Giancarlo Dolfi ci ha lasciati! di Alfio Ciabatti, Presidente della Sezione CAI Firenze

Il ricordo di un grande alpinista e un amico che lascia un vuoto incolmabile tra gli amici del Club Alpino Italiano di Firenze e non solo.

Ciao Giancarlo,

Questa mattina, 17 giugno 2019, Giancarlo Dolfi, come si usa dire tra gente di montagna, è andato avanti.

Era una persona speciale nel mondo del Club Alpino Italiano e della Sezione di Firenze in particolare, ma era conosciuto anche in molti altri ambienti. È stato forse uno dei più grandi alpinisti fiorentini. Giancarlo, classe 1930, è stato alpinista, Istruttore Nazionale di Alpinismo, scialpinista, sciatore, fondista. È stato animatore della Scuola di Alpinismo del CAI di Firenze e dello SCICAI Firenze e molto altro. Era una persona dotata di una simpatia rude ma unica, unita a una grande capacità comunicativa.

La sua appartenenza e frequentazione del mondo giovanile scoutistico dell’ASCI e poi AGESCI, gli aveva dato una particolare sensibilità verso il modo dei ragazzi. Essere poi insegnante di educazione fisica gli aveva permesso di trasferire le sue competenze di montagna verso la scuola proponendo e realizzando le prime settimane bianche per gli studenti. Le sue notevoli capacità di arrampicatore già dagli anni ’50 lo misero in luce nel panorama alpinistico nazionale. Infatti già dal 1956 e poi nel 1958 quando consegue il titolo di Istruttore Nazionale di Alpinismo del CAI comincerà a frequentare i grandi alpinisti di punta del tempo aprendo e ripetendo vari itinerari di alta difficoltà sulle Alpi, in Dolomiti, Gran Sasso e naturalmente sulle Apuane dove il suo nome è associato a numerose vie di elevata difficoltà diventate nel frattempo delle classiche dell’alpinismo.

Al riguardo non si può fare a meno di citare, tra le tante salite da lui effettuate, alcune di particolare rilevanza, tali da renderlo famoso anche a livello nazionale, come dimostrato dalla sua partecipazione al Convegno del Festival Internazionale del Cinema di Montagna di Trento, assieme ai più forti scalatori del mondo. Per brevità ci si limita a ricordare: la prima ascensione in solitaria della parete Nord del Pizzo d’Uccello (Apuane) per la via Oppio-Colnaghi nel 1956; la prima salita diretta della parete est del Procinto (Apuane) nel 1961; la prima ripetizione, in solitaria, della parete sud-ovest della Cima dei Burelloni (Dolomiti) e infine la prima ascensione dello sperone ovest della Rocchetta Alta di Bosconero (Dolomiti).

In un fecondo scambio di esperienze con gli amici Trentini, tra i quali Cesare Maestri, Dolfi collaborò anche con la Scuola Graffer della SAT di Trento. Sarà poi Direttore della Scuola di Alpinismo “Tita Piaz” del CAI di Firenze dirigendo vari corsi e formando istruttori che diventeranno le colonne portanti della Scuola per gli anni a venire. Fu tra i partecipanti alla spedizione alpinistica del CAI Firenze nel 1984 alla Cordillera Huayhuash nelle Ande peruviane, durante la quale dimostrò che l’età ormai matura non riduceva affatto il suo instancabile entusiasmo, tantoché i ben più giovani compagni dovevano quasi tenere a freno la sua esuberanza. E ancora nel 2010 celebrò i suoi ottanta anni ripetendo la sua via sulla parete Nord del Procinto, aperta nel 1956.

Ho condiviso con lui tante salite scialpinistiche tra le quali ricordo in particolare quella alla fine degli anni ‘90 allo Strahlhorn in Svizzera nel Vallese dove arrivò in cima tutto trafelato e mi disse: “posso dire di essere contento! grazie”. Per me il ringraziamento fatto da uno come lui, fu un momento indimenticabile. Nonostante la sua ritrosia, partecipava volentieri alle serate che lo ricordavano. L’ultima fu per la Festa della Sezione (di Firenze) nel novembre 2017 dove fu ricordata la sua prima salita solitaria della parete nord del Pizzo d’Uccello nelle Alpi Apuane avvenuta 61 anni prima. Nell’occasione gli fu consegnata una targa a ricordo. Giancarlo visibilmente commosso si distese poi con i suoi racconti sempre allegri e pieni di aneddoti. Aveva ancora molto da trasmettere e possedeva certamente le qualità umane che occorrono a un istruttore per contagiare l’allievo e condividere con lui lo stupore per la montagna e l’avventura.

Giancarlo ci mancherai.

Giuseppe Alfio Ciabatti

Presidente della Sezione di Firenze del Club Alpino Italiano

Condividi questo articolo attraverso i tuoi canali social!