Maggio 2006
Caro Sergio, sarebbe mio dovere scrivere di te e di quello che tu hai rappresentato in questo breve passaggio di vita per noi. Mi resta assai difficile perché l’emozione …ed i ricordi si accavallano e mi annebbiano le idee. Il principale dovere dell’amico non è il piangere inutilmente, ma il ricordarlo a tutti. Ma credo, con
certezza, che il tuo ricordo non ha bisogno delle mie povere parole perché, tutti quelli che ti hanno conosciuto, ti ricorde-ranno sempre con affetto.
Io sono convinto che la nostra venuta sulla terra è per fare una scuola dove si apprende con l’esperienza, per vivere quelle emozioni che si adoperano per farci innalzare. Tu sei stato uno che si è avvicinato alla montagna con umiltà, cercando quella saggezza spirituale necessaria al nostro progredire. Sono sicuro che tu l’abbia trovata e che adesso te ne stai, con tutti gli amici che ci hanno preceduto, sulle nostre montagne. Un arrivederci al rifugio.
Con affetto