di Cristiana Casini
“Cristi, dammi retta, tanto qui non legge più nessuno…” Con la ruvidezza del vecchio fiorentino, ma anche col sorriso e la battuta pronta, Renato Fantoni è stato per lunghi anni, restauratore, catalogatore e custode amorevole dei volumi della nostra biblioteca.
Rilegatore di mestiere e lettore accanito, approda in sezione con la passione per la montagna e lo sci e dalla fine degli anni ’60 inizia a occuparsi dei libri e dei documenti, prima insieme a Sergio Serafini e poi da solo, fino al 2000 quando con la nascita di BiblioCai io irrompo nel suo mondo.
Andare d’accordo è stato facile, ci siamo divisi i compiti, io gli lasciavo i libri nuovi e lui li sistemava, come aveva sempre fatto. “Cristi, le schede falle te, poi io li metto per soggetto e geografia, ma scrivi per bene mi raccomando..”
Anche quando l’informatizzazione del catalogo ha reso superflua la scheda catalografica di carta, ho continuato a prepararla, come con intelligenza e precisione Renato aveva sempre fatto prendendo esempio da cataloghi importanti come quello della Biblioteca dell’Alpine Club.
Un pomeriggio abbiamo guardato insieme il programma di catalogazione, la versione moderna delle schede, è stato bello fargli vedere e capire come il suo prezioso lavoro aveva contribuito a quella realizzazione e come fosse più semplice in quel modo, trovare un titolo.
Non so se l’ho convinto, per lui i libri della biblioteca erano vecchi amici e sapeva esattamente dov’erano e molti anche cosa raccontavano.
Ora che Renato, come si dice, è andato avanti, mi mancano i suoi racconti, i nostri scambi, i foglietti di carta con le sue raccomandazioni, le sue arrabbiature. Restano i tanti libri che negli anni ha donato alla sezione, ma soprattutto resta il suo lavoro, la sua passione, restano i più di 3000 volumi che ha contribuito a far arrivare fino a noi. Ciao Renato, di certo queste parole di Umberto Eco ti sarebbero piaciute: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.”