“Era l’inverno del 1979 …” di Alfio Ciabatti (Scuola di Alpinismo Tita Piaz)

Annuario 2007

Caro Roberto,

ricordo ancora quando ci siamo conosciuti. Era l’inverno del 1979 ed eravamo allievi al corso di sci fuoripista tenuto da Andrea Bafile all’Abetone. Eravamo entusiasti e pieni di voglia di provare emozioni sulla neve fuori dai confini delle piste battute, lontano dalle code degli impianti già allora rumorosi e schiamazzanti …I boschi di Campolino, il silenzio, le famose curve in assorbimento, le distese di neve immacolata ci aprirono gli occhi sul mondo, fino allora nascosto, della montagna invernale con gli sci. Ci trovammo subito in sintonia, complice anche la nostra comune provenienza e frequentazione dell’alpinismo. Le risalite sulle precarie gabbie del vecchio impianto di Campolino gestito dal Tavella che ci consigliava personalmente “questa o meglio quell’altra” discesa fuori pista; la ricerca della migliore traccia nel bosco, le cadute in neve polverosa che a volte ci trasformavano in strani pupazzi di neve facevano parte del meraviglioso gioco che stavamo iniziando. Ricordo che mentre molti di noi si arrangiavamo alla meglio con la tecnica fuoripista, tu eri già un po’ più avanti: la tua tecnica era più pulita ed alcuni ti prendevano anche come riferimento.

Il desiderio di vivere più intensamente quell’ambiente sublime ci portò a salire le montagne innevate oltre che a scenderle.   Iniziammo così a fare anche scialpinismo in Appennino, il nostro terreno d’azione preferito, e poi sulle Alpi nel confronto con la grande montagna. Normalmente io il sabato e tu, siccome facevi l’insegnante, la domenica. Comunque ci vedevamo spesso lo stesso e iniziammo, insieme ad altri, a trasmettere la nostra passione e le nostre conoscenze all’interno della Sezione. Nel 1983 con il titolo di ISA accedesti al mondo delle Scuole del CAI che permise di farti conoscere e dove dimostrasti, ancora una volta, di riuscire a guardare un po’ più avanti degli altri. La tua partecipazione nella Commissione Nazionale Scuole di Scialpinismo negli anni successivi ha portato a tutti noi aggiornamenti continui, contatti, idee e conoscenze alquanto improbabili senza il tuo prezioso apporto. All’interno della Scuola Tita Piaz fosti un convinto sostenitore della Scuola unica, ma multidisciplinare, di alpinismo e scialpinismo, quando allora  le spinte centrifughe erano molto forti.

Contemporaneamente in quegli anni contribuisti in modo determinante alla fondazione dell’associazione dei volontari del Soccorso Piste all’Abetone che poi abbandonasti per il Corpo Nazionale Soccorso Alpino che non avresti lasciato mai più. Per vari anni condividemmo interventi, turni di reperibilità ed esercitazioni e tu desti la spinta innovativa per un servizio più rispondente alle reali necessità e con una migliore visibilità, consolidando i rapporti con le amministrazioni pubbliche.

La conoscenza, la disponibilità, la diplomazia, la rappresentanza, l’attitudine alla sintesi e il sapersi confrontare sui nostri temi ma fuori del nostro contesto, erano le qualità in cui eccellevi.  Per questo hai ricoperto vari incarichi, da Consigliere della Sezione a Consigliere Centrale oltre che Membro del consiglio nazionale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e Presidente del Soccorso Alpino Speleologico Toscano: tutti ruoli ricoperti con il successo che peraltro ti è stato sempre riconosciuto.

Corso I.S.A del 1983 - A sinistra Andrea Bafile, al centro Roberto Frasca, in basso a sedere Andrea Ciabatti

Nonostante i tuoi numerosi impegni di rappresentanza e dirigenza, hai continuato a rispettare gli impegni di Istruttore. Avevo sempre piacere di averti nei corsi che dirigevo: ero sicuro che c’eri.  Le tue lezioni, presentate sempre con l’elegante forma grafica che le distingueva, sono state  prese a modello per la chiarezza e completezza nell’essenzialità. Mi piace sempre ricordare che molti ancora oggi ti rammentano per la tua ricercatezza nel cromatismo dell’abbigliamento di montagna in anni lontani quando tanti indossavano quello che c’era senza problemi di abbinamento dei colori e oggi quel modo di vestire è diventato normale per tutti noi.

Abbiamo avuto negli anni anche un’altra grande passione comune, i modellini di treni in scala N. Per la tua collezione di grande livello venivi frequentemente invitato a rassegne ed esposizioni. Spesso ci sentivamo o ci vedevamo per parlare degli ultimi arrivi nella tuo “mostra personale”, dei lavori che facevi sui modellini e del tuo plastico in perenne costruzione. A volte passavo da casa tua dove trascorrevamo insieme ore a discutere sulla riproduzione fedele o meno di alcuni modelli particolari, delle modifiche fatte a questo o quel modello per renderlo più simile al reale oppure a rimirare il plastico in continua evoluzione. Ultimamente abbiamo condiviso con entusiasmo la fondazione del gruppo Scandicci che poi si è  trasformato in Sottosezione trovando in te un sostenitore appassionato anche nei momenti più difficili della formazione.

Hai sopportato in modo dignitoso la tua malattia cercando silenziosamente un nuovo equilibrio di vita. Anche negli ultimi tempi, prima dell’aggravamento delle tue condizioni di salute, hai contribuito alle attività sociali senza peraltro far trapelare mai le tue difficili situazioni fisiche e psicologiche. Ritengo senza ombra di dubbio che tanti ti devono qualcosa ed il CAI in particolare. Per questo voglio dirti ancora grazie per tutto quello che hai fatto ed il ricordo che resterà in noi sarà il muto testimone di un grande amico.

(anche a nome di tutti gli amici della Scuola Tita Piaz)

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