“Ad Andrea Bafile” di Carlo Barbolini

Annuario 2009

Quando Roberto mi ha chiesto di scrivere qualcosa in ricordo di Andrea ho accettato con tristezza ed ho iniziato e stracciato molte  volte queste  poche note.

Sapevo che da tempo Andrea non stava bene ma, come sempre, si spera che la fine non arrivi mai. Qualche tempo fa mi aveva telefonato pregandomi di passare da casa sua e mi ha dato tre CD con dei suoi filmati che conserverò gelosamente, è l’ultima volta che l’ho visto.  Tutti coloro che l’hanno conosciuto possono ricordare una serie infinita di esperienze, aneddoti e racconti, tanti da farci un libro e forse più di uno.

Andrea Bafile

Dal suo arrivo a Firenze l’ambiente del CAI  è stato pervaso per decenni dalla sua prorompente presenza, vitalità e genialità. Sarà forse stato anche per quel suo spiccato accento  abruzzese ma Andrea catturava l’attenzione di tutti ed in tutti i campi. Alpinista, sci-alpinista, fondista, stornellatore, inventore, poeta, pittore, disegnatore, musicista, ed altro ancora, per non parlare dei suoi impegni lavorativi nella motorizzazione civile. Divenute storiche le sue serate di alpinismo e poesia nonché le sue lezioni “tecniche” piene di curiose trovate che rendevano facili concetti complessi. Nutro la speranza che le sue infinite idee ed i suoi preziosi insegnamenti, ancora attualissimi e tuttora innovativi, continuino ad essere proposti alle nuove leve nei corsi delle scuole di alpinismo e sci-alpinismo e negli altri campi della sua poliedrica attività.

Spero ci sarà tempo di approfondire in futuro tutto quello che ci ha lasciato in eredità Andrea. Mi rimane un unico cruccio: non essere andato a trovarlo negli ultimi mesi, non ne ho avuto il coraggio. Mi dispiace, ho sbagliato.
Carlo (per Andrea tuttora “Carlino”)
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