegare le cose, soprattutto nel secondo corso, molto più nozionistico, è stata immensa, quindi li ringrazio tutti! L’unico appunto lo devo fare sulla decisione, in entrambi i corsi, di dividere le coppie nelle cordate: sul Breithorn (dove sono tra l’altro arrivata prima con un istruttore instancabile e MITICO!!!) mi è dispiaciuto sul serio non poter essere arrivata alla cima con la “mia dolce metà”. Comunque va bene lo stesso, mi sono divertita molto, soprattutto nell’uscita in Dolomiti con il finale un po’ avventuroso!
Luca – Del corso non posso dire altro che bene, se non che, per un neofita come me, è stato troppo breve. In più, non ero fisicamente molto preparato. Discorso a parte per gli istruttori, anche se darne una valutazione mi sembra da presuntuosi: capaci, simpatici, incoraggianti, in grado di fornirti motivazione e stimoli. Ci si affeziona a gente così. E pensare che io non ne ho approfittato completamente, avendo saltato due salite! Rimanere in contatto con gli altri membri del corso e, possibilmente, con gli istruttori che ci hanno seguito sarebbe un’ottima cosa, mi piacerebbe continuare e mettere a frutto quello che ho imparato.
Dario – Le lezioni teoriche sono interessanti anche se la parte più importante di questi corsi credo siano le uscite programmate, dove davvero si ha la possibilità di mettere in pratica quanto appreso “sui banchi di scuola” e tutto questo con gli istruttori, pronti sempre a dar consigli e aiuti. Cercando però di farti affrontare le varie difficoltà che si incontrano con le tue gambe, in modo da ottenere esperienza e fiducia superandole. Solo attraverso l’allenamento e la frequentazione di persone più esperte si riesce a migliorare.
Alberto – Adesso tocca a noi a continuare il cammino intrapreso…e per farlo credo sia ideale continuare a frequentare la sede del CAI e le varie persone conosciute…non più nella veste di allievo ma di ALPINISTA (anche se novizio) Bernardo – Sono rimasto estremamente soddisfatto dei corsi da tutti i punti di vista – organizzazione e preparazione degli istruttori, che mi hanno trasmesso amore e rispetto per la montagna, oltre ad avermi insegnato a “frequentarla” in sicurezza. Io VOGLIO rimanere in contatto con il CAI, a meno che non sia il CAI ha pensarla diversamente! L’unica cosa che posso aggiungere a questo punto è di buon proseguimento a tutti noi.