Annuario 2012
Sfogliando il programrne di “Namasté”, il mio Gruppo, tra le escursioni spicca un avvenimento totalmente dedicato ai bambini, “Lanterne nel bosco”. Vorrei parlare di questo ma non è facile entrare in argomento, bisognerà fare una piccola premessa. Si prenda un piccolo paese, fatto di tante frazioni, vuoto o quasi d’inverno e molto più abitato d’estate ma senza alcuna occasione aggregante se si esclude, e non è poco, una natura ancora sana, aria buona e bei sentieri. Si prenda un gruppo di persone, per caso iscritte al CAI, che hanno un pensiero in testa: creare un’associazione che abbia nel suo Statuto di fondazione, anche se non proprio scritto, oltre alla normale organizzazione di gite ed escursioni, quella di creare situazioni ed occasioni che abbiano come scopo primario la socializzazione e la maggiore aggregazione tra la gente del paese e perché Montemignaio, questo è il paese, sia sempre più conosciuto e apprezzato.
Non è stato un compito facile, tenuto conto che tutto quello che viene fatto in tal senso è opera sia creativa che economica del componenti del Gruppo che mai si sono tirati indietro, anzi hanno fatto cose decisamente a favore del paese, anche se questo è costato sacrificio. In tal senso il bilancio dei nostri primi dieci anni di attività lo sta a dimostrare. Per questa ragione si organizzano serate musicali e corali nella bella Pieve, grazie anche all’aiuto del CAI di Firenze e del Coro della Martinella, si creano “sentieri natura” facili e accessibili a tutti e a tutte le età.
Ma il fiore all’occhiello del nostro Gruppo è un altro, è la serata dedicata ai più piccoli che viene organizzata verso la fine di agosto, di sabato sera, appena comincia a far buio. Non so chi ebbe per primo l’idea nel 2005, forse è stata una cosa collettiva, certo è che chiunque l’abbia avuta ha assunto a nome di tutti un grosso impegno. Tutto è incominciato forse come una scommessa, nessuno poteva sapere se avrebbe funzionato, se fosse piaciuto ai bambini, come avrebbero risposto. Il primo anno furono quindici ad intervenire e l’anno scorso, dopo sei anni, erano arrivati ad essere ottanta, di cui molti anche dai Comuni vicini.
L’avvenimento è diventato un momento atteso sia dai piccoli che dai grandi che vedono con estremo piacere che ci si occupi dei loro figli e per Namasté che ne trae grande soddisfazione. Impegno, dicevamo, che investe tutti i componenti che abitano la frazione di Forcanasso, che sono anche la maggioranza del Gruppo. Naturalmente anche da altre frazioni provengono collaboratori che si adoperano fattivamente per la riuscita della serata. Tutti partecipano dando una mano a preparare la manifestazione e tutti, o quasi tutti, si trasformano in attori partecipando in un modo o nell’altro alla recita. Chi la scrive di sana pianta o ricicla favole adattandole al momento, chi fa il regista e chi il costumista che elabora i costumi riciclando vecchi abiti o ritagli di stoffa sempre con grande fantasia. E quante prove, che impegno ma anche scintille per far si che tutto riesca bene. Le parti vengono assegnate di volta in volta, magari quello che ha fatto il “buono” l’anno dopo può trovarsi a fare il “cattivo”. Gli attori vengono chiamati scherzosamente la Filodrammatica di Forcanasso e nei giorni che precedono la recita, la frazione risuona delle loro prove, magari di qualche verso animalesco.
La sera dell’avvenimento, dopo cena, i bambini di tutte le età, i più piccoli con l’aiuto dei genitori, si riuniscono presso il campo sportivo. Viene data loro una lanternina che sarà accesa quando comincia a far buio e vengono fatti scendere, in fila indiana, verso il Parco dove si svolgerà la recita, controllati da volontari che penseranno anche a riaccendere le lanterne che si spengono onde evitare piccoli drammi. Scendono in fila per un facile sentiero sempre seguiti in maniera vigile ma non asfissiante, è bello vedere come sono orgogliosi di fare quel tragitto da soli con la lanternina che fa luce, specialmente per i più piccoli è una grande esperienza.
Immaginiamoci che spettacolo possa essere, la serata che comincia a raffrescare magari dopo una giornata calda, il buio che avanza con riluttanza come non volesse spengere del tutto la luce che induce sulle cime degli alberi dove sembra sia rimasta impigliata ai rami più alti, la visione da lontano di tutte queste lanternine che avanzano ondeggiando rette da manine piccole ma forti, piccoli trepidanti ma anche orgogliosi di essere per una volta protagonisti. Non so a Voi, ma a me sembra che assomigli ad una stampa giapponese che ha preso vita.
Poi si dispongono intorno al palcoscenico improvvisato, attenti e partecipi a quello che succede. E il tifo che fanno per il buono e contro il cattivo. E capiscono quello che viene recitato e partecipano ai coretti, insomma si sentono una volta tanto soggetti e non oggetti. Poi alla fine della recita, dopo gli applausi, il rinfresco di fine serata per i piccoli ospiti e dovreste vedere come spazzolano tutto quello che viene imbandito, è una vera soddisfazione per gli organizzatori. Allora ci si può rilassare e commentare che anche quest’anno è andata bene e pensare al prossimo anno quando, siamo convinti, ci saranno più bambini e sempre più esigenti. Ma è bello vedere che anche in quest’epoca tecnologica le fate, gli orchi, gli animali parlanti sanno ancora far sognare i piccoli e forse non solo loro.
Credo che fintanto ci sia un bambino piccolo che è capace di sognare, la fantasia non morirà mai. Alla fine, quando i bambini sono ripartiti verso casa, loro portatori di un’esperienza che li ha riempiti di gioia e desiderosi che il tutto si rinnovi l’anno successivo, ora che il buio è veramente fondo e solo poche luci rischiarano il palcoscenico vuoto, i compagni del Gruppo, forse non hanno la soddisfazione di aver calcato la cima di una montagna, ma si rendono conto di aver fatto una bella cosa e tornano alle loro case mentre dentro di loro forse risuonano piccoli, grandi, calorosi applausi.
Il mondo forse non lo si potrà cambiare solo con queste cose, forse neanche aiutare a cambiare, ma vedendo il sorriso di quei bambini e i loro occhi spalancati di fronte alla magia della serata, vale la pena tentare. Ne va del nostro futuro e della nostra coscienza attuale.